4 ottobre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - STORIA DI VERDINI, CHE IERI HA CANTATO DA MARIA LATELLA
REPUBBLICA.IT
"La maggioranza sai è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca... ". Si ispira a Domenico Modugno il Denis Verdini in versione canterina, nell’intervista tv a Maria Latella per SkyTg24. Latella lo stuzzica, domandando se è vero che con il sottosegretario Luca Lotti, braccio destro del premier Matteo Renzi e toscano come Verdini, si sentano spesso e addirittura l’ex fedelissimo di Berlusconi a lui canti "Grande, grande, grande". Qualche momento di falsa modestia e poi ecco che il leader di Alleanza liberalpopolare-Autonomie (Ala) si lancia in una parodia di un successo del 1970 (La lontananza, che Modugno scrisse con Enrica Bonaccorti), chiosando: "Mi diverto".
Il cieco e la bellona
Quando Verdini cantava con Fiorello "Rose Rosse"
La passione per il canto di Verdini, evidenziata da Maria Latella su SkyTg24, non è una novità. Eccolo nel 2009 sul palco delle celebrazioni per il centenario del Credito Cooperativo Fiorentino, mentre duetta con Fiorello: il brano è "Rose rosse" di Massimo Ranieri
Immagini da Report/Rai 3
REPUBBLICA.IT
ROMA - "Sul Pil avevamo fatto una previsione del +0,7%, nel def l’abbiamo rialzata a +0,9%, ma io credo che arriveremo all’1%". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervistato a In 1/2 ora da Lucia Annunziata su Rai 3, conferma tutto il suo ottimismo sulla ripresa del Paese. "La situazione - ha aggiunto - va un po’ meglio. Cosa dobbiamo fare? La prima riforma, la più importante, è restituire la fiducia agli italiani. Gli italiani per paura hanno risparmiato 350 miliardi di euro che è una cifra enorme, la paura ci costa 350 miliardi, se rientrasse sul mercato il 10% avremmo una crescita straordinaria".
Finito il tempo dei furbi. Poi ritorna sulla riduzione delle tasse: l’anno prossimo, insiste, ci sarà "un intervento significato per il lavoro, una riduzione di tasse per le imprese, credo riusciremo almeno in parte ad anticipare al 2016" il taglio dell’Ires, dice, confermando quanto anticipato in un’intervista a Repubblica. "Siccome c’è un clima di fiducia, l’Italia va meglio, interveniamo eliminando la tassa sulla casa e premiando le imprese che investono. Per la prima volta si abbassano le tasse in questo Paese", continua e aggiunge: "Le tasse le abbassiamo e le pagano tutti e chi è onesto paga meno: in Italia è finito il tempo dei furbi".
Il presidente esclude, poi, l’ipotesi di tagliare l’Ires solo per le imprese del Sud, perché "non si può fare, era un’ipotesi in campo, ma sarebbe aiuto di Stato", così come ribadisce che la digital tax dovrebbe essere fatta a livello europeo: "L’ideale sarebbe farla a livello europeo - ha aggiunto Renzi -, dobbiamo evitare di farla percepire come una tassa sull’innovazione".
Canone Rai. Sempre in tema fiscale, Renzi afferma che a pesare di meno sulle finanze delle famiglie sarà anche il canone Rai, che passerà da 113 a 100 euro: "Dal prossimo anno ci sarà una riduzione del canone e diciamo che lo devono pagare tutti: credo che lo strumento che verrà scelto sarà la bolletta. Chi è onesto - ha concluso - paga meno".
Niente più blitz a Cortina. E, continuando a parlare di tasse, il premier sottolinea che "per la prima volta" seguiamo "il sacro principio: se tutti pagano si paga meno". Stiamo lavorando "sull’evasione interna ed esterna con uno sforzo per emergere i capitali portati all’estero e far pagare le tasse a tutti". "In passato - aggiunge - qualche governo ha fatto una scelta diversa. Prendeva i finanzieri e gli faceva fare la posta fuori dei negozi di lusso, come a Cortina. È un meccanismo sbagliato perché fa pensare a uno stato di polizia". Con la tecnologia di oggi "basta incrociare i dati". Serve più "semplicità", ha insistito.
Capitali all’estero. "Con la voluntary disclosure - ha detto Renzi - il primo anno un miliardo e mezzo è già entrato. Sul prossimo anno saremo molto prudenti, metteremo a bilancio 2-2,5 miliardi. Ma non sarei sorpreso se fossimo vicini ai 5 miliardi grazie all’accordo con la Svizzera".
Lavoro. Il presidente del Consiglio ha anche fatto il punto sui risultati ottenuti grazie al Job Acts, ripetendo come abbia "creato più diritti" e stia cambiando il mondo del lavoro. È una misura, aggiunge, "che apprezza l’Europa e il mondo". Il premier conferma però la stretta alle agevolazioni per le imprese sulla contribuzione: "Gli incentivi per le nuove assunzioni saranno certamente ridotti perché funzionano solo se sono una tantum, sennò diventano una sorta di metadone".
Spending review. Renzi si dice poi soddisfatto dei risultati ottenuti con la spending review: "La revisione della spesa funziona, sta andando e sta andando bene ma non butto via il bambino con l’acqua sporca: taglieremo mille poltrone e non la Sanità", ha precisato.
Riforme. L’intervista ha toccato anche i tempi delle riforme. Interpellato sul sostegno da parte di Denis Verdini e del gruppo Ala, il premier ha risposto: "Chi appoggia le riforme aiuta l’Italia. I senatori che stanno con Verdini le riforme le avevano già votate: l’incoerenza non è di chi sta votando le riforme, ma di chi ha cambiato idea". La destra, ha aggiunto, è molto in crisi e frammentata: "Verdini come i senatori di Alfano ed altre forze della destra che si sono spezzettate", dimostrano che, ha dcetto Renzi, "alla destra c’è una situazione talmente divisa" che è "un problema di Berlusconi" e non dei verdiniani "se lì dentro stanno litigando tra loro".
L’asse Renzi-Verdini diventa plastico nella domenica in tv
Condividi
A distanza, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, il senatore Denis Verdini ha parlato quasi contemporaneamente al premier, precisando che "con Renzi non ci siamo scelti", ma che in questo scenario "le coalizioni servono". Poi ha definito ’nuova’ la "situazione con Renzi, che non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po’ in ritardo nelle riforme".
HUFFINGTON POST
Denis Verdini chiude la sua intervista a Maria Latella canticchiando una canzoncina in diretta Sky tutta dedicata alla volatilità delle maggioranze e al Pd: "La maggioranza sai..è come il vento e rischia di finire in Migliavacca quando Gotor si sveglia e s’inc...", ha intonato Verdini in un personale riarrangiamento della nota canzone "la lontananza" di Domenico Modugno.
Una canzone che rischia di suonare quasi minacciosa visto che lo stesso Verdini, nella stessa intervista ha rilevato come ""Al di là dello sbraitare, dei numeri etc., al Senato non c’è una maggioranza"."La storia - ha detto Verdini - nasce dai risultati elettorali del febbraio 2013 che hanno detto o elezioni i legislatura costituente.
"Il mostro di Lochness non esiste, quindi neppure il mostro verdini, c’è Verdini", ha detto citando la battuta di ieri del premir Renzi e rivendicando la centralità del suo gruppo proprio per via dell’assenza della maggioranza al Senato, "rassicurando" però i democratici sull’ipotesi di un ingresso stabile nel pd: il partito democratico "stia tranquillo, non vogliamo entrare. Non abbiamo nulla a che fare con loro".
E sull’esecutivo ha detto: "Adesso c’è una situazione nuova con Renzi, che non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po’ in ritardo nelle riforme". Giustizia e Fisco, per l’ex coordinatore di Forza Italia, sono gli altri temi su cui il governo Renzi dovrà intervenire e su cui il nuovo gruppo è pronto a dare fiducia e sostegno.
HUFFINGTON POST
Confronto tv a distanza fra Matteo Renzi e Denis Verdini, la coppia più discussa del panorama politico italiana nelle ultime settimane. In contemporanea, dalle 14.30 alle 15,00, con il premier ospite di Lucia Annunziata a “In mezz’ora” su Raitre e il leader di Ala intervistato da Maria Latella a “L’Intervista” su Sky Tg24.
AGGIORNAMENTO DELLE 15.01
A In Mezzora il premier non risparmia notizie sulla prossima legge di stabilità. Annunciando che probabilmente il taglio Ires per le imprese verrà anticipato al 2016 e riguarderà tutta Italia, non solo il Sud. Il presidente del Consiglio ha invece smentito l’introduzione della digital tax già dal prossimo anno. Novità in arrivo per il canone, che verrà ridotto a 100 € ma portato all’interno della bolletta elettrica.
A SkyTg24 l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi ha voluto invece rassicurare gli esponenti dem, sottolineando che "con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare. Quanto alla battuta di Renzi di ieri, che ha invitato a non paragonarlo al mostro di Lochness Verdini ha scherzato: "Il mostro di Lochness non c’è, non l’hanno mai trovato. Se non c’è il mostro di Lochness non c’è nemmeno il mostro Verdini". Rispondendo alla domanda su quali altre riforme proposte dal governo appoggerebbe, dopo quella costituzionale, l’ex forzista ha detto: "Le riforme vanno completate. Una è quella del fisco, un’altra è quella della giustizia"
Renzi ha accolto ben volentieri i voti di Verdini e i suoi sulle riforme costituzionali, ma ha ribadito di recente che questo è l’unico ambito in cui le loro strade si incontrano. Per i verdiniani non c’è posto in maggioranza: "Verdini e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia" ha detto Renzi a Repubblica, pur bacchettando la minoranza interna al Pd perché “Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c’è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano e credo che questa definizione lo faccia contento e sorridente come non mai". Maria Elena Boschi definisce invece “ipotesi fantapolitiche” l’ingresso di Verdini nella maggioranza.
Verdini torna in tv dopo molto tempo e si vocifera che possa essere la prima di una serie di uscite mediatiche. Il senatore toscano si sente più forte dopo le parole di Renzi nei suoi confronti e progetta la seconda fase della sua iniziativa politica, dopo l’uscita da Forza Italia.
La presenza di Verdini e i suoi tra i sostenitori delle riforme è particolarmente ingombrante per la minoranza dem, che ancora oggi chiede al premier con Roberto Speranza di rompere l’abbraccio mortale con l’ex plenipotenziario di Berlusconi. “Ma che fine ha fatto la rottamazione? È servita per fare fuori un pezzo della nostra sinistra e ci ritroviamo con Verdini e gli amici di Cosentino..." afferma Speranza a Repubblica, dicendo che il rapporto fra Renzi e Verdini “non mi piace. Né penso che piaccia ai nostri elettori, militanti e iscritti”.