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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

RITORNO IN SALA TRENT’ANNI DOPO


Sono passati 30 anni dall’esordio al botteghino di “Ritorno al futuro”, la pellicola di Robert Zemeckis che ha per protagonista Michael J. Fox nei panni di Marty: uno studente che, con l’aiuto di Doc, bizzarro inventore interpretato da Christopher Lloyd, mette a punto una macchina del tempo, trasformando una DeLorean. Il film fu un successo planetario, tanto da essere seguito da due sequel, datati 1989 e 1990.
E utilizzare la DeLorean si rivelò una scelta azzeccata. Bob Gale, sceneggiatore della trilogia, pensava a un veicolo che nel 1955, anno in cui era ambientato il film, sembrasse un’astronave: «La DMC-12, con le sue portiere ad ali di gabbiano, era perfetta», ricorda. La coupé di acciaio inox non verniciato ebbe una seconda vita al cinema: la DeLorean Motor Company, infatti, era fallita da tempo. L’azienda era stata fondata nel 1975 da John DeLorean, ex manager della Chevrolet. Il suo primo e unico modello – la DMC-12 – venne prodotto in soli 9.200 esemplari. C’era molto di europeo in quella coupé Usa: dalla produzione a Dunmurry (Irlanda del Nord) al motore, un PRV (Peugeot-Renault-Volvo) di 2.849 cm3, che fino al 1988 equipaggiò – con più cavalli – anche la Lancia Thema; senza dimenticare il pianale, derivato dalla Lotus Esprit. Come per quest’ultima, il design della DMC-12 si deve a Giorgetto Giugiaro, che s’ispirò all’Alfa 33 Iguana, sua concept del 1969. Complici l’insuccesso commerciale e l’arresto di DeLorean per traffico di stupefacenti (fu poi scagionato e morì nel 2005), la produzione cessò già nel 1983: ne furono realizzate 9.200 unità. Per le riprese vennero utilizzati tre esemplari. Il salto temporale avveniva alla velocità di 88 miglia orarie (140 km/h): un’andatura quasi normale per noi, ma elevata per gli States, tanto che sulla vettura di serie il fondoscala del tachimetro si fermava a 85.
Alessandro Mirra