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 2015  settembre 30 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Sette giornalisti Rai al seguito di Renzi a New York. Di tutto, di più. Gianni Macheda.

Non ho padrini né padroni e non accetto l’idea, a proposito di quello del camorrismo di Raitre, che ci sia una categoria o un lavoro che non possa essere criticato a prescindere. Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Agenzie.

Alexis Tsipras è insommergibile. Eletto alle testa del governo greco nel gennaio scorso, sulla base di menzogne, vincitore in luglio di un referendum di cui si è affrettato a negare l’esito, rieccolo che vince un’altra volta nelle urne ma questa volta puntando sulla verità. Philippe Gèlie. Le Figaro.

Le auto che inquinano (vedi VW) devono essere sequestrate: così prevede l’art. 321 del codice di procedura. Però sequestrare un milione e mezzo di auto è una cosa complicata; a parte tutto, dove si mettono? E se salta fuori che le altre case automobilistiche hanno fatto lo stesso trucco? Milioni di macchine da custodire da qualche parte. E poi si lasciano senza auto milioni di cittadini? Impossibile. Ecco anche per VW il perché del too big to trial (troppo grossi per essere processati). Soluzioni? Due nuove leggi. La prima che obblighi le case automobilistiche a riprendersi le auto truccate e a sostituirle con altre che rientrino almeno nei parametri euro 5 o anche euro 4; e questa sarebbe sacrosanta. La seconda che stabilisca che, anche se nuove di fabbrica, queste auto possono liberamente circolare. Un po’ illegale ma non sarebbe una novità: i decreti Ilva seguono questa linea. Quindi c’è da scommettere che Renzi&C non avranno problemi. E il processo penale? Mah, auguri. Bruno Tinti. Il Fatto.

La gente crede che i grattacieli di Porta Garibaldi e di Porta Nuova, a Milano, siano dovuti all’Expo. Quello invece è tutto merito di Gabriele Albertini. Paolo Del Debbio, conduttore tv (Salvatore Merlo). Il Foglio.

A sinistra dell’estrema sinistra c’è la destra. Non ricordo da chi abbia sentito questa frase nelle mie molteplici frequentazioni politiche (sempre dietro le quinte), ma la trovo non solo calzante alla situazione attuale della Grecia e a quella della Grecia classica (ricordi il ciclo: democrazia-demagogia-oligarchia?), ma vera in assoluto. Corrado Calabrò. Alle cinque della sera, blog.

Ho deciso di autopubblicare il mio libro oggi uscito in Italia col titolo Il libro del destino (Nord editore), perché non conoscevo nessuno nel mondo dell’editoria francese, e poi mi scoraggiavano i siti degli editori dove si legge: «Mandateci pure i manoscritti, ma anche una busta affrancata per la restituzione». Così ho messo il dattiloscritto su internet, gratis, ed è stato subito un successo enorme, inaspettato. Grègory Samak (Stefano Montefiori). Corsera.

Ancora tentativi per arrestare la lava dell’Etna. Da Catania viene comunicato che se la lava si rivelerà di origine mafiosa, arrestarla sarà molto difficile. Anche perchè, una volta arrestata, otterrebbe subito la libertà provvisoria. Amurri e Verde: «News» Mondadori. 1984.

Michael Schumacher non sembrava umile solo perché è molto timido. Pensi che lui, che è forse il più grande campione di tutti i tempi, ogni anno mi chiedeva di fare un test di guida in privato, per vedere se era ancora capace. Se vuoi essere il numero uno, non ti puoi rilassare mai. I leader non possono stare tranquilli. Jean Todt, ex numero uno della Ferrari, presidente della Fia.(Beatrice Borromeo). il Fatto.

Si pensava che Umberto Agnelli fosse una nullità. Invece nella conduzione della Fiat dimostrò doti ragguardevoli, in primis nel governo degli uomini. Un esempio per tutti: fu lui a voler mettere Riccardo Ruggeri, ex tornitore nell’officina 5 di Mirafiori, alla guida della New Holland, nata nel 1991 dalla fusione di Fiat trattori e Fiatallis con Ford tractors. Scelta azzeccata: dopo cinque anni, il nuovo colosso, con 33 mila dipendenti e 21 stabilimenti nel mondo, valeva 32 volte il patrimonio netto iniziale e fu quotata con successo a Wall Street. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Claudio Rinaldi, insieme ad altri grandi interpreti del mestiere, è stato mio direttore. Modestamente ho avuto i migliori. Arrigo Benedetti, Indro Montanelli, Vittorio Nisticò, il timoniere de L’Ora, Lamberto Sechi, Guglielmo Zucconi. E che cazzo, mica possiamo scherzare su queste cose. Giampiero Mughini, giornalista. (Malcom Pagani). Il Fatto.

Per Uomini contro ebbi qualche problema perché mettevo in scena la follia del conflitto ’15-18. Con Tonino Guerra e La Capria ci ispirammo al Lussu di Un anno sull’altopiano. Attaccavo la retorica della patria. L’Msi si scatenò: «Rosi, il comunista che infanga l’Italia». L’esercito mi denunciò per vilipendio. Le sale mi boicottarono e in tv ne parlò malissimo il generale golpista De Lorenzo. Un onore. Francesco Rosi. regista (Malcom Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Mimi Strozzi è morta mentre parlava al telefono con un’amica. L’hanno trovata col ricevitore accanto al viso affondato nel cuscino. Una bella morte, senza sofferenze e sul più bello della sua attività preferita: parlare. Aveva 77 anni: l’età giusta per andarsene. Giorni fa, aveva scritto a Colette: «Non so decidermi a metter su casa. L’unica che mi fa gola è il cimitero». È stata contentata. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Diari 1957-1978. Rizzoli.

«Il Trinariciuto, o uomo delle tre narici» commentava Giovannino Guareschi «sta ormai entrando nel parlare comune in Italia e l’ho appunto creato io in un felice momento di estro satirico e, dico la verità, ne sono orgoglioso, perchè riuscire a caratterizzare il tipo dell’attivista comunista con un minuscolo tratto di penna di pochi millimetri, è una trovata non cattiva. Funziona. Per questo a sinistra c’è chi non me lo perdona». Beppe Gualazzini, Guareschi . Editoriale Nuova, 1981.

Il mio cliente standard è quinta-elementare-senza-lavoro, il che equivale a dire: i disoccupati di qualunque etnia indoeuropea, o provenienza razziale, gli inoccupati, i pigri, i paraculi, i bolliti, gli insegnanti, quelli presi a pedate dall’azienda, senza un vero perché. I paroni sono fatti così: fanno i soldi non pagando la zente, inculando su tutto, Inps, Inail, Ive, ferie, premi, tredicesime, buste paga, maternità, su tutto. Per fortuna che ci sono i sindacati, ad aiutare i ragazzi. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.

Una donna di spirito è sempre meno sexy di una donna che ne è priva. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 30/9/2015