varie, 30 settembre 2015
SCHELETRO/1
«Ho immaginato un Genoa con una spina dorsale composta da Perin, Burdisso, Tino Costa, Pavoletti e Perotti. Intorno a loro, tanti elementi di valore, da Rincon a Dzemaili e a tutti gli altri, ma questo scheletro finora era venuto a mancare» (Gian Piero Gasperini).
SCHELETRO/2 «La squadra che è all’Europeo è lo scheletro di quella che si giocherà il pass olimpico a gennaio nel torneo di Ankara in Turchia anche se può variare di qualche elemento. Si parte da qua» (il ct delle azzurre di volley Marco Bonitta).
SCUDERIA «Io guido un’Audi. La Ferrari non me la posso permettere e poi i bimbi dove li metto? A proposito con due figli maschi posso già pensare a una scuderia di kart. In realtà li porterò ai gran premi solo se saranno loro a chiedermelo» (Romain Grosjean).
PATENTE «Non me lo sarei mai aspettato, ma le cose sono successe più in fretta di quanto potessi immaginare. È divertente pensare che guido le macchine più veloci al mondo senza la patente» (Max Verstappen, che ha compiuto 18 anni ieri).
POMERIGGI «Dopo la Vuelta non mi sono abbandonato a grandi festeggiamenti. A Lugano ho preferito non sottrarre tempo agli allenamenti. Certo, soprattutto i pomeriggi sono stati diversi dal solito, tra visite, interviste, inviti in televisione. Ma alla mattina, sono sempre uscito in bici» (Fabio Aru).
SCAPPATELLE «Spesso i talenti più sono grandi e più sono difficili da gestire, e le scappatelle di Ronaldo erano leggendarie, ma ho amato lui come tutti i miei ragazzi. Avevamo anche messo su uno scambio: un amico mi portava le arance dalla Sicilia, io ne davo un po’ a Ronie e lui mi dava qualche bottiglia di birra Brahma, quella brasiliana» (Mircea Lucescu).
CHIACCHIERE «Le partite in Premier League non finiscono mai. Meno tattica e più pressing. Un diffuso senso di sportività. Ma la vera differenza rispetto all’Italia è il mondo esterno. Gli stadi sono moderni, funzionali, accoglienti. Le pressioni sono minori. In Italia si perde tempo in chiacchiere, qui si bada ai fatti» (Alessandro Diamanti, quest’anno al Watford).
LIBRI «L’allenatore deve avere la valigia sempre pronta. Vale anche per me. Ma finché rimango in un posto, voglio scrivere il libro che mi viene dettato dai miei occhi» (Romeo Sacchetti, coach della Sassari campione d’Italia di basket).