VARIE 29/9/2015, 29 settembre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - ACCORDO PUTIN-OBAMA
REPUBBLICA.IT
NEW YORK - Il presidente americano Barack Obama ha aperto il summit dell’Onu dedicato alla lotta al terrorismo rappresentato dai miliziani sunniti dello stato islamico. Lo ha fatto dicendo che l’Is "in Iraq e Siria è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia. Alla fine perderà perché non ha nulla da offrire se non disperazione e distruzione". Noi siamo guidati da una "visione migliore" ma la vittoria "richiederà sforzi continui da parte di tutti".
Secondo Obama, quella contro l’Is è una "grande sfida", che richiederà un "lavoro duro". Il "nostro approccio richiederà tempo. Non è facile. Ci saranno successi e passi indietro" perché quella in corso tra Is e una coalizione internazionale capitanata dagli Usa "non è una battaglia convenzionale. La nostra coalizione è cresciuta a oltre 60 Paesi. Oggi diamo il benvenuto ad altri tre: Nigeria, Tunisia e Malaysia".
Dissenso Usa- Russia. Il presidente americano è tornato a ribadire che per sconfiggere l’Is in Siria serve "un nuovo leader e un governo inclusivo che unisca il popolo siriano nella lotta contro i terroristi. Questo sarà un processo complesso ma siamo pronti a lavorare con tutte le parti, incluse Russia e Iran, per trovare un meccanismo politico con cui sia possibile iniziare un processo di transizione". Il presidente ha confermato come sia sua "convinzione" il fatto che l’annientamento dei jihadisti passa necessariamente per l’uscita di scena di Bashar al-Assad: una presa di posizione che appare destinata ad acuire ancora di più le frizioni con il Cremlino, alleato storico del regime di Damasco. La Russia ha scelto di partecipare al summit solo con un diplomatico non di alto livello. L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin ha detto che questo summit costituisce una "mancanza di rispetto" nei confronti delle Nazioni Unite e del suo segretario generale Ban Ki-moon: "Questa iniziativa mette seriamente a repentaglio gli sforzi dell’Onu in questa direzione".
Ban Ki-moon nel suo intervento ha rilanciato l’allarme del boom dei terroristi provenienti da tutto il mondo: "La minaccia posta da gruppi estremisti come l’Is sta crescendo, i dati dell’Onu mostrano un aumento del 70% dei cosiddetti foreign fighter da oltre cento Paesi verso le regioni di conflitto".
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi offre tutto l’appoggio possibile alla coalizione anti-Is: "La più grande coalizione al mondo deve vincere questa battaglia. Voglio offrire al presidente Obama il sostegno dell’Italia. Sono sicuro che vinceremo e distruggeremo l’Is. L’Italia insieme agli Stati Uniti e all’Arabia Saudita sta lottando contro il finanziamemto dell’Is. E’ importante sottolineare le iniziative prese per limitare le donazioni finanziarie e le limitazioni per i foreign fighters. Chiediamo di concentrarsi sulle donazioni esterne per scongiurare l’abuso delle ong: alcune reti sono state scoperte tracciando i movimenti di denaro". Il premier ha poi messo in evidenza quattro aspetti della lotta all’Is: "La cultura: gli attentati avvengono in musei, scuole, università, e la cultura è la nostra identità. L’italia può essere guida anche in questo campo. La religione: pensiamo che il medio oriente oggi sia un mosaico per le religioni e le culture. Dobbiamo difendere la terra dove molte religioni nacquero in passato". Renzi ha poi insistito sul fatto che "per noi italiani la priorità è la situazione in Libia, ma anche nell’Africa subsahariana". Ultimo aspetto, i social network:
PUBBLICITÀ
"Sono d’accordo con Obama, sono luoghi di libertà e un’incredibile opportunità. Ovviamente tutti si preoccupano anche dei rischi dei social network come modo di reclutare nuovi terroristi soprattutto in Europa".
REPUBBLICA.IT
NEW YORK - Prove di dialogo tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin sulla Siria. E spunta l’ipotesi di raid aerei congiunti anti-Is. Ma le divergenze sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad rimangono e sono nette. Dopo lo scambio di accuse nei rispettivi interventi all’Assemblea generale delle Nazioni unite, i due leader hanno avuto un faccia a faccia a porte chiuse durato 95 minuti dove si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria, ma sul futuro del presidente Assad "c’è un forte disaccordo", riferiscono fonti della Casa Bianca.
"Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme", ha detto Putin in conferenza stampa. Ma - ha ribadito - i raid aerei in Siria sono illegali perchè non c’è l’autorizzazione dell’Onu. Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese". Mentre la Russia è aperta alla possibilità di partecipare alla campagna aerea contro l’Is in Siria ("solo se in linea con con il diritto internazionale"), Putin esclude che le truppe russe, già schierate nel Paese, attaccheranno sul terreno.
Fonti della Casa Bianca riferiscono che gli Usa non considerano il dispiegamento delle forze militari russe in Siria come necessariamente distruttivo per ottenere un risultato positivo sul territorio, ma l’opinione dell’amministrazione dipenderà dalle azioni di Mosca e dal modo in cui proseguiranno. "Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l’Is, allora va bene", sostiene una fonte della Casa Bianca. "Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sarà negativo", ha aggiunto. I due leader - emerge inoltre - hanno convenuto che le loro forze armate dovrebbero comunicare al fine di "evitare conflitti militari tra di loro nella regione".
Prima del faccia a faccia, Obama e Putin si erano accusati a vicenda - nei rispettivi interventi all’Assemblea generale dell’Onu - per la catastrofica guerra in Siria e la crisi dei rifugiati che ha contribuito a generare. "Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionale. C’è ’qualcuno’ - ha affermato l’inquilino della Casa Bianca con una chiara stoccata a Putin - che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad perché l’alternativa è molto peggio. Assad ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader. Conduco l’esercito più forte che il mondo abbia mai conosciuto e non esiterò mai a proteggere il mio Paese o i nostri alleati unilateralmente e con la forza se necessario. Ma non possiamo risolvere i problemi del mondo da soli", ha aggiunto Obama sottolineando che "dopo tanto spargimento di sangue, dopo tanta carneficina, non si può tornare allo status quo".
Putin non ha ceduto di un millimetro sulla sua linea, quella di appoggiare il governo di Damasco, "il cui esercito è l’unico in grado di sconfiggere l’Is. Non cooperare con il governo di Assad è un grave errore", ha attaccato. Per combattere l’Is, ha proseguito Putin, "occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale". Al riguardo Putin ha proposto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu adotti una risoluzione per coordinare le forze che combattono l’Is e altri gruppi terroristici.
Intanto un’altra possibile soluzione della crisi siriana è emersa ieri a New York da un incontro - il primo
dal 14 luglio scorso, quando a Vienna fu siglato l’accordo stesso - tra i ministri degli esteri dell’Iran e delle sei nazioni occidentali con cui Teheran ha trattato (Germania e i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu Francia, Regno Unito, Russia, Cina, Usa). L’idea, come ha riferito Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera dell’Unione
europea, è quella di usare lo stesso format che ha portato al raggiungimento dello storico accordo sul nucleare iraniano, la cosiddetta "diplomazia della navetta" che prevede il coinvolgimento dell’Iran nelle trattative condotte dagli altri sei paesi.