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 2015  settembre 29 Martedì calendario

FRITTATE

«Cucino la frittata con le uova che ho a disposizione» (Paulo Sousa).

GUERRIERI «Io non sono uno fissato con gli attaccanti, a me piacevano i Furino, i Gattuso, i guerrieri» (Giovanni Trapattoni).

PULITI «I miei miti? Ho sempre seguito Max Biaggi. Mi piacevano tanto anche la determinazione di Wayne Rainey e Mick Doohan, e l’intelligenza sulla moto, la consistenza di Eddie Lawson. Ho sempre preferito i piloti puliti, concentrati e determinati che non spettacolari» (Jorge Lorenzo).

IRRAGGIUNGIBILE «Visto il suo vantaggio e il fatto che guidi la macchina migliore, direi che Hamilton è ormai imprendibile. Le sorprese non vanno mai escluse, ma lui ha 48 punti su Rosberg. Nella singola gara sarà attaccato, ma in classifica è irraggiungibile» (Niki Lauda, presidente della Merdedes).

PENTIMENTI «Qualche giornalista ha scritto che ci pentiremo del rinnovo di Raikkonen. Sarei ben felice di pentirmi se vincessimo il Mondiale. I piloti sono importantissimi, ma altrettanto importante è la collaborazione in squadra» (il team principal Ferrari Maurizio Arrivabene).

NOMI «Meritiamo più considerazione, con il Chievo era una sfida di cartello, fra la terza e la quarta del campionato, indipendentemente dal nome che portano le due squadre» (l’allenatore del Sassuolo Eusebio Di Francesco).

SACRIFICI «Io so che raggiungere i miei obiettivi mi realizzerà. Voglio talmente tanto il successo da essere disposto a fare molti più sacrifici del normale. Se avessi un’altra vita, la vorrei ancora così» (Riccardo Saponara).

SOGNI «Ci sono stati momenti bui, molto bui nella mia carriera. Ma ogni volta, alla fine, reagivo. Mi dicevo che dovevo andare fino in fondo. Era un modo per sfidare me stesso. Per mettermi in discussione. Per dimostrarmi che avevo carattere e che la mia forza era maggiore della mia sfortuna. E che un sogno valeva più di un ginocchio» (Roberto Baggio).

PRINCIPI «Il principe azzurro non avrebbe fatto fatica a individuarmi. Di piede porto il 47» (Valentina Diouf).

FINALE «Lo slittino mi manca? No, perché ho smesso esattamente quando volevo e come volevo, con la sesta medaglia olimpica al collo: non potevo scegliere un finale migliore» (Armin Zoeggeler, che si è raccontato nell’autobiografia appena pubblicata da Mondadori Ghiaccio Acciaio Anima).