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 2015  settembre 27 Domenica calendario

UNA, CENTO PIETÀ DI MICHELANGELO: È L’ESALTAZIONE DELLA RONDANINI -MANIA

Moltiplicare, rimpicciolire, decorare. Prendere un capolavoro della scultura o della pittura e riprodurlo in nuove misure, materiali, colori. Da un pezzo unico farne nascere di nuovi, dando loro un altro carattere, un’altra dignità. Copiare. Citare. Innovare. Serializzare e mettere in commercio. Nella civiltà occidentale i multipli hanno avuto fortune alterne, sono stati considerati forme d’arte, status symbol, imitazioni da quattro soldi, canoni. Osannati e denigrati. Ora, nel XXI secolo, riscoperti. E rivalutati. Con mostre, saggi, studi, (ri)produzioni. Dal Discobolo di Mirone al dito di Maurizio Cattelan (la scultura L.O.V.E ., con palla di vetro e neve incluse) passando dal classico al barocco, dalle tecniche tradizionali a quelle più avanzate. Icone diffuse. Come la Pietà Rondanini di Michelangelo. E le sue cento copie in arrivo.

Sessanta centimetri l’una, un calco per tutte, l’ultimo passaggio a mano (che, dunque, rende unico il multiplo). Editalia, il gruppo dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato che negli anni ha collaborato con artisti come Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Joe Tilson, Emilio Isgrò, sta preparando in due laboratori, ad Altavilla Vicentina e Origgio (Varese), le sue cento Pietà Rondanini . Tecnica: dopo la scansione ottica per acquisire in 3D l’immagine dell’«incompiuta», è stato creato un modello in resina trasparente. Scala, un terzo dell’originale. Da qui lo stampo, in cui è stata colata la mescola in polvere di marmo bianco di Carrara (75 per cento) e resina. A seguire, rifinitura, sabbiatura, cesellatura e patinatura a mano.
Statuette «portatili» da 7 chili l’una. Seriali. Create per essere acquistate — ogni copia costerà sui tremila euro — in un momento storico particolare. Per la Pietà Rondanini , con il nuovo allestimento all’antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco di Milano studiato dall’architetto Michele De Lucchi e accessibile al pubblico dallo scorso 2 maggio. Per il mondo dell’arte, che sembra aver ritrovato interesse per il multiplo, come dimostrano le recenti mostre della Fondazione Prada, a Milano e Venezia, sulle riproduzioni d’arte. «Da una decina d’anni — spiega alla “Lettura” Marco De Guzzis, amministratore delegato di Editalia — cerchiamo di fare sintesi tra il lavoro delle botteghe artigianali italiane e la contemporaneità in un contesto di affordable art , a prezzi accessibili». Ecco il concetto chiave: «L’arte — analizza De Guzzis — sta subendo un processo simile al lusso. Il consumatore ha le idee chiare e desidera un oggetto particolare. Ma non intende spendere troppo. Né, soprattutto, rinunciare alla qualità. Allo stesso modo vuole entrare nel mondo del collezionismo».
Una delle cento mini-Pietà sarà esposta, a produzione finita, nella «casa» dell’originale, il Castello Sforzesco. Dal 3 novembre, quando in una tavola rotonda aperta alla città (alle 17) si parlerà di Michelangelo, del nuovo allestimento ideato per l’«incompiuta» (dopo quello storico firmato dallo studio BBPR, sempre al Castello, nella sala degli Scarlioni), della statua, dei suoi multipli. Dei suoi misteri. Per esempio: sono pochissime le copie in scala uno a uno della Pietà Rondanini . Dalla prima, datata 1875, sono state ottenute tredici repliche. Della seconda, realizzata a Milano prima del luglio 1953 da Francesco Messina, si sono perse le tracce: la Fondazione Messina fa sapere di averla donata alla Biblioteca Vaticana nei primi anni Novanta e di non averne saputo più nulla, nonostante le «reiterate richieste». Una si trova nel Museo michelangiolesco di Caprese Michelangelo (Arezzo). Una nei Musei Vaticani. Un’altra, in marmo di Carrara identica anche nel peso all’originale, è stata prodotta per studiare la nuova collocazione «usando la stessa scansione — racconta Claudio Salsi, soprintendente del Castello — commissionata dall’artista americano Barry X Ball, che ha espresso la volontà di riprodurre la statua con una lavorazione originale».
Una stagione d’oro per la Pietà Rondanini . Conferenze, visitatori in aumento (milanesi compresi), ora anche i multipli. «L’opera — aggiunge Salsi — era poco nota, il grande pubblico conosceva soprattutto la Pietà vaticana. In questo senso le cento copie di Editalia rientrano in un progetto di alta divulgazione e creano un nuovo collezionismo. Un fenomeno in crescita. Di cui vedremo gli effetti nei prossimi anni».