Danilo Taino, Corriere della Sera 27/9/2015, 27 settembre 2015
PIÙ O MENO STUDIARE UNA LINGUA, MA FARLO MEGLIO
Un dato sorprendente, pubblicato da Eurostat in occasione della Giornata europea delle lingue (ieri), dice che in Italia la percentuale di ragazze e ragazzi dai sei ai quindici anni che studiano almeno una lingua straniera è praticamente la più alta dell’intero Vecchio Continente. Arriva al 99,7% nella scuola primaria (fino a 11 anni) ed è il cento per cento nella secondaria inferiore (dai 12 ai 15). Come sanno i genitori, è il segno che la scuola italiana ha da tempo smesso di sottovalutare l’insegnamento delle lingue. Soprattutto dell’inglese: il 97,3% dei bambini delle elementari lo studia; alle medie, tutti. I genitori, però, sanno anche che, contando solo sulla scuola, in gran parte dei casi la lingua straniera non viene imparata o viene imparata male. E sulla base dell’esperienza è difficile sostenere che i giovani italiani, nella loro totalità, abbiano un’abilità verso le lingue straniere più diffusa che negli altri Paesi.
Forse è dunque vero che, come pensano in parecchi, le statistiche mentono sempre. I ragazzi della scuola primaria che studiano una lingua straniera in Germania sono il 67,9% , in Francia il 98,7% , in Grecia il 75,5% , in Finlandia il 68,8% , in Svezia il 78% (la Gran Bretagna non fornisce dati, lo stesso l’Irlanda). La percentuale, in Europa sale tra gli studenti di 12-15 anni, ma solo Svezia, Slovenia, Malta e Danimarca eguagliano il cento per cento italiano. È che l’osservazione sul campo tende a farci smentire una realtà così disegnata. Ovviamente non è la statistica – basata sui programmi ufficiali delle scuole europee – a sbagliare. La differenza tra numeri e percezione (che è poi la realtà della vita quotidiana) è probabilmente data dal formalismo e dalla cattiva efficienza di una parte della scuola italiana. Tutti partecipano alla corsa verso l’inglese, perché così si deve mostrare di fare nel Ventunesimo Secolo. Ma pochi arrivano ad avere una padronanza sufficiente della lingua, perché nella maggior parte dei casi la scuola non ha adeguato le strutture e l’organizzazione agli obiettivi formali scritti sui programmi.
Il fatto è che conoscere una lingua straniera, in particolare l’inglese, per i giovani non può essere un attestato burocratico. Serve. In Europa, nel 2013 , 17,1 milioni di giovani tra i 12 e i 15 anni studiavano nelle scuole l’inglese, 4,9 milioni il francese, 2,9 milioni il tedesco, 500 mila il russo, 200 mila l’italiano.