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 2015  settembre 27 Domenica calendario

SCRIVE BENE CHI SCRIVE BREVE

Testo dotto L’arte di riassumere di Ugo Cardinale, presentato però in panni di onesto artigianato. Già Schopenhauer (tra i più grandi maestri di lingua tedesca) aveva dato sostanza teorica alla disciplina dello scrivere perché, a suo dire, irreggimenta il pensiero e ne ordina i risultati secondo tenuta logica e potenza architettonica. Sullo sfondo del grande filosofo tedesco c’era, in verità, la polemica contro Platone che aveva indicato nella dialettica, nell’incontro tra menti che in forza della parola vivente si confrontano, la dimensione filosofica suprema per vagliare la consistenza di quel che pensiamo. Il “moderno” Schopenhauer contestava all’”antico” filosofo ateniese la priorità della parola parlata su quella scritta nell’educazione del pensiero. Senza nulla togliere al senso profondo della posizione platonica, che Giorgio Colli ci ha restituito, su noi moderni, figli della scrittura, incombe da secoli il compito di addestrarci all’arte dello scrivere. Compito, oggi, divenuto più impellente, inondati come siamo dalle più varie forme di scrittura.
La velocità d’esecuzione è il parametro che misura ogni nostra azione e le nuove tecnologie della scrittura non sono certo neutrali nei confronti di quest’arte antica che rischia di venirne deformata. Per non incorrere in un deficit espressivo occorre innanzi tutto saper leggere e saper comprendere. Da qui parte l’autore che ritiene – e sono d’accordo – attività strettamente correlate la lettura e la scrittura.
Cardinale parte da un dato di fatto: la pratica della scrittura nelle scuole secondarie in vista della prima prova dell’esame di Stato ha ormai mostrato troppi punti deboli, e, mentre ci sarebbe più bisogno d’efficace ordinamento dei pensieri comunicati attraverso la scrittura, si assiste, invece, a «carrellate di citazioni, tenute insieme da fragili nessi analogici e da connettivi deboli». Non immuni da colpe sono addirittura le fonti ministeriali dove materiale spesso eterogeneo non è «facilmente riconducibile ad un ipotetico filo conduttore».
Alla breve e chiara premessa dedicata alle manchevolezze della scrittura odierna (a tutti i livelli), l’autore fa seguire la sua proposta per riappropriarsi del saper scrivere: la scrittura di sintesi, vincolata, come in certi concorsi per la selezione dei giornalisti professionisti, ad un certo numero di parole, oppure libera da quel vincolo numerico, ma non da una regola fatta propria e intelligentemente osservata, da chi s’impegna nella “longform” dei saggi d’approfondimento. La distinzione tra comunicazione orale e scritta, l’autore l’annuncia in alcuni paragrafi iniziali dove si chiarisce che un conto è l’uso della scrittura rivolta ad un «interlocutore assente» e altro conto è la comunicazione orale il cui senso si rende esplicito «cammin facendo». Ciò detto, Cardinale s’impegna in nutrite pagine del volume a far praticare al suo lettore l’arte di comprendere quanto legge e di ri-comporlo grazie a procedure che permettano, a chi vi si cimenta, d’incorporare un vasto e raffinato sapere linguistico. Sezioni ben articolate, evidenziazioni tipografiche, testi esemplari in varii ambiti di scrittura (narrativi, giornalistici, informativi e argomentativi), esercizi di comprensione dei testi letti e d’organizzazione di senso e priorità logico-concettuali, nonché (come dicevo) di ri-scrittura permettono d’impadronirsi, per accorto e vigilato lavoro, della competenza di capire e di comunicare con l’interlocutore assente.
Il genere di testo su cui Cardinale ha impegnato scienza e fatica ha una sua propria storia. Ricordo soltanto il benemerito A. Ghiselli – A. Chiari, Stile e letteratura, edito nel 1962 da un’altrettanto benemerita casa editrice, la Sansoni, ma nuove sono le questioni che egli pone agli insegnanti e ai discenti in un’epoca in cui parola e scrittura si riversano in modo incontrollato su menti troppo spesso sprovvedute: come difenderci dall’insulso e dal banale e come far tesoro del tempo, bene sempre più prezioso e insidiato, recuperando quella brevità e “concinnitas” (aggiustata simmetria espressiva), note agli antichi, smarrite da noi, per risultare efficaci e farsi duttili nell’arte della comunicazione.

Ugo Cardinale, L’arte di riassumere. Introduzione alla scrittura breve, il Mulino, Bologna, pagg. 208, € 14,00

Valerio Meattini, Domenicale – Il Sole 24 Ore 27/9/2015