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 2015  settembre 27 Domenica calendario

CINA QUINTO INVESTITORE ESTERO A PIAZZA AFFARI

La frenata dell’economia cinese e lo scoppio della bolla sul mercato azionario non sembrano condizionare più di tanto la strategia di investimento della Repubblica Popolare fuori dai suoi confini. E nello specifico nel nostro Paese. La notizia del possibile acquisto di una quota tra il 2 e il 5% di Poste Italiane in occasione dell’Ipo giunge come una conferma in questo senso.
Attraverso la sua banca centrale in questi anni, Pechino si è resa protagonista di una campagna acquisti che, in pochi mesi, le ha visto costruire un portafoglio azionario del valore di oltre cinque miliardi di euro in azioni di grandi società quotate italiane. La People’s Bank of China oggi è il quinto investitore estero sulla piazza milanese in una classifica che, stando alla banca dati S&P Capital Iq, vede ai primi posti i big americani Blackrock (22 miliardi di euro investiti) e Vanguard (11,5), il fondo sovrano norvegese (7,3 miliardi) e la banca francese Bpce (6,4 miliardi).
Questo tenendo conto solo delle partecipazioni detenute da People’s Bank of China. Se si somma il miliardo e 448 milioni di euro di azioni Pirelli (il 20% del capitale) in mano ChemChina, colosso della chimica controllato dallo Stato cinese, il saldo sale considerevolmente e, con l’ingresso nel capitale delle Poste, Pechino consoliderà ulteriormente la propria presenza sul mercato italiano.
Dopo aver accumulato nel 2014 partecipazioni sopra il 2% nel capitale di Eni, Fca, Saipem, Telecom Italia, Prysmian, Mediobanca e Generali, la People’s Bank of China nel 2015 si è dedicata soprattutto alle banche, comprando il 2% di Intesa, Unicredit ed Mps.
Il bilancio dell’avventura cinese a Piazza Affari dovrebbe essere soddisfacente considerando che il grosso degli acquisti è stato fatto nella seconda metà del 2014 e che da allora buona parte delle blue chip in cui la Pobc ha investito è salita in Borsa. Resta il fatto che la maggior partecipazione azionaria dei cinesi è un 2,1% di Eni comprato nel 2014 che, alla luce del crollo del prezzo del greggio e delle ripercussioni su tutto il settore Oil & Gas a livello mondiale, non si sta rivelando un grande affare. Ad oggi il 2,1% di Eni vale poco più di un miliardo di euro. Stando a quanto riporta la banca dati S&P Capital Iq la minusvalenza stimabile su questo investimento è superiore ai 350 milioni di euro.
Piazza Affari vale circa il 10% degli investimenti azionari che la Cina ha fatto sul mercato azionario europeo dove è presente soprattutto attraverso il suo fondo sovrano. Tra i suoi investimenti più importanti, ha azioni di Royal Dutch Shell per un controvalore di 2,8 miliardi di euro e una quota dell’1,5% nella prima banca britannica Hsbc che vale circa 2 miliardi. Le autorità della Repubblica Popolare sembrano preferire l’Europa a Wall Street. Il valore del portafoglio di azioni di società americane è di poco più di 24 miliardi di euro. Meno della metà del valore delle partecipazioni europee.
Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 27/9/2015