Sergio Rizzo, Corriere della Sera 29/9/2015, 29 settembre 2015
LA SENTENZA ALITALIA DIMENTICA I VERI COLPEVOLI
La sentenza con cui all’ex amministratore delegato dell’Alitalia Giancarlo Cimoli e al suo predecessore Francesco Mengozzi sono state oggi inflitte (insieme ad alcuni dirigenti) pene pesantissime, lascia l’amaro in bocca. Il fatto è che i maggiori colpevoli del crac costato ai contribuenti un imprecisato numero di miliardi di euro, non sono stati neppure sfiorati dalla mannaia dei giudici. Parliamo dei politici che per almeno trent’anni hanno fatto il bello e cattivo tempo all’Alitalia, utilizzando la compagnia di bandiera come un bancomat o condizionandone le scelte per fini che nulla avevano a che vedere con la corretta gestione aziendale. E i manager, che erano stati collocati su quelle poltrone dai politici, potevano soltanto obbedire.
Non che questo possa suonare come un’assoluzione per chi era sul ponte di comando. La legge attribuisce precise responsabilità ai manager. I quali, è bene ricordarlo, percepivano tra l’altro retribuzioni non indifferenti. A Cimoli e Mengozzi si possono rimproverare molte cose nelle rispettive gestioni. Con la sola attenuante che l’Alitalia era un’azienda pubblica decotta e risollevarne le sorti sarebbe stata una missione quasi impossibile.
Detto questo, gli errori gestionali sono nulla in confronto alla colpa più grave: l’aver accettato di guidare una impresa statale in quelle condizioni ben sapendo che la politica, con la complicità del sindacato, non avrebbe mai consentito un risanamento reale.
Chiariamo subito che Mengozzi e Cimoli sono forse i meno colpevoli del disastro fra tutti i manager che si sono alternati alla guida dell’Alitalia, ed è un paradosso. Le radici del bubbone Alitalia sono molto più profonde, e i magistrati avrebbero dovuto chiamare in causa molti altri. La decisione dei giudici tuttavia non ci scandalizza: esistono le responsabilità penali og-gettive, e chi sbaglia paga. Deve invece scandalizzare il fatto che nessuno dei veri autori di quella catastrofe sia stato chiamato a renderne conto. Perché oltre alle responsabilità penali oggettive, ci sono le responsabilità politiche. Altrettanto oggettive. E queste, nel caso dell’Alitalia, sono state decisamente molto più gravi.