Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 26 Sabato calendario

È BOOM DI MATRIMONI ANNULLATI

Sacra Rota che gira sempre più faticosamente. Nonostante lo «snellimento» voluto dal Papa, la velocità dei procedimenti di nullità rischia di incepparsi ancor di più. Soprattutto per il numero sempre maggiore di richieste. La situazione è difficile a livello nazionale, ma in particolare in numerose sedi diocesane dei tribunali ecclesiastici. Come in quello di Padova - e lo segnala anche il quotidiano Il Gazzettino - in cui si registra almeno una richiesta alla settimana. A fronte di questa situazione, il personale, poi, è sempre carente: lo rileva don Tiziano Vanzetto, vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico diocesano di Padova. Interpellato dal quotidiano, il prelato rileva che l’azione di semplificazione delle procedure rischia di non rendere più facile il tutto e che anzi troppo fretta nel chiudere i processi potrebbe comportare una pericolosa superficialità nel gestire le cause. In effetti, il dato oggettivo del raddoppiamento, e in alcuni casi, il quadruplicarsi delle richieste di nullità fanno pensare a una scelta fatta per bypassare costi e complicazioni delle separazioni e dei divorzi. Anche perché le spese per la nullità sono relativamente più bassi, nonostante l’idea diffusa che l’intervento rotale sia «roba da ricchi». Per il tribunale, in genere, si paga 525 euro e dai 1.560 ai 2.900 per gli avvocati. Da Nord a Sud il fenomeno delle richieste sempre più numerose non cambia, con le motivazioni più varie: dal rifiuto di uno dei due coniugi a procreare fino al classico tradimento, fino alla incapacità di «discernimento». E fa pensare il dato secondo il quale molte delle coppie che ricorrono alla Sacra Rota sono giovani e sposate da sei mesi, massimo un anno. Passando appunto da Nord a Sud, da Padova a Palermo, nel capoluogo siciliano sono 239 le cause di nullità matrimoniale introdotte nel solo 2014 al Tribunale ecclesiastico regionale. Che sommate alle 798 pendenti portano a 2039 i casi di aspiranti ex coniugi. Nello stesso 2014 sono 256 le cause che si sono concluse: ben 207 con sentenza affermativa (49 con sentenza negativa e 19 archiviate). In altre parole, la stragrande maggioranza delle coppie che si sono rivolte al Tribunale ecclesiastico per annullare il proprio matrimonio sono riuscite nel loro intento. Nel motu proprio di papa Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus, diffuso l’8 settembre scorso, sulla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio l’intento dichiarato è quello di razionalizzare le procedure, a partire dall’attribuzione direttamente al vescovo diocesano «la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve». Tra le cause di una ragionevole richiesta di annullamento «si annoverano per esempio quella mancanza di fede che può ingenerare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione».