Notizie tratte da: Lorenzo Salvia, Resort Italia. Come diventare il villaggio turistico del mondo e uscire dalla crisi, Marsilio, Venezia, pagg. 150, € 17,00, 27 settembre 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 57
(Resort Italia. Come diventare il villaggio turistico del mondo e uscire dalla crisi)
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BRAND ITALIA DECLASSATO –
Mestieri. Il mestiere che ha avuto l’aumento maggiore di addetti negli ultimi anni, dopo l’operatore di big data, è l’istruttore di ginnastica da spiaggia: dal 2008 ad oggi è cresciuto di 3.360 volte.
Turismo. Il turismo internazionale cresce in media del 5% l’anno (più dell’economia mondiale). Secondo l’Omt (Organizzazione mondiale del turismo) nel 2030 il numero delle persone che faranno un viaggio all’estero sfiorerà i 2 miliardi.
Indice. Il Country Brand Index, l’indice che misura quanto un Paese viene giudicato attraente dal resto del mondo. Nel 2004 l’Italia era prima. Nel 2014, diciottesima.
Spesa. Lasciando fuori il pacchetto base (volo + hotel), nella spesa del turista medio lo shopping copre il 40% del totale. I biglietti per museo ed eventi vari, invece, non vanno oltre il 10 per cento.
Qatar. In Qatar stanno costruendo una copia della galleria Vittorio Emanuele di Milano in scala 1:1 che ospiterà tutti i marchi del lusso italiano.
Unesco. L’Italia è prima nella classifica di siti classificati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità: ne ha 51, il 5% del totale. Seconda la Cina, grande trenta volte l’Italia, con 47.
Ritorno. Secondo una ricerca della società di consulenza PricewaterhouseCoopers, il ritorno commerciale che hanno gli Stati Uniti sui famosi siti Unesco è sedici volte quello italiano. Quello di Francia e Regno Unito supera il nostro tra le quattro e le sette volte.
Numeri. L’Italia ha 4mila musei, 95mila chiese e 2mila aree archeologiche. Delle centosessanta tipologie di turismo catalogate nel mondo, l’Italia è l’unica in grado di offrirne cento.
Turismo. Il turismo in Italia vale oltre 160 miliardi di euro, un decimo del nostro Pil. E copre più dell’11% della nostra forza lavoro, con la maggioranza degli occupati al di sotto dei quarant’anni.
Eurodisney. Quando Ron Disney, genero di Walt, decise di aprire un parco divertimenti in Europa, quasi tutti i Paesi europei si candidarono per ospitarlo. Alla fine si arrivò a una short list: Francia, Spagna e Italia. La Francia offrì 22 chilometri quadrati di campi di barbabietole alla periferia di Parigi, la Spagna Barcellona, l’Italia la zona del lago di Patria, verso Caserta. Siccome la Disney insisteva per un’area più vicina alla città, venne fuori l’ipotesi Bagnoli, l’immensa area Italsider, già in dismissione e destinata alla chiusura definitiva nel giro di pochi anni. Disney avrebbe optato per questa terza ipotesi, un clima migliore, il mare di fronte, il Vesuvio alle spalle. Ma la procedura fu talmente complessa e le resistenze così numerose che alla fine perse la pazienza e decise per Parigi. L’investimento pensato per Bagnoli avrebbe creato 36mila posti di lavoro, indotto compreso.
Visitatori. Visitatori di Eurodisney ad oggi: quindici milioni l’anno. Oltre il doppio del Colosseo e dei Musei Vaticani.
Disoccupazione. Oggi a Napoli la disoccupazione giovanile supera il 50 per cento.
Cellulare. Ad Abu Dhabi, nel 2013, un numero di cellulare, lo 050 7777777 è stato messo all’asta e venduto per un milione e mezzo di euro solo perché facile da ricordare.
Museo. Ad Abu Dhabi sorgerà il più grande museo del mondo. Un’isola intera, quella di Saadiyat (felicità nella lingua locale), a sette minuti dal centro della città, che avrà la più alta concentrazione al mondo di beni culturali. Ci saranno tutti i grandi nomi dell’arte mondiale, ma nessun museo italiano.
Filiale. La filiale di Abu Dhabi del Louvre pagherà 525 milioni di euro per l’uso del marchio più altri 720 per l’affitto delle opere che saranno esposte temporaneamente.
Internet. Su internet ogni secondo passano 600 tweet, 700 post su Facebook, 34mila ricerche su Google.
Contenuti. Secondo una ricerca Oxford Economic portare i nostri contenuti online al livello della media europea farebbe crescere gli arrivi di circa il 10 per cento.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 27/9/2015