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 2015  settembre 26 Sabato calendario

L’EUROPA STRINGE SUI CONTROLLI DA GENNAIO VIA AI TEST SU STRADA

Tolleranza zero sulle frodi e rispetto rigoroso delle norme comunitarie». Elzbieta Bieñkowska, commissario Ue per il mercato interno, promette di non fare sconti a chi viola le regole europee sulle emissioni intossicanti. A partire da gennaio, e «gradualmente», l’esecutivo europeo adotterà un nuovo tipo di test per misurare con la massima precisione possibile il potere inquinante di ogni vettura. Saranno controlli su strada più che in laboratorio, concepiti per dimezzare almeno il margine di errore che, attualmente, è del 20 per cento. Serviranno per garantire i cittadini e limitare i margini di inganno messi a nudo dal caso Volkswagen.
UNA QUESTIONE POLITICA
È il primo passo tecnico di una questione ormai anche pienamente politica. Il Lussemburgo, presidente di turno dell’Ue, ha iscritto il dossier «emissioni» all’ordine del giorno del Consiglio Competitività di giovedì prossimo. Sarà l’occasione per un confronto fra gli Stati, l’appuntamento in cui la Bieñkowska chiederà ai ministri di compilare al più presto il censimento completo dei veicoli immatricolati nell’Unione e dotati dei dispositivi di disattivazione vietati dal quadro comunitario. A questo proposito si stanno organizzando in queste ore una serie di incontri con le Autorità nazionali di Omologazione. Fonti europee rivelano che la Commissione era al corrente del fatto che le emissioni inquinanti dei veicoli diesel rilevate su strada superavano quelle rilevate in laboratorio. Tuttavia non è mai stata appurata alcuna frode. Anche per questo motivo, dal 2011 costruttori e istituzioni lavorano ad un miglioramento dei test, con l’idea di «definire sistemi di verifica più aderenti alla condizioni reali di guida».
L’accelerazione
Il caso Volkswagen ha dato un’accelerata al processo. Da gennaio si partirà con una nuova procedura Rde, ovvero Real Driving Emissions, destinata a verificare che i livelli di emissione di ossidi di azoto (NOx) siano compatibili con la realtà. In una fase successiva sarà considerato anche il numero di particelle (PN). Per accrescere l’efficacia, «la macchina sarà guidata all’esterno e su una strada vera, con schemi di accelerazione e decelerazione casuali». Le emissioni inquinanti «saranno fotografate da sistemi portatili di misura delle emissioni (Pems) montati sulle vetture». La rivoluzione sarà graduale, mentre la nuova tecnica diventerà obbligatoria dall’autunno 2017 per tutte le omologazioni e, a partire dall’autunno 2018, per tutti i nuovi veicoli.
PIÙ POTERI ALL’ESECUTIVO
I servizi della polacca Bieñkowska puntano inoltre a intavolare «entro fine anno» un’iniziativa legislativa per attribuire all’esecutivo più ampi poteri d’intervento, anzitutto per coordinare e sostenere l’azione degli Stati. Sarà un’offensiva a tutto campo, anche se l’incognita più complessa – spiega una fonte –, riguarda proprio l’ossido di azoto dei diesel su cui si accusa la Volkswagen di aver barato. L’Acea, associazione di categoria del settore auto, dichiara di «sostenere pienamente lo sviluppo del test Rde». Fonti industriali avvertono però dell’esigenza di non farsi prendere dell’effetto emotivo: «Se uno ha violato le regole, non siano tutti gli altri a pagare il conto».
Marco Zatterin, La Stampa 26/9/2015