Ilaria Maria Sala, La Stampa 26/9/2015, 26 settembre 2015
IN CINA PER SMOG E SOSTANZE NOCIVE MUOIONO 4 MILA PERSONE AL GIORNO
In Cina l’inquinamento riguarda l’aria, la terra, l’acqua. E il problema è avvertito con urgenza crescente. Pechino, infatti, si rende conto che ripulire da tutto quello che è stato riversato nell’atmosfera e nelle falde acquifere negli ultimi 30 anni di crescita economica spericolata, è più complesso del previsto.
L’aria è uno dei problemi più vistosi: le città della costa orientale, così come l’entroterra industrializzato, sono fra le più inquinate del Paese, e negli ultimi 10 giorni l’aria è stata respirabile per solo due. Finora le numerose misure messe in atto per mitigare il problema non sono riuscite ad apportare modifiche permanenti, ma solo sporadici cieli blu, in particolare in occasione di eventi di prestigio, come le Olimpiadi o il summit dell’Apec. Così, un recente sondaggio del centro di ricerche Pew, che ha chiesto alla popolazione cinese di individuare quali siano i principali problemi del Paese, ha rivelato che la corruzione è ancora al primo posto, ma al secondo e terzo si trova l’inquinamento: dell’aria e dell’acqua. Dati raccolti in agosto mostrano 4000 morti premature al giorno per inquinamento, il 14% in più di quanto si pensasse.
VERSO L’ENERGIA NUCLEARE
Ormai l’unica soluzione è cercare di cambiare strada sul serio, prima di tutto diminuendo l’utilizzo di carbone. E per quanto in molti cerchino di insistere sulle energie rinnovabili, la strada scelta da Pechino è quella dell’energia nucleare. L’obiettivo è ridurre della metà il consumo di carbone nei prossimi 15 anni. Nel 2014 la Cina ha bruciato 3,87 miliardi di tonnellate di carbone, quest’anno ne sta bruciando lo 0,7% in meno, ma ciò sembra dovuto più al rallentarsi dell’economia che a un utilizzo più efficiente delle risorse. E sempre il rallentare dell’economia sta facendo vendere meno auto, lasciando in strada quelle vecchie.
La popolazione, pur senza diritto di voto, mette pressione sulle autorità. Le manifestazioni per motivi ambientali sono sempre più numerose. Dopo oltre un anno di «guerra all’inquinamento» inaugurata dal governo, ora i cittadini vogliono vedere risultati. Finora, infatti, si è trattato solo di slogan e propaganda. E spesso le multe a coloro che inquinano sono state del tutto inutili a causa della corruzione. Ora Pechino vuole introdurre un sistema di incentivi per aziende e industrie ecologiche e finanziamenti privilegiati per chi invece di sporcare pulisce. Funzionerà? Difficile fare previsioni. Numerose «città ecologiche e tecnologiche» sono state promesse e semi-costruite, da Tianjin a Shanghai allo Shandong, per poi essere messe da parte, poco più che nuovi progetti immobiliari con qualche pannello solare. Che davvero ora la Cina possa cambiare registro?
Ilaria Maria Sala, La Stampa 26/9/2015