Elena Stancanelli, la Repubblica 26/9/2015, 26 settembre 2015
TARANTOLA CHE CATTIVA REPUTAZIONE
Chissà perché proprio la tarantola. È pelosa, brutta, grossa ma sarebbe innocua. Eppure per curare le conseguenze del suo morso è stato inventato addirittura un ballo. Soltanto sudando e saltando, al suono della pizzica, si guarirebbe dal suo attacco. La verità è che il suo veleno è moscio, a differenza di quello della sua collega, la malmignatta (a sua volta parente stretta della vedova nera americana). La quale è talmente pestifera che la natura le ha disegnato sul corpo tredici pallini rossi come segnale di avvertimento: statemi lontano, sembra dire, o sono problemi vostri. Detto che un giubbottino così lo renderei obbligatorio per alcune persone, la tarantola deve forse la sua fama a questo viziaccio di volersi mangiare il maschio dopo l’accoppiamento. Che, va detto, ha regole curiose. Il maschio infatti, appoggia lo sperma sulla ragnatela, per poi ritirarlo attraverso zampette dette pedipalpi, con le quali andrà a inserirlo nella spermateca della femmina. Ma non prima di avere da lei ottenuto il permesso attraverso il corteggiamento: un leggero bussare sulla porta della tana, al quale deve corrispondere, da dentro, un bussare di assenso. Per farla franca il ragno a quel punto deve scappare velocemente, secondo una modalità molto diffusa in natura non solo tra i ragni.
Elena Stancanelli, la Repubblica 26/9/2015