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 2015  settembre 26 Sabato calendario

MODELLI TRUCCATI, SI ALLUNGA L’ELENCO CHANCE PER I RIVALI NELLA FASCIA ALTA

L’affidabilità e la superiorità tecnologica riconosciuta al marchio Volkswagen e agli altri del gruppo hanno subito un colpo durissimo dallo scandalo delle emissioni truccate per i motori diesel.
Secondo la società Brand finance il valore della Vw è crollato da 31 a 21 miliardi e serviranno anni per risollevarsi
Anche al termine della drammatica riunione di Wolfsburg, quella che dopo una giornata ha partorito il nome del successore di Martin Winterkorn alla guida del gruppo, non è stato annunciato l’elenco dei modelli coinvolti nello scandalo. La prudenza è enorme per le inevitabili conseguenze di mercato che un simile annuncio provocherà. Nomi di modelli che hanno fatto la storia dell’automobile europea, come la Golf, potrebbero finire nel tritacarne dello accanto ad altri non meno carichi di storia e di successi come il nuovo Maggiolino, le Audi A4 e A5, la Seat Leon, i suv Touran e Tiguan. Eppure dovrebbero essere proprio questi alcuni dei modelli equipaggiati con il motore che porta la sigla di fabbrica EA 189 e che è fornito nella versione turbodiesel 1.6 e 2.0. Del resto se, come afferma la stessa casa tedesca, i veicoli coinvolti in tutto il mondo sono circa 11 milioni, è evidente che non si tratta di modelli di nicchia o per amatori.
La produzione del gruppo Volkswagen prevede l’uso di uno stesso motore su un numero infinito di versioni dei vari marchi. A cominciare naturalmente dalla Volkswagen stessa per scendere a cascata sulle Audi, Seat e Skoda arrivando a circa una trentina di modelli. Calcolando che il gruppo di Wolfsburg vende qualcosa come 10 milioni di vetture l’anno e che lo scandalo risale al 2009 non sarà semplice individuare quali modelli sono stati truccati. Secondo una stima del ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrint, nella sola Germania il numero si aggirerebbe intorno ai 2 milioni e 800 mila unità. In Italia, si parla di un milione e mezzo di veicoli potenzialmente interessati mentre in Francia la Volkswagen, secondo alcuni calcoli di società di analisi di settore, avrebbe venduto 1,07 milioni di veicoli diesel potenzialmente equipaggiati con il dispositivo software incriminato. Nel dettaglio si tratterebbe di 637.489 della marca Volkswagen, 225.571 Audi, 111.681, Seat e 94.055 Skoda. Le autorità svizzere hanno annunciato di aver sospeso temporaneamente la vendita dei modelli della Volkswagen con motori diesel, potenzialmente equipaggiati con il software in grado di ingannare i test ambientali. Circa 180 mila vetture prodotte da Audi, Seat, Skoda e VW tra il 2009 e il 2014 potrebbero essere coinvolte nello scandalo, ha indicato l’ufficio stradale federale in una nota ufficiale. La sola Seat, filiale spagnola del gruppo Volkswagen, di motori incriminati, secondo fonti del quotidiano El Pais, ne avrebbe montati, dal 2009, oltre 500 mila.
Fin qui i numeri dello scandalo. Numeri al momento abbastanza precisi. Non altrettanto invece accade per i modelli perché si tratta di inseguire il propulsore in questione negli anni e nelle diverse versioni dei modelli tra cui i più popolari sono Golf e Passat. Ma la lista si potrebbe allungare e coinvolgere i principali sport utility come la Tiguan per restare nel marchio Volkswagen oppure Q3 e Q5 passando dalle parti di Audi dove con tutta probabilità entrerà a far parte dell’elenco anche la A4, largamente diffusa proprio nella versione 1.6 TDI. In casa Seat potrebbe essere interessata la Leon. Ovviamente nessuno dei modelli attualmente sospettati potrà essere un Euro6, cioè quelli attualmente in vendita su tutti i mercati europei, così come hanno specificato già dal primo giorno dal quartier generale di Wolfsburg.
Chi si avvantaggerà dal contraccolpo di immagine che questi modelli subiranno quando sarà resa nota ufficialmente la loro identità? Sull’argomento gli esperti si dividono. Ci sono coloro che ritengono che, in generale, il mercato non risentirà troppo dello scandalo: «Non vediamo al momento contraccolpi significativi sul numero complessivo delle auto vendute», dice Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor di Bologna. Diverso invece il discorso sull’andamento delle vendite dei diversi marchi e modelli. Dalla crisi Volkswagen potrebbero guadagnare vetture appartenenti tutti ai segmenti C e D che da soli rappresentano un quarto del mercato e anche la fascia più ricca e remunerativa. Modelli che guidano le classifiche di tutte le top ten dei principali paesi europei. Tra le marche direttamente concorrenti ci sono Ford, Opel, Renault e Peugeot-Citroen, rispettivamente con la Focus, l’Astra, la Megane. la 308 e la C4. Ma il vantaggio potrebbe riguardare anche modelli posizionati più in alto ed equipaggiati con il diesel di 2000 di cilindrata come per esempio le Mercedes Classe C, le Bmw Serie 3, la Opel Insignia e la stessa Giulietta dell’Alfa Romeo.
Valerio Berruti e Paolo Griseri, la Repubblica 26/9/2015