Diego Gabutti, ItaliaOggi 26/9/2015, 26 settembre 2015
ROBERTO SAVIANO COPIA DA TUTTO. NON SOLO DA WIKIPEDIA MA ANCHE DAGLI ARTICOLI DEI COLLEGHI. CHI LO DIMOSTRA, PER LUI È UN CAMORRISTA
Ormai ignorato dai media italiani, Repubblica esclusa, dove ogni tanto predica contro le mafie e le camorre che ce l’hanno con lui, e che se non fosse per la scorta che l’accompagna dappertutto chissà cosa non gli farebbero, Roberto Saviano non è stato ignorato dai giornali americani, che purtroppo per lui hanno letto la sua ultima fatica, ZeroZeroZero, un libro sui narcos latinoamericani tradotto tempo fa da Penguin. Letto e pesato il libro, il commento del Daily Beast è stato il seguente: plagio, copia-e-incolla da Wikipedia e dagli articoli di cronisti che hanno lavorato sul campo, raccogliendo informazioni e ottenendo interviste (mentre lui curava la propria immagine da Lord Byron dei vicoli e si lisciava assorto la pelata, lodandosi e imbrodandosi in tivù, quando ancora la tivù gli dava asilo).
Non è la prima volta. Già Gomorra, anni fa, finì in tribunale per aver inglobato nel libro il testo d’interi articoli usciti sulla stampa locale, a Napoli e dintorni, senza citare le fonti e senza nemmeno un accenno di virgolette. Stavolta, «copione» in trasferta sudamericana, l’ex divo televisivo ha trascurato di virgolettare le ampie, testuali citazioni da giornali e siti web di mezzo mondo, da Città del Messico a Los Angeles, da San Salvador a San Pietroburgo, per non parlare delle citazioni da Wikipedia. A raccontare tutta la storia è Michael Moynihan del Daily Beast in un articolo che trovate (tradotto quasi per intero) sul Foglio di ieri. E Saviano? Che dice Saviano? Saviano, nelle mail all’autore del libro, sostiene che le somiglianze, anche letterali, tra brani del suo libro e articoli altrui, sono mere coincidenze, oppure sono proprio citazioni, solo che essendo ZeroZeroZero «un romanzo», e mica un romanzo qualsiasi, ma un romanzo che ha per «fonte la realtà», non c’è bisogno di citare altre fonti. Su Repubblica, ieri mattina, Saviano spiega meglio, senza tanti sdolcinatezze da e mail, cosa si nasconde dietro l’attacco del Daily Beast a ZeroZeroZero: un tentativo camorrista di «delegittimazione». Una citazione (virgolettata, anche se non si usa) dal suo articolo: «Mi si attacca perché sono un simbolo da distruggere. Perché le parole, relegate alla cronaca, sono invisibili: ma quando diventano letteratura, quelle stesse parole, quelle stesse storie, diventano visibili, eccome. Ma si può fare un processo a un genere letterario?» Be’, a un genere letterario magari è troppo. Ma a lui personalmente, perché no?
No, nemmeno a lui personalmente. Intoccabile, a Roberto Saviano «tutto questo sembra l’ennesimo, furbo (ma neanche tanto) modo per delegittimarmi? Ho capito» (altra citazione, di nuovo virgolettata) «che ancora una volta ho fatto centro. Ma mi dispiace per i miei critici, anche per quelli americani. Fiero dell’odio e della diffamazione, degli attacchi che ricevo quotidianamente, difenderò sempre il mio stile letterario: sia che lo usi per scrivere libri o articoli, sia che lo usi in teatro o per una serie tv. Così come l’omertà di alcuni sindaci non fermerà le riprese di Gomorra 2, così il cachinno contro di me non fermerà la mia letteratura. Rassegnatevi: continuerò a indagare il reale». Quel «rassegnatevi» è rivolto agl’invidiosi e ai camorristi. Tra loro non c’è differenza. Provare invidia per le tirature di Saviano, o giudicare i suoi libri per quel che valgono, più o meno ZeroZeroZero, è concorso esterno in camorrismo. Saviano la pensa esattamente come Checco Zalone nel mitico sketch su Saviano sfortunato in amore: «A Napoli la f è controllata dalla camorra».
Diego Gabutti, ItaliaOggi 26/9/2015