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 2015  settembre 26 Sabato calendario

FERRARI SENZA SEGRETI

Ci siamo. È partito il conto alla rovescia per l’ipo più attesa dell’anno, quella della Ferrari. Come rivelato da MF-Milano Finanza di giovedì 24 settembre, la Rossa sfreccerà a Wall Street e a Piazza Affari tra il 12 e il 30 ottobre. E che i tempi per lo sbarco siano davvero stretti lo dimostrano l’assegnazione del ticket (Frri) e il deposito alla Sec del prospetto preliminare da parte di New Business Netherlands, il veicolo di diritto olandese creato da Fca che prenderà poi il nome di Ferrari Nv e che controllerà Ferrari spa, la società operativa che conserverà la sede in Italia.
In un momento drammatico per il settore auto dopo la truffa di Volkswagen sulle emissioni dei motori diesel, Sergio Marchionne ha dunque rotto gli indugi e si appresta, almeno secondo le sue speranze, a raccogliere sul mercato almeno 1 miliardo per il 10% del Cavallino Rampante per una valorizzazione complessiva della società che, in base ai multipli da luxury stock che Fca vorrebbe assegnare alla Rossa, dovrebbe oscillare tra 10 e 12 miliardi.
Scorrendo le 497 pagine del prospetto preliminare, corredato da numerosi grafici e tabelle e disponibile sul sito della Sec, emergono tutti i segreti e le caratteristiche di un’operazione storica a livello mondiale, data l’unicità del brand e il mito che lo ammanta sulle piste e sulle strade di tutto il pianeta.
Ecco i punti salienti da tenere in considerazione per il risparmiatore che volesse scommettere sui successi di Maranello anche in borsa.
Azionisti. L’ipo ha per oggetto il 10% del capitale che sarà ceduto da Fca che ora controlla Ferrari col 90%. Al termine dell’operazione Fca avrà quindi in mano l’80% del gruppo di Maranello; il figlio del Drake, Piero Ferrari, conserverà la sua quota del 10%; e il restante 10% sarà flottante. Questa struttura sarà modificata nel corso del primo trimestre 2016 quando Fca girerà l’intera partecipazione ai suoi azionisti. Con lo scorporo, la nuova compagine sociale sarà così composta: Piero Ferrari manterrà il 10%, Exor (azionista di riferimento di Fca col 29,16%) avrà circa il 24% e il restante 66% sarà sul mercato.
Bookrunner. Il collocamento sarà curato da un pool di banche coordinato da Ubs e Bofa Merrill Lynch e composto anche da Allen&Company, Santander, Bnp Paribas, JPMorgan e Mediobanca.
Conti. Nel primo semestre 2015 Ferrari ha realizzato 1,38 miliardi di ricavi con un ebit di 224 milioni e un utile netto di 126. Numeri in leggera crescita rispetto allo stesso periodo del 2014.
A fine 2014 la Rossa aveva venduto 7.255 auto con ricavi record per 2,76 miliardi, un ebitda di 693 milioni, un ebit di 389 e un utile netto di 265.
Debito. In fase di scorporo Ferrari emetterà una Note da 2,5 miliardi in favore di Fca, debito che sarà ripagato con la liquidità che Maranello ha depositato presso le casse di Fiat e in parte con mezzi di terzi. Alla fine l’esposizione lorda ammonterà 1,8 miliardi ai quali vanno aggiunti altri debiti già presenti per un controvalore vicino a 160 milioni. In totale, dunque, l’esposizione arriverà poco sotto i 2 miliardi.
Exor-Elkann. Con l’ingresso diretto nel capitale Ferrari, nel 2016, il portafoglio della holding beneficerà di un’ulteriore diversificazione. Al business ciclico dell’automotive legato a Fca e Cnh e alla natura anticiclica della new entry PartnerRe (in via di finalizzazione), John Elkann affiancherà il luxury e il fascino redditizio anche dal punto di vista economico del mito Ferrari.
Fca. Lo scorporo di Ferrari modifica anche il perimetro di Fiat Chrysler e soprattutto il suo piano strategico in vista del possibile consolidamento. Con questa operazione Exor si assicura il controllo Ferrari e presenta Fca al tavolo del risiko del settore auto senza il rischio di perdere (e soprattutto sottovalutare) l’asset più prezioso.
Gran Premio. La Ferrari rappresenta la storia della Formula 1, una condizione di unicità che nel prospetto è indicato come uno dei principali punti di forza che giustificano multipli da lusso. Non solo in termini di marchio (per Brand Finance il marchio Ferrari è il più potente e riconosciuto al mondo) ma anche in termini tecnici in quanto il forsennato sviluppo di tecnologie per la F1 si trasmette poi anche sui modelli su strada. Tra gli altri punti di forza il prospetto indica l’esclusività dei clienti in termini di possibilità economiche che riduce quasi a zero l’elemento ciclicità (una nicchia destinata a crescere nei Paesi in via di sviluppo nei prossimi anni), la resilienza del brand, la capacità di applicare prezzi di vendita molto alti anche grazie al lancio di numerose special limited edition il cui costo supera il milione per unità; la possibilità di personalizzare alcuni elementi genera un incremento medio sul costo del 15%.
Italia. Ferrari spa, la società operativa, resterà di diritto italiano così come in Italia resterà il cuore della produzione e della ricerca, anche perché il concetto di Ferrari non può essere slegato dal made in Italy. Ferrari NV sarà invece il veicolo quotato che Exor ha voluto di diritto olandese per poter usufruire della stessa normativa sul voto multiplo che vige in Fca e Cnh per i soci di lungo corso.
Luca Cordero di Monte- zemolo. È stato l’artefice di due rinascite della Ferrari. Quella degli anni 70, marchiata Niki Lauda e quella degli ultimi due decenni grazie ai cinque mondiali piloti conquistati da Michael Schumacher seguiti da quello di Kimi Raikkonen (accompagnati da una serie titoli costruttori). Al di là dell’aspetto corse, l’ex presidente ha inciso anche sotto il profilo della redditività aggiornando numeri record bilancio dopo bilancio e dello sviluppo del brand sui nuovi mercati con iniziative innovative dal punto di vista del marketing come i parchi a tema a Barcellona e Abu Dhabi.
Marchionne. È il presidente della Ferrari dal settembre 2014, la mente della quotazione e l’uomo che suonerà il campanello d’avvio a Wall Street. Secondo quanto rivelato nel corso dell’estate da MF-Milano Finanza, si accinge a diventare anche ad della Rossa al posto di Amedeo Felisa, lo storico manager che ha accompagnato Montezemolo nello sviluppo della scuderia.
New Business Netherlands NV. È il veicolo di diritto olandese su cui Marchionne e i bookrunner stanno lavorando in preparazione dell’ipo. Il prospetto informativo è firmato proprio da questo veicolo che sarà la società effettivamente quotata.
Obiettivi. Marchionne, appena insediato a Maranello, aveva fissato nel medio periodo un target di vendite annuali nell’intorno delle 10 mila unità, prendendo così le distanze da Montezemolo, da sempre fautore della tiratura limitata per esaltare l’esclusività del marchio. Una cifra praticamente irraggiungibile quest’anno (3.668 gli esemplari venduti nel primo semestre worldwide) ma che rappresenta la stella polare della strategia operativa ribadita all’interno del prospetto: crescita progressiva nei mercati maturi (gli Stati Uniti rappresentano il 30% delle vendite mondiali) e in quelli emergenti, lancio costante di nuovi modelli e sviluppo del business del luxury e lifestyle. Inoltre il piano strategico prevede anche la ricerca della leadership in Formula 1, obiettivo che grazie all’ingaggio di Sebastian Vettel sembra ora più alla portata.
Parti correlate. Nel prospetto si specifica che Ferrari vende motori alla Maserati (entrambe controllate da Fca) e che compra componenti per i motori da Fca e per l’elettronica da Magneti Marelli. Inoltre ci sono transazioni amministrative con Fiat Chrysler. Dal punto di vista finanziario il gruppo si appoggia su Fca Bank Group (Fca-Agricole), noleggia truck per la F1 da Iveco, compra componenti dalla Coxa di Piero Ferrari e si avvale di servizi di consulenza dalla Hpe sempre di Ferrari.
Quotazione. Marchionne vuole sbarcare a Wall Street entro il 30 ottobre. Ma non può farlo prima del 12 perché la legge americana stabilisce che deve passare almeno un anno dalla fusione Fiat-Chrysler avvenuta nel 2014 nel giorno dell’anniversario della scoperta dell’America. L’ultimo particolare non trascurabile è il prezzo che sarà definito in fase di pre marketing.
Rischi. Nel documento si specifica che l’immagine del brand dipende dai risultati sportivi (le sconfitte in pista depauperano il valore della società) e che i ricavi da F1 possono diminuire in caso di cattiva gestione del business e, allo stesso tempo, le spese necessarie a restare competitivi possono salire. Il basso numero di vetture prodotte può in teoria accrescere la volatilità delle entrate e dell’intero conto economico. L’incapacità di mantenersi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e di performance può rappresentare un fattore critico per l’azienda. I ricavi da cessione di motori derivano dalla capacità di Maserati di raggiungere i suoi target di vendita. Per una società che opera in tutto il mondo come Ferrari l’impatto del rischio cambio è comunque significativo.
Sviluppo e ricerca. L’attività di R&D è una delle chiavi del successo di Ferrari. Per questo nel primo semestre del 2015 l’investimento per l’area è stato pari a 291 milioni, più del 20% del giro d’affari. Nell’intero 2014 Ferrari ha investito in R&D 540 milioni tra F1 e sviluppo dei prototipi da strada.
Tasse. La programmata separazione di Ferrari da Fca non comporta e non comporterà il cambiamento della residenza fiscale di Ferrari. Maranello continuerà infatti ad avere nazionalità e residenza fiscale italiane e pagherà le tasse sui propri redditi come fanno oggi tutte le società fiscalmente residenti in Italia. L’operazione non comporterà lo spostamento di personale da Ferrari, né ridurrà i livelli di occupazione o le attività attualmente condotte da Ferrari in Italia. Inoltre non comporterà alcuna riduzione della base imponibile di Ferrari in Italia.
Unicità. Maranello è una società auto che non può essere valutata con i parametri del settore e contemporaneamente è percepita come una società del lusso che dunque ne merita i multipli in sede di quotazione. Oltre all’appartenenza al settore luxury gode di un premio che deriva proprio dall’unicità e dalla riconoscibilità assoluta del suo brand, È su queste basi che Marchionne spera di valorizzarla almeno 10 miliardi.
Voto multiplo. Come nel caso di Fca e Cnh, l’incorporazione nei Paesi Bassi fa sì che un azionista che ha in portafoglio titoli Ferrari per un periodo ininterrotto di tre anni abbia diritto a ricevere un’azione di voto speciale per ogni azione ordinaria detenuta
Zig zag. Il giro di lancio è quasi completato, il pilota ha zigzagato sulla pista scaldando a puntino le gomme. Adesso si stanno per accendere i semafori prima della partenza sul circuito di Wall Street. E Marchionne spera di essere al comando già alla prima curva.
Filippo Buraschi e Luciano Mondellini, MilanoFinanza 26/9/2015