Alex Saragosa, il venerdì 25/9/2015, 25 settembre 2015
CON LA FORZA DI «GUERRE STELLARI» PUÒ CORRERE UNA SMART
Immaginate che qualcuno vi domandi: «Sarebbe possibile usare la misteriosa Forza di Yoda, il personaggio di Guerre stellari, come fonte energetica rinnovabile?». Reagireste chiamando un’ambulanza, lo mandereste al diavolo o gli rispondereste seriamente? Probabilmente gran parte di noi, addentro o meno alla materia, ricorrerebbe alle prime due opzioni. Il fisico trentunenne Randall Munroe invece ha deciso che la sua missione nella vita, oltre a quella di disegnare fumetti molto divertenti, è rispondere con il massimo della precisione scientifica a domande di questo genere. Lo ha fatto tante volte che alla fine ne è venuto fuori un libro decisamente godibile, What if?, diventato in Italia Cosa accadrebbe se? (Bompiani). Leggendolo si scopre come si possano imparare un sacco di cose sulla realtà anche partendo dalla più strampalata questione, tipo: «Posso usare il rinculo di una o più mitragliatrici per alzarmi in volo?» (in effetti sì, risponde Munroe dopo i necessari calcoli, ma il peso e il costo delle munizioni non lo renderebbe molto pratico...).
Per seguire questo suo bizzarro sogno di «esplicatore dell’assurdo», Munroe ha lasciato il suo lavoro di progettista di robot alla Nasa e si dedica alla creazione visiva e alla divulgazione scientifica su un sito web dal nome impronunciabile, Xkcd.com («Così nessuno se ne stanca» ha dichiarato alla rivista online The Atlantic in una delle sue rare interviste).
La scommessa ha funzionato: Xkcd è diventato così popolare (70 milioni di visitatori l’anno) da permettere a Munroe di vivere solo con la vendita di oggetti, come magliette e libri, legati alla sua produzione artistica. Questa consiste essenzialmente in fumetti in bianco e nero, con personaggi filiformi che esibiscono uno humour raffinato e sarcastico, anche se alle volte inaccessibile a chi non fa parte del mondo della scienza e della programmazione.
La parte della produzione di Munroe dedicata alla divulgazione è ancora più originale: invece di mettersi a spiegare i fenomeni della natura salendo in cattedra, il fisico-blogger ha deciso, appunto, di partire dalle domande più assurde. «L’idea mi è venuta durante un corso di fisica tenuto a studenti delle scuole superiori» ha spiegato. «Avevo notato che fare esempi collegati ai film di fantascienza o fantasy manteneva desta l’attenzione e a un certo punto un ragazzo mi ha chiesto: “Alla fine del Signore degli Anelli l’occhio di Sauron esplode, facendo cadere tutti in un raggio di chilometri. Si può calcolare l’energia dell’esplosione?”. Abbiamo passato la metà del tempo a risolvere quel problema, un procedimento che richiedeva, in effetti, un sacco di fisica».
Così Munroe ha aggiunto a Xkcd una rubrica apposita, What if?, dove tutti sono liberi di postare domande assurde, che, se giudicate abbastanza interessanti, riceveranno una risposta approfondita.
Per esempio, per dare soddisfazione a chi voleva sapere «cosa succederebbe se un lanciatore di baseball tirasse la palla al 90 per cento della velocità della luce?» Munroe si è messo a calcolare l’impatto delle particelle dell’aria contro la palla da baseball iperveloce, concludendo che si verificherebbero una serie di microfusioni nucleari fra aria e palla e queste trasformerebbero prima la palla, poi l’aria, poi tutto lo stadio di baseball in una nube di plasma a migliaia di gradi...
La fisica si può rivelare utile anche per affrontare problemi di cuore. Quando Benjamin Staffin gli ha chiesto «che possibilità ho di incontrare la mia unica anima gemella?», Munroe ha ricordato anzitutto che ci sono molte più possibilità che questa sia apparsa fra i cento miliardi di esseri umani già vissuti o sia destinata ad apparire fra quelli futuri. Poi però, per non deprimere troppo l’interlocutore, ha calcolato che, se la sua anima gemella vivesse nella nostra epoca, per incontrarla in non più di 70 anni di vita, Benjamin dovrebbe mettere tutta la parte di umanità del sesso e dell’età che preferisce su un nastro trasportatore, in modo da poter guardare tutti negli occhi per almeno due secondi, sperando che sia un tempo sufficiente a far scoccare la scintilla. In assenza di questo dispositivo, o di un suo equivalente online, meglio accontentarsi...
Il problema di Yoda, citato prima, ha invece permesso a Munroe di concludere, dopo un’attenta analisi dei fotogrammi dei film dove usa la Forza, che in effetti il Jedi, fonte sicuramente rinnovabile, produce abbastanza energia per illuminare un quartiere o far correre una Smart elettrica.
Purtroppo però servirebbero cento milioni di Yoda per dare energia verde al pianeta Terra e al momento non sappiamo dove procurarceli.
Su What if? Munroe ha risposto anche a una delle domande assurde più frequenti su internet: «Quale terribile terremoto si scatenerebbe se tutta l’umanità si riunisse in un luogo e saltasse contemporaneamente?». Risposta liquidatoria in poche righe: visto che tutta l’umanità pesa meno di un decimiliardesimo della Terra, non accadrebbe proprio un bel niente. Poi però Munroe è passato a esaminare nel dettaglio i problemi logistici legati alla necessità di far defluire tutti dall’area del salto, complicati dal fatto che l’umanità, per saltare, avrebbe abbandonato la cura dei trasporti e la produzione di cibo e energia. Conclusione: quell’interessante esperimento porterebbe al crollo della civiltà umana.
Ma, tra le tante domande bislacche, non ce ne sarà qualcuna a suo modo geniale? Forse quella di Sarah Ewart: «Se ogni persona del mondo stesse lontano da ogni altra per un paio di settimane, il raffreddore sarebbe debellato?». Con sorpresa dello stesso Munroe, che ha chiesto lumi a un virologo, la risposta è stata sì, perché i rinovirus che ci danno il raffreddore vivono solo nell’uomo: quando il sistema immunitario dell’ospite si adatta e li distrugge, sopravvivono saltando su un’altra persona. Se stessimo tutti da soli per qualche settimana, in effetti i rinovirus si estinguerebbero. Certo, aggiunge Munroe, ci sarebbe qualche problema logistico, visto che, distribuendo l’intera popolazione su tutte le terre emerse, si finirebbe sì ognuno a 77 metri dal più vicino, distanza più che sufficiente per evitare il contagio, ma quelli piazzati in mezzo al Sahara o in Antartide non sarebbero contenti. Forse è meglio cercare un’altra cura.
Neanche l’imperturbabile fisico blogger riesce però a rispondere a ogni assurdità. Ci sono domande che scoraggiano persino lui. Come quella di Karl Wildermuth: «Si può piangere tanto da disidratarsi?». In questo caso Munroe si è limitato a rispondere, comprensivo: «Karl, va tutto bene?».