varie, 25 settembre 2015
FREDDO
«Come ho fatto per otto anni con il freddo ucraino? Facile: mettevo due pantaloni, due maglie, due paia di guanti... Con quelle temperature non hai scelta» (Luiz Adriano).
INGLESE «La gente si abitua e vuole sempre di più. Ma un quarto posto al Tour qualche stagione fa sarebbe stato considerato eccezionale. Dicono che all’Astana non lego perché non parlo inglese. Innanzitutto, un poco lo parlo, e poi quando si corre insieme si fa presto a capirsi» (Vincenzo Nibali).
MALE «Mi fa male vedere lo spazio che i media dedicano al calcio. Troppo. Non ce l’ho con i calciatori, la pressione quotidiana su di loro è enorme, ma in Italia non dare agli altri sport la possibilità di esistere non è giusto» (Valentina Diouf).
SOLDI «Io gioco per divertirmi, quando sei in campo non pensi a quanto diventerai ricca. Certo, sarei sciocca e ingenerosa a dire che non me ne importa nulla, però i soldi li lascio gestire tranquillamente dalla mia famiglia» (Sara Errani).
CAGATE «Quando sei nelle categorie inferiori e dentro di te senti di essere forte, cerchi alibi dicendo che manca la meritocrazia, quando invece i problemi sono altri. Esci la sera per far vedere alla gente che fai la bella vita da calciatore e combini cagate. Ora faccio il casalingo con la mia fidanzata e mio “figlio”, un boxer di nome Hiro» (il difensore del Frosinone Leonardo Blanchard).
VUOTO «Quando sono tornato da Granada, 2 anni fa, ero distrutto. Non mi era piaciuto nulla: il posto, la gente, la squadra. Mi chiama il Genoa, ho una voglia da spaccare il mondo e mi faccio male. Riprendo e mi faccio male di nuovo sulla cyclette. Ero arrivato a pensare di smettere. A casa mi sedevo sul divano e guardavo nel vuoto senza parlare. Ne sono uscito grazie a mia moglie e al Sassuolo» (Antonio Floro Flores).
JOLLY «Una volta quelli come me si chiamavano jolly, era una figura un po’ strana. Forse lo è anche adesso, ma mi adeguo alle esigenze. Però ha i suoi pro e i suoi contro, come molte cose. A favore c’è che puoi giocare in qualsiasi posizione si liberi durante una stagione, ma in contrario c’è che non hai un ruolo fisso, quindi puoi essere il primo ad andare fuori» (Alessandro Florenzi).
DRIBBLING «Ci sono tipi diversi di giocatori che possono fare un dribbling. Ci sono quelli velocissimi, che cerchi di capire prima la giocata o non lo prenderai mai, o quelli tipo Iniesta, che ti scartano perché non ti fanno capire dove vanno» (Marco Verratti).