Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 25 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Il senatore Calderoli ha inventato il sistema per moltiplicare gli emendamenti. E qualcuno lo avrebbe visto anche camminare sulle acque. Gianni Macheda.

Calderoli presenta 82 milioni di emendamenti alla riforma del senato. S’è appena sposato e già deve cercare scuse per stare fino a tardi in ufficio. Il rompi-spread. MF.

Che il Papa non sia scemo lo si capisce anche dal fatto che non viaggia in Volkswagen. Jena. La Stampa.

Puglia, paziente muore dopo ben otto interventi chirurgici. «Questo era proprio tosto». Spinoza. Il Fatto.

«Che tanfo!». «Si è rotto il mito tedesco». Altan, la Repubblica.

Volevo che la gente di colore avesse gli stessi identici diritti dei bianchi. Ma con calma. William Faulkner in Il gioco dell’apprendista di Alessandro Carrera. Medusa.

Il pensiero liberale è di destra, adesso è buono anche per la sinistra; non si sa se la fortuna sia di destra, la sfiga è sempre di sinistra; tutto il vecchio moralismo è di sinistra, la mancanza di morale è a destra; anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra, è il demonio che ora è andato a destra. Giorgio Gaber, Destra-Sinistra, 1994.

È l’Italia del «ma anche», è la via italiana alla risoluzione del conflitto: che non è mai affrontato come tale, ma diviene piuttosto materia di scambio o di mera esibizione esteriore. E quando si profila all’orizzonte un cambiamento purchessia, lo sforzo è sempre nella direzione del contenimento e della diluizione, così che il vecchio prevalga sempre sul nuovo, mescolandosi a lui, e la tradizione abbia la meglio sull’innovazione. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori. 2011.

Matteo Renzi nell’ultima direzione del Pd, ha inserito nel Pantheon del primo partito della sinistra due nuove icone: il compianto leader di An Giuseppe Tatarella e Rambo. Il personaggio di Sylvester Stallone è stato utilizzato per fare capire come si battono i gufi che denigrano sempre l’attività del governo. Renzi ha infatti spiegato che la «107ª replica di Rambo ha battuto negli ascolti i due talk show del martedì. Sono simili: di tutti e tre si conosce il finale, ma la gente preferisce Rambo che almeno è stato scritto meglio, dagli americani». La nuova icona renziana suscita sfottò aperti nel Pd. «Rambo leader? Ma no», assicura Nico Stumpo, «di leader ne abbiamo uno solo ed è Renzi». Cesare Damiano vorrebbe sapere quale Rambo tocca in sorte: «Rambo 1, Rambo 2? Rambo, la vendetta?». Sergio Chiamparino rifiuta il modello: «Io sono e resto un buon comunista», quindi niente storie scritte dagli americani». Franco Bechis. Libero.it.

I servizi pubblici essenziali sono identificati dalla legge 146/90: sono quelli che assicurano il godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati (vita, salute, libertà, sicurezza, libertà di circolazione, assistenza e previdenza sociale, istruzione e libertà di comunicazione). Sicché la legge minacciata da Renzi contro i custodi del Colosseo e simili è inutile: c’è già. Musei e monumenti hanno a che fare con l’istruzione, possibile che nessuno glielo abbia spiegato? Dunque lo sciopero dei lavoratori del settore è già regolamentato: preavviso di 10 giorni, obbligo di indicare durata, modalità e motivazione (tipo: non mi pagate il salario pattuito). È già previsto anche l’intervento autoritario: ordinanza del presidente del consiglio o del prefetto che possono rinviare lo sciopero, ridurne la durata, precettare alcuni lavoratori per garantire l’esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati. Bruno Tinti. Il Fatto.

Mio nonno paterno campò mettendo al centro del mondo se stesso, fu uomo di egoismo smisurato. Ecco il motivo per cui l’ho scelto per questo ricordo, un uomo inadeguato, per gli anni in cui visse, perfetto per il mondo d’oggi: esigeva diritti, rifiutava doveri, parlava solo di sé, non valeva nulla ma pretendeva, con arroganza, di essere il nostro leader, parlava, parlava, solo ovvietà e frasi fatte. Un modello, il suo, che dopo la caduta del Muro diventerà vincente per i leader. Riccardo Ruggeri. Il Foglio.

Quando avevo tra i quindici e i vent’anni a Reggio Emilia nascevano le radio libere e tu potevi farne parte: non c’era alcun filtro. I cantautori erano al loro meglio e gli artisti internazionali più importanti, da Dylan a Neil Young, passavano di qui. Qui Benigni sollevò Berlinguer alla Festa de l’Unità. Gli ospedali, le scuole, gli asili funzionavano. C’era una grande forza popolare che stava dietro una grande idea: quella che fosse possibile cambiare le cose in meglio. Oggi dire «comunista» sembra una parolaccia. Ma io resto fermo a Gaber. In Qualcuno era comunista, canzone che dovrebbero insegnare nelle scuole, diceva: «Qualcuno era comunista perché sapeva che poteva essere felice solo se lo erano anche gli altri». Ecco: io mi sono formato su quelle parole lì, e oggi non riesco a nascondere la mia disillusione. Ligabue, cantautore. la Repubblica (Luca Valtorta).

Desiderare, prescinde da quello che sono, dalla vecchiaia che incalza. Alla mia età non penso più a coloro che non ci sono più. Sono andati. Alla mia età, ho 90 anni, la sola cosa che conta è non aver paura del filo esile al quale sono legato. La notte, prima di coricarmi recito un mantra vedico. Non penso a nulla. Quel mantra non mi chiede niente. Compio il rito come fosse un gioco. Sono un caso tra miliardi di casi. Così le notti volano. Gianfranco Baruchello, pittore. (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Io e mio fratello Mario, lui del ’42, ci siamo praticamente ritrovati a crescere con l’attività di famiglia. Qualche studio l’abbiamo fatto, lui più di me, è il ragioniere e tiene i conti, ma ogni minuto libero, fin da bambini, era usato per dare una mano. Caricare merci, scaricare, consegnare. I soldi non crescono sulle piante, creda mica. Adesso siamo cresciuti, ovviamente. Non stiamo a farla lunga con i numeri. Riassumendo: contiamo su 230 punti vendita, dagli ipermercati ai Cash and Carry. Siamo presenti in sette regioni italiane, con un fatturato che supera i 2 miliardi. Ma soprattutto diamo lavoro a oltre 7 mila italiani. Marcello Cestaro, patron dei supermercati Cash and Carry (Cistiano Gatti). Il Giornale.

La sinistra, di per sé, è un male. Soltanto l’esistenza della destra rende questo male sopportabile. Massimo D’Alema, Alle cinque della sera, blog.

Preferisco farmi domande che darmi risposte. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/9/2015