Luciano Mondellini, MilanoFinanza 25/9/2015, 25 settembre 2015
BMW NEL MIRINO, TUTTA L’AUTO KO
La bufera sui volumi di emissioni truccati inizia ad allargarsi oltre Volkswagen e il contagio miete nuove vittime in borsa. Prima infatti sono arrivate dichiarazioni di rappresentati delle istituzione che non lasciano ben sperare: «Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati», ha spiegato il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt.
Mentre dalla Commissione Ue è arrivato un messaggio tranchant: «Tolleranza zero sulle frodi e rispetto rigoroso delle regole Ue», ha spiegato la responsabile per l’Industria, Elzbieta Bienkowska. Ma ciò che ha davvero rinfocolato la bufera sono state le indiscrezioni pubblicate nella mattinata sulle stampa tedesca secondo le quali alcuni motori Bmw (specificamente quelli utilizzati nel modello X3 Drive) non rispetterebbero i limiti sulle emissioni di gas. Un rumor che la secca smentita di Monaco di Baviera ha provato a far rientrare, senza peraltro ottenere risultati. Il titolo della casa bavarese ha infatti chiuso le negoziazioni a 75,6 euro in calo del 5,1%, trascinando al ribasso l’indice settoriale (-3,3%) e i titoli di numerose altre case. Fca è stato il peggiore nel comparto (anche di Bmw) nonostante le rassicurazioni di Elkann sulla questione (si veda box in pagina). Il titolo del Lingotto ha lasciato sul campo il 7,5% chiudendo a 11,3 euro e spingendo al ribasso anche la holding Exor, in calo del 4,6% a 37,3 euro. Daimler ha chiuso in territorio negativo del 4,4%, mentre meno peggio è andata a Renault (-1,8%) e Peugeot (-3,7%). Paradossalmente l’unica in controtendenza è stata Volkswagen, che dopo il crollo di lunedì e martedì (-34% in due sedute) e il parziale recupero di mercoledì (+5,2%) ieri ha chiuso in parità (+0,6%). Wolfsburg però ha dovuto incassare da Moody’s la revisione al ribasso da stabile a neutral dell’outolook sul rating, mentre è stato confermato il merito di credito A2 per il lungo termine non garantito e Prime-1 per il breve.
Oggi intanto a Wolfsburg Matthias Mueller, ceo della controllata Porsche, sarà nominato con ogni probabilità nuovo ceo di Volkswagen e succederà quindi a Martin Winterkorn (che mercoledì ha dato le sue dimissioni in seguito allo scandalo che ha squassato la casa di Wolfsburg. Il manager di Leonberg, che negli ultimi otto anni ha avuto un ruolo cruciale nella crescita globale di Volkswagen, non sarà l’unico a perdere il posto. Il responsabile della ricerca&sviluppo del brand Audi, Ulrich Hackenberg, e il responsabile motori di Porsche, Wolfgang Hatz, dovrebbero essere licenziati. Stessa sorte dovrebbe toccare anche al responsabile di Volkswagen negli Stati Uniti, Michael Horn, che dovrebbe essere rimpiazzato da Winfried Vahland, ceo della controllata ceca Skoda. Infine, anche il capo della divisione sviluppo, Hans Jacob Neusser, sarebbe pronto al passo indietro.
In ogni modo non saranno pochi i grattacapi che il nuovo ceo Mueller si troverà ad affrontare sin da subito. Il suo compito nel medio termine sarà quello di ristabilire nel mondo l’immagine di Volkswagen e condurre Wolfsburg all’obiettivo di diventare il maggiore produttore di auto nel mondo entro il 2018, ma nel breve termine si troverà di fronte problemi più immediati. Negli Stati Uniti è spuntata una lettera di Volkswagen of America ai clienti californiani in cui si avvisavano i proprietari di vetture diesel Audi e Volkswagen di una generica «azione di richiamo per problemi di emissioni» dei gas di scarico. Mentre in Europa il governo tedesco ha fatto sapere che concorderà nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, da effettuare su strada.
In Italia, intanto, il country head di Volkswagen, Massimo Nordio, ha annunciato che sono in corso verifiche anche sulle auto del nostro Paese. In risposta a una lettera inviata dal ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, Nordio ha assicurato anche che i nuovi modelli sono a norma. Ciononostante, ha segnalato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, lo scandalo Volkswagen potrebbe «avere un forte effetto di freno per la ripresa del mercato dell’auto, anche in Italia». Secondo Damiani, infatti, esiste il timore fondato che quello che sta accadendo possa frenare quel vento, seppure debole, di ripresa, che sembrava essere tornato a soffiare su un settore che negli ultimi anni ha attraversato una crisi molto pesante.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 25/9/2015