www.cinquantamila.it/fiordafiore 25/9/2015, 25 settembre 2015
Il Papa al Congresso Usa auspica l’abolizione della pena di morte • Nuovi vertici per la Volkswagen • Sembra prendere corpo il piano per i migranti • Settecento pellegrini schiacciati alla Mecca • Gli italiani e il tifo Papa Papa Francesco ieri è atato il primo pontefice della storia a fare un discorso al Congresso americano
Il Papa al Congresso Usa auspica l’abolizione della pena di morte • Nuovi vertici per la Volkswagen • Sembra prendere corpo il piano per i migranti • Settecento pellegrini schiacciati alla Mecca • Gli italiani e il tifo Papa Papa Francesco ieri è atato il primo pontefice della storia a fare un discorso al Congresso americano. È stato annunciato con questa frase: «Mister Speaker, the Pope of the Holy See!», accompagnata dall’ovazione dell’emiciclo. Bergoglio ha salutato innanzitutto la «terra dei liberi e casa dei valorosi», durante il suo discorso ha ricevuto una trentina di applausi. Più deboli quando ha toccato temi sensibili per gli americani. Per esempio quando ha auspicato l’«abolizione globale della pena di morte», ricordando che «ogni vita è sacra e ogni persona è dotata di una inalienabile dignità». Oppure quando ha parlato delle guerre: «Perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo la risposta, come sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro intriso di sangue, spesso innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi». Ha richiamato «l’inquietante situazione sociale e politica del mondo» e chiarito che il fondamentalismo non è solo religioso: «È necessario un delicato equilibrio per combattere la violenza perpetrata in nome di una religione, un’ideologia o un sistema economico, mentre si salvaguarda la libertà religiosa, intellettuale e individuale». E ha fatto presente che la politica «non può essere al servizio dell’economia e della finanza». Volkswagen Polemiche perché l’ex amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn, 68 anni, se ne va con una liquidazione record da 60 milioni di euro. Oggi il consiglio di sorveglianza dovrebbe nominare al suo posto Matthias Müller, 62 anni, numero uno di Porsche dal 2010. Carriera costruita tutta all’interno del gruppo tedesco: arrivato nel 1977 come apprendista utensilista in Audi, vi è ritornato nell’84 come junior manager nella divisone It, dopo essersi laureato in informatica all’Università di Scienze Applicate a Monaco di Baviera. A questo manager venuto dalla ex Germania dell’Est (è nato a Chemnitz, in Sassonia) toccherà il compito di far ripartire il gruppo di Wolfsburg, travolto dallo scandalo delle emissioni truccate nei motori diesel, scoppiato in America, ma poi esteso a 11 milioni di vetture nel mondo. Berlino fa sapere che Volkswagen ha manipolato le emissioni anche in Europa: «I veicoli con i motori diesel 1.6 e 2.0 litri sono interessati dalle manipolazioni», ha dichiarato ieri il ministro tedesco dei trasporti, Alexander Dobrindt. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato «controlli a campione in Italia su almeno mille auto diesel di tutti i marchi», con un costo previsto «di 8 milioni», mentre il pubblico ministero di Torino, Raffaele Guariniello ha ordinato una serie di accertamenti sulle vetture della casa tedesca che circolano in Italia. Icct A scoprire la truffa Volkswagen è stato Peter Mock, esperto di emissioni dell’istituto internazionale Icct (International council on clean transportation). Dice: «All’inizio volevamo esaminare i dati di emissioni di automobili prodotte da tre costruttori tedeschi, ci eravamo posti l’obiettivo di provare, se possibile, che le auto tedesche nelle versioni offerte alla clientela americana sono più pulite rispetto agli stessi modelli nelle varianti vendute per il mercato europeo, perché le norme americane sono più severe» (Tarquini, Rep). Migranti Sono otto le priorità concordate nel Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo, nella notte di mercoledì scorso a Bruxelles, che dovrebbero essere approvate in ottobre e attuate entro novembre. Varie priorità riguardano più direttamente l’Italia. La prima prevede più assistenza ai Paesi in prima linea. In cambio Italia e Grecia dovranno istituire entro novembre i cosiddetti “hot spot” per l’identificazione. I rifugiati (che hanno diritto a chiedere asilo) verranno separati dagli immigrati in fuga dalla povertà (destinati al rimpatrio). Sempre entro novembre inizierebbero i trasferimenti in altri Paesi Ue da Italia e Grecia. Alfano ha annunciato entro novembre il primo hot spot a Lampedusa. I 28 leader hanno garantito il rafforzamento del controllo delle frontiere esterne con guardie e pattugliamenti navali. Nuovi fondi andranno alle agenzie Frontex, Easo ed Europol. Poi partirà la missione antiscafisti. Inoltre ci saranno più soldi per Onu e altri organismi di assistenza ai rifugiati. Per frenare i flussi provenienti dall’Africa un obiettivo politico principale è favorire la formazione di un governo di unità nazionale in Libia. Pellegrini Nuova strage di pellegrini musulmani alla Mecca, in Arabia Saudita, schiacciati nella calca del pellegrinaggio. Finora si contano oltre 700 morti e 800 feriti, ma negli ospedali sauditi vengono segnalati anche molti casi disperati. Il rituale vuole che, dopo aver camminato e pregato attorno alla Kabaa (la celebre Pietra Nera), i pellegrini si mettano in marcia per la «Jamarat», il passaggio in cui tirano sassi per lapidare tre colonne di pietra simboleggianti Satana. Da sempre avvengono gravi incidenti in queste fasi, dove i pellegrini ammassati restano schiacciati: nel 2006 i morti furono 364, nel 1990 almeno 1.426. Il ministro saudita dalla Sanità, Khaled Al Faleh, ha accusato i pellegrini di «non aver rispettato le indicazioni della polizia sul posto». Da Teheran, dove è segnalata la morte di almeno 95 cittadini iraniani, si sostiene invece che i sauditi avrebbero «regolato male il flusso della folla». Le testimonianze locali paiono confermare questa seconda versione. I sopravvissuti riportano che l’incidente è avvenuto quando la polizia ha chiuso una delle strade, spingendo decine di migliaia di pellegrini che avevano terminato il rito del lancio delle pietre contro quelli che stavano arrivando per il loro turno. Tifo Oggi 4 italiani su 10 si definiscono “tifosi”: meno rispetto a 5 anni fa, quando i “tifosi” erano oltre il 50% (nel 2010 il 52). In crescita, però, rispetto a due anni fa, quando costituivano il 36% della popolazione. È cresciuta la componente di quanti dichiarano di essere dei “militanti”: costituiscono il 47% dei tifosi, quasi 10 punti più di un anno fa e quattro rispetto al 2010. Oltre metà dei tifosi ritiene che, rispetto a 10 anni fa, il campionato sia maggiormente condizionato dalle scommesse, e il 42% dalla corruzione. La squadra più tifata è la Juve (35%). Seguono l’Inter (17%) e il Milan (14). C’è anche il “tifo contro”. Anche in questo caso vince la Juve, la più odiata (43%) (Diamanti, Rep).