Mariangela Mianiti, Vanity Fair 23/9/2015, 23 settembre 2015
MA TU LO SEGUI IL DOTTOR MOZZI?
Nato a Bobbio (Piacenza) nel 1950, laureato in Medicina nel 1977, arroccato a Le Mogliazze nella Val Trebbia dal 1974, padre di Martino ed Ester, avuti con Velia ex insegnante, Piero Mozzi predica la teoria dell’alimentazione secondo i gruppi sanguigni da 40 anni. La sua teoria si rifà alle sperimentazioni sulla relazione fra diete e gruppi sanguigni iniziate negli anni Sessanta dal naturopata americano Peter D’Adamo.
«Ma soprattutto», dice Mozzi, «nascono dalla mia curiosità e dall’esperienza personale. Quando a 20 anni ho notato che dopo una scorpacciata di fragole mi veniva la febbre, o che ogni volta che bevevo il latte avevo fortissime coliche, ho cominciato a farmi domande, ho tolto latte, cereali e certa frutta e sono stato bene. Se osservi come reagisce il corpo mangiando alcuni cibi piuttosto che altri, puoi vivere senza ammalarti né prendere medicine». E quando si hanno già malattie gravi o in stadio avanzato? «Lì si può fare ben poco. Bisogna agire prima, ascoltarsi e imparare a capire come reagisce il nostro corpo quando mangiamo qualcosa».
La dieta del gruppo sanguigno, che per stessa ammissione del dottor Mozzi non è riconosciuta da studi scientifici, si basa sul fatto che i globuli rossi di ogni gruppo (0/A/B/AB) hanno sulla superficie tipi e quantità diverse di antigeni che interagiscono con il sistema immunitario e reagiscono in modo diverso agli alimenti. «Il cibo», spiega Mozzi, «può avere effetti positivi o negativi sul sistema immunitario, quello che mangiamo può farci ammalare o star bene. La scelta è nostra. Io mi baso soprattutto sull’esperienza e l’osservazione».
Un archivio con una casistica, però, non ce l’ha. Se gliela chiedi ti risponde mettendoti davanti sporte piene di lettere di gente che lo ringrazia, così come la trasmissione a cui partecipa da anni come ospite fisso su Telecolor trabocca di persone che raccontano come sono spariti problemi e malesseri con la sua dieta.
Le sue conferenze fanno il tutto esaurito di persone che, alla fine dello speech, microfono alla mano, dicono in pubblico: «Dottore ho le emorroidi e vogliono farmi la colonscopia, ma non ho voglia». «Seguo la sua dieta da pochi mesi e ho perso 10 chili, ma la gammopatia monoclonale di cui soffro ha ancora valori alti». «Ho problemi al disco e non sento più la gamba, la spalla e muovo un braccio a fatica». «Ho il Parkinson e un tumore alla prostata». A ognuno il dottor Mozzi chiede gruppo sanguigno, i valori degli esami, e soprattutto che cosa mangiano, le abitudini di vita, l’ora in cui compaiono i dolori e poi spiega, suggerisce, toglie, aggiunge alimenti spiegando che cosa provocano. Ci sono persone che fanno centinaia di chilometri per ascoltarlo e altre, come la signora Carla di Trezzano Rosa, che si alza e gli dice: «Le dovrebbero dare il Nobel. Erano 20 anni che prendevo medicine orribili. Da gennaio seguo la sua dieta e ho perso 23 chili in 6 mesi. Prendevo 7 pastiglie al giorno e le ho buttate via tutte. Non camminavo più e adesso corro, dormo bene e non ho più le scalmane. Il medico mi ha detto che ho i valori bassi, e allora gli ho chiesto cosa mangia lui per sembrare un barile. Mi ha risposto che gli piacciono i formaggi col miele. Allora io gli ho detto che cambio medico. Anche mio nipote adesso fa la sua dieta, c’aveva l’asma e gli è sparita».
Le bestie nere del dottor Mozzi sono soprattutto latte e latticini, cereali con glutine, carne di maiale e alimenti affumicati che fanno più o meno male a tutti. Poi all’interno dei gruppi ci sono infinite variabili. Per esempio il gruppo 0 può mangiare tutta la carne che vuole, mentre all’A è permessa solo quella di pollo e tacchino, le lenticchie rosse sono amiche del B, mentre sono nemiche dell’AB. Se dai patate o melanzane all’A gli fai del male, se le servi a un AB gli fai un favore. Non vede di buon occhio i vegani «perché al nostro corpo non piacciono i dogmi», e sulla frutta ha opinioni contro corrente. «Non tutta la frutta fa bene a tutti perché ogni frutto ha degli antigeni che sono riconosciuti dal nostro sistema immunitario con cui può andare d’accordo o no».
Se gli dici che dimostra più dei suoi 65 anni risponde: «Colpa della barba. Fisicamente però sto benissimo, ho forza, energia, lucidità e nessun dolore». Merito anche della vita spartana che ha scelto. «Ogni mattina mi lavo alla fonte qui fuori con l’acqua fredda, anche in inverno, ho smesso di fumare 35 anni fa, la mattina bevo un bicchiere di acqua tiepida, mangio pochissimo e ho eliminato il caffè che per me, gruppo 0, è un veleno».
Le sue visite costano 80 euro, ma dà volentieri consigli gratis a chiunque lo incontri alle conferenze, ai mercatini domenicali dove vende i prodotti della cooperativa, per strada. Guru, però, non si sente: «Io non ho alcuna verità in tasca. A sancire una teoria sono i risultati». Da ottobre sarà disponibile anche una app con la sua dieta.