Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 21/9/2015, 21 settembre 2015
ELISABETTA NON È LA PIÙ RICCA DEL REAME
C’era una volta un re. O una regina: fa lo stesso. Maschio o femmina, una volta il monarca era – se non il più bello o la più bella – sicuramente il più ricco del suo regno. Ma non è più così, perlomeno nel Regno Unito di Gran Bretagna. I turisti che fotografano il cambio della guardia davanti a Buckingham Palace possono credere che nessuno, in questo Paese, abbia più soldi di chi abita lì dentro. La realtà è ben diversa. Non che Elisabetta II sia una poveraccia: ma il suo patrimonio personale è ben distante da quello dei redditi più alti della nazione su cui la sovrana estende formalmente il proprio potere. Nella lista dei 1000 più ricchi contribuenti britannici, compilata annualmente dal “Sunday Times”, infatti, Sua Maestà è soltanto al 285esimo posto, con una fortunata stimata in 330 milioni di sterline (circa 450 milioni di euro). Davanti a lei ci sono non solo gli ormai “soliti noti” – i duchi Grosvenor di Westminster o la famiglia Cardogan – ma anche una pletora di miliardari stranieri residenti a Londra o anche inglesi di nascita: l’ucraino Lev Blavatnik, innanzitutto che con un patrimonio personale di 13 miliardi e mezzo di sterline è l’uomo più ricco del regno, ma anche i fratelli indiani Sri e Gopi Hinduja (in seconda posizione con 13 miliardi), la famiglia di Galen e George Weston con 11 miliardi, e svariati Paperoni, incluso il russo Abramovic, 7 miliardi, o l’inglesissimo Paul McCarteny, 730 milioni. Addirittura nella top ten dei più ricchi cittadini britannici è arrivato un italiano, Ernesto Bertarelli, nato a Roma, figlio del fondatore della Serono poi naturalizzato svizzero e infine britannico: con sua moglie Kirsty (ex Miss UK) occupano il sesto posto della classifica con 9,45 miliardi di sterline (13 miliardi di euro). Bertarelli nel 2010 fondò la società di asset management, la Northill Capital, e ha quindi ampliato la presenza al settore immobiliare investendo 500 milioni di sterline in una società londinese di private equity del comparto, la Crosstree Real Estate Partners. Un po’ più giù in classifica, ma sempre sopra la Regina, c’è anche un altro “immigrato” di lusso italiano, Riccardo Zacconi, l’inventore di Candy Crush. Ma lasciamo stare la classifica e proviamo a capire di che cosa è fatta la ricchezza della regina di più lungo corso della storia inglese. O meglio, di che cosa “non” è fatta, e qui sta l’inganno: i reali Windsor sono gli unici beneficiari di una serie di beni immobili di cui però non risultato proprietari. Usufruttuari di lusso, si direbbe. Tanto per cominciare, ci sono i palazzi reali in cui la Regina (e i suoi congiunti e affini) vive o trascorre le vacanze: può usarli quanto vuole, ma non sono sua proprietà personale, bensì appartengono a un trust che li amministra per conto delle future generazioni dei Windsor. Buckingham Palace, con 775 stanze e un immenso parco privato, potrebbe valere da solo 2 miliardi di sterline, se fosse messo sul mercato e venduto: “Un bene immobiliare senza prezzo”, lo definisce Ollie Hooper, agente di case di super lusso. Ma non fa parte del patrimonio di Elisabetta, così come non ne fanno parte il castello di Windsor, dove la sovrana ama passare il week-end andando a cavallo (continua a montare in sella anche a quasi 90 anni). Non è sua neppure la vasta collezione di opere d’arte che adorna le pareti di tali magioni e che i visitatori possono in parte ammirare quando entrano, pagando il biglietto, nell’ala adibita a museo. Lo stesso vale per la collezione di gioielli della corona, talvolta esposti in apposite mostre. I suoi beni personali sono un segreto gelosamente custodito. Una recente indagine realizzata da Bloomberg e pubblicata da Business Week ha provato a esaminarli ed ha prodotto il seguente elenco: 75 milioni di dollari di investimenti in azioni rivalutati secondo l’andamento del mercato, 160 milioni di dollari di beni ereditati dalla propria madre, 110 milioni di dollari di beni immobiliari, una collezione di francobolli che vale 75 milioni di dollari e scuderie di cavalli da corsa che valgono altri 10 milioni di dollari. Il valore degli investimenti in borsa è stato ricavato da una dichiarazione di John Calville, direttore della Coutts & Co, la banca della regina, fatta al Times. Che precisa che tutto è cominciato nel 1990 con un patrimonio di non più di 2 milioni: Bloomberg calcola che, con un interesse medio del 5 per cento l’anno negli ultimi 25 anni, si arriverebbe al totale citato nel suo studio. Alla morte di sua madre, nel 2002, la Bbc riportò che Elisabetta aveva ricevuto in eredità varie proprietà terriere e immobiliari per un valore di 70 milioni di dollari che oggi, al netto dell’inflazione, è più che raddoppiato. Inoltre sono suoi il castello di Balmoral, in Scozia, dove va ogni estate per un paio di mesi di ferie e che resterebbe nel suo portafoglio anche se gli indipendentisti scozzesi ottenessero la secessione dalla Gran Bretagna in un nuovo referendum. In ogni caso dicono che vorrebbero tenersi la regina come capo di Stato (del resto succede anche in Canada e Australia). Andiamo avanti con la lista delle proprietà: c’è l’altro castello a Sandringham, nella contea di Norfolk, a nord di Cambridge, dove la famiglia reale trascorre brevi periodi di riposo o organizza battute di caccia. La collezione di francobolli è invece un’eredità che la regina ha ricevuto da suo padre, re Giorgio VI, il cui valore è stato basato da Bloomberg su quello di una collezione analoga, del miliardario John Du Pont, venduta all’asta nel 2014. Quanto alle scuderie, ospitano ben 25 purosangue che competono regolarmente nelle corse di galoppo: i maligni sostengono che Elisabetta ama più gli animali (inclusi i suoi cagnolini corgie fotografati da Business Week a fianco di palazzi e tenute) delle persone: quel che è certo è che ama vederli vincere (i cavalli) e secondo alcuni non si trattiene dal fare puntate, mandando a scommettere naturalmente qualcun altro per conto suo. È Tattersalls, la più famosa casa d’aste per equini al mondo, di base a Newmarket, a nord-est di Londra, ad avere stimato il valore dei destrieri di Sua Maestà. Altri beni sono più difficilmente quantificabili: Bloomberg nota che la regina possiede anche una collezione di piccioni da corsa. E poi ci sono tutti i doni preziosi che ha ricevuto nel corso del suo lungo regno, diventato di recente come si diceva il regno più lungo della storia britannica, visto che è sul trono da oltre 63 anni e 217 giorni, avendo così sorpassato il record precedente della regina Vittoria, sua antenata e trisavola. Ma è un lungo regno nel corso del quale la regina ha visto diminuire gradualmente la propria ricchezza rispetto a quella dei più fortunati tra i suoi sudditi, tanto che la regina non è neppure l’aristocratico più ricco d’Inghilterra: ha più soldi di lei il duca Grosvenor di Westminster, proprietario di circa mezza Londra. Dal 1952, quando Elisabetta salì al trono, ad oggi, il numero dei miliardari è cresciuto a dismisura: basti dire che ha un patrimonio più grande del suo anche la scrittrice J.K. Rowling, grazie ai libri su Harry Potter. “La nostra sovrana è meno ricca di quanto molti immaginano”, commenta Sally Bedell Smith, autrice di una delle sue numerose biografie. Sarà per questo che ha fama di essere parsimoniosa e ordina sempre ai valletti di spegnere la luce quando escono da una delle 775 stanze di Buckingham Palace. Qui sopra, Buckingam Palace, 775 stanze e un valore accertato di circa 2 miliardi di sterline, che però risulta intestata a una fiduciaria che cura gli interessi dei Windsor. Nelle foto a sinistra, dall’alto, un complesso residenziale della famiglia Cardogan venduto recentemente a Londra per 60 milioni di sterline, e Lochmore Lodge nel Sutherland di proprietà di Gerald Grosvenor, sesto duca di Westminster.
Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 21/9/2015