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 2015  settembre 23 Mercoledì calendario

Figurine per Sette - A San Salvatore Monferrato le facce dei cittadini sono state messe in un album delle figurine: «Per realizzare un gigantesco selfie della comunità abbiamo suddiviso le categorie, sportivi, medici, negozianti, professori

Figurine per Sette - A San Salvatore Monferrato le facce dei cittadini sono state messe in un album delle figurine: «Per realizzare un gigantesco selfie della comunità abbiamo suddiviso le categorie, sportivi, medici, negozianti, professori. Le figurine si comprano in edicola e con il ricavato ogni associazione ha un piccolo sostegno economico», dice il sindaco. Il comune è stato premiato dall’Anci. L’origine delle figurine risale alla metà dell’Ottocento, con l’invenzione della cromolitografia, una tecnica nata in Francia nella seconda metà dell’Ottocento come evoluzione della litografia (si incidevano disegni su pietre, quindi, dopo aver preparato tante pietre quanti erano i colori che si volevano utilizzare, si stendeva l’inchiostro e si procedeva nella stampa con il torchio, sovrapponendo un colore all’altro). Ma secondo altri le figurine risalgono alle immaginette sacre del Quattrocento e già alcune incisioni dei secoli XVI e XVII ne possedevano elementi caratteristici come il piccolo formato, la presenza di titolo o didascalie, la numerazione dei pezzi all’interno di una serie. Sembra sia stato Aristide Boucicaut, proprietario a Parigi dei magazzini Bon Marché, a usare per primo, nel 1867, la figurina come veicolo pubblicitario: le regalava ai bambini che accompagnavano le mamme a fare acquisti (come soggetti usava le immagini dell’Esposizione Universale di Parigi di quell’anno, oppure, più tardi, scene agresti con bambini o allegorie di mesi). Altri grandi magazzini parigini seguirono l’esempio: ogni figurina dava diritto a usufruire gratuitamente, per una manciata di minuti, di una delle sedie a sdraio collocate lungo i boulevards parigini. Alessandro Pavia nel 1860 ebbe la grande idea di fare un album delle figurine con i Mille di Garibaldi. Le figurine, racchiuse in pacchetti, sarebbero dovute uscire ogni 15 giorni. Per completare tutte e mille le foto girò per l’Italia cinque anni. Cercava i reduci dell’impresa e faceva loro la foto, per quelli morti o introvabili riproduceva le foto che gli venivano date dalle famiglie, per chi era proprio introvabile lasciò le pagine in bianco. Immaginava di poterne vendere almeno a cento biblioteche d’Italia, supponendo che l’operazione potesse essere finanziata dai reduci, che avrebbero versato un franco al mese a testa. L’album costava 460 lire, per i tempi cifra molto alta. Garibaldi in persona scrisse da Caprera ai suoi «amici d’Italia» per una sorta di colletta: «Io la raccomando a tutti i miei concittadini - acciò contribuiscano ad una sottoscrizione di 20 centesimi per compensare le spese e le fatiche dell’egregio patriota». Non servì a nulla, Pavia morì in miseria in un ospizio per poveri di Milano. In Germania il barone Justus von Liebig, produttore di estratto di carne, nel 1874 decise di regalare figurine agli acquirenti. Molte ditte del settore alimentare seguirono il suo esempio, in pochi decenni furono stampate migliaia di figurine. I soggetti più ricercati erano piante e animali esotici, che a quei tempi potevano essere ammirati dal vero soltanto da pochi viaggiatori. La Liebig subito imitata da altre ditte, soprattutto di prodotti per l’infanzia, come le fabbriche di cioccolato (la Stollwerk di Colonia che affidava i disegni al grafico Menzel, le svizzere Sucher e Tobler). I bambini erano i soggetti più diffusi. Intorno al 1930, la Buitoni-Perugina sponsorizzò un programma radiofonico dell’Eiar: I quattro moschettieri di Nizza e Morbelli. Si trattava della parodia della storia di Dumas, un grande successo che portò al primo milione gli abbonati alle radioaudizioni. La ditta promosse la raccolta di una serie di 100 figurine disegnate da Bioletto, tra cui l’introvabile “Feroce Saladino”. Le figurine erano nella cioccolata, nei pacchi di pasta e in altri generi. Al completamento di un album si vinceva il libro I quattro moschettieri che immortalava le radioavventure di Nizza e Morbelli. Completandone 150, poi, si vinceva una Fiat Topolino. Quella delle figurine di Bioletto fu la prima grande raccolta a premi italiana e arrivò a distribuire 200 Fiat Topolino. Il Governo fu costretto a vietare i concorsi con figurine nei prodotti per porre fine alle speculazioni. Ai tempi del liceo, nel collegio Maria Ausiliatrice di Roma, Lina Wertmüller fu sorpresa a vendere libri osè rubati allo zio. I guadagni reinvestiti nelle figurine del Feroce Saladino. Le figurine Plasteco, gommose e sagomate, in vendita tra il 1965 e il 1980. Nel ‘66 escono in edicola i primi personaggi disneyani stampati in serigrafia e diffusi nelle busta Disneyland per l’editore Luigi Patuzzi. Fra i più richiesti: Topolino, Dumbo, Biancaneve, Toro Seduto, Trilli Campanellino, Peter Pan. Poi furono abbinate al formaggino Mio. La prima raccolta Panini sui calciatori nell’anno 1960-’61. Aveva Nils Liedholm in copertina. Un pacchetto costava dieci lire. Per i primi dieci anni le figurine si attaccavano con la colla. Ogni squadra di serie A era raffigurata con 14 giocatori. La prima edizione con la serie B fu quella del 1963-64. Alla prima edizione la collezione Panini vendette 3 milioni di bustine, che divennero 15 l’anno dopo e 29 il successivo. La prima figurina stampata dalla Panini: Bruno Bolchi, mediano di Inter e Nazionale, soprannominato “Maciste”. Il calciatore in rovesciata, diventato il logo delle bustine Panini, è Carlo Parola, giocatore della Juventus, il primo nel calcio italiano a utilizzare quella prodezza con frequenza. La spettacolare rovesciata immortalata dalla Panini avvenne il 15 gennaio 1950, all’ottantesimo minuto di Fiorentina-Juventus. La fotografia è di Corrado Bianchi. Nella prima versione stampata sull’album, l’omino in rovesciata aveva maglia rossa e pantaloncini bianchi, calzettoni neri a bordi gialli: era vestito così per non assomigliare a nessuna squadra esistente e quindi rappresentare un tutti i giocatori. La Fifimatic, la macchina per imbustare le figurine, ideata da Umberto Panini. Prende le figurine e le imbusta, poi espelle le scatole già confezionate con le bustine. Pierluigi Pizzaballa, portiere dell’Atalanta (e poi della Roma, del Verona, del Milan e infine ancora all’Atalanta) diventato introvabile come figurina dell’album Panini 1962-’63. Racconta: «Il fotografo veniva una volta sola nel ritiro precampionato e io facevo il militare, insomma non mi trovò. Scomparvi dalle figurine, ero il numero 1 nella prima pagina, il buco si notava. All’inizio mica mi piaceva tanto: ho vinto due Coppe Italia, ho fatto anche una partita in Nazionale e i Mondiali del 1966. Eppure mi sembrava che mi amassero solo perché valevo tre Rivera e due Mazzola». La figurina Panini venduta più cara all’asta raffigura Gianni Rivera nel 1962: è stata pagata 126 euro nel 2012 (in origine la figurina valeva due lire). Ha soppiantato, per un solo euro, il Faustino Goffi (edizioni Panini, 1968) che deteneva il precedente record. Nel 2013 una figurina di Honus Wagner, giocatore di baseball statunitense è stata valutata 2,8 milioni di dollari. L’immagine è del 1909 ed era sui pacchetti di sigarette della American Tobacco Company in un numero limitato di esemplari: lo stesso Wagner ne bloccò la produzione per non invogliare con il suo volto i ragazzini a fumare. Della figurina esistono solo 57 esemplari. In un anno la Panini produce 1 miliardo di bustine, cioè 6 miliardi di figurine. La Panini dice che non ci sono figurine introvabili: «Ogni collezione è composta da un numero di figurine pari a quelle inserite in uno o due fogli di stampa, fogli di stampa che contengono tutte le figurine una volta e che vengono stampati in ugual numero». «Essere una figurina è meraviglioso» (Gigi Buffon, collezionista) . Altre raccolte di figurine: Stampa alternativa fece quella dei serial killer italiani. Tra i mostri italiani, ritratti a matita da vari illustratori: Pietro Pacciani (il “mostro di Firenze”); Gianfranco Stevanin (collezionava peli pubici e foto di sesso estremo praticato sui cadaveri delle vittime); Marco Bergamo (tra l’85 e il ‘92 uccise a coltellate diverse donne); Maurizio Minghella (4 ergastoli per aver seviziato, stuprato e strangolato altrettante ragazze); Luigi Chiatti (il geometra che uccise Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci); Leonarda Cianciulli di Correggio (invitava anziane signore a casa, le uccideva a colpi di scure e usava i resti per arricchire il gusto dei suoi biscottini e individuarne il sapore). La prima collezione di figurine Panini non calcistica fu “Aerei e Missili”, del 1965, seguita da “Animali di tutto il mondo”, nello stesso anno. Le Skifo Card, prodotte nel 2009, che se strofinate emanavano puzze. Ci furono bambini intossicati. In Italia ci sono più di 100 fiere specializzate in collezionismo di figurine.