Andrea Pira, MilanoFinanza 22/9/2015, 22 settembre 2015
BANCHE CINESI NEL MIRINO DI
S&P –
Il sistema bancario cinese non convince Standard& Poor’s. L’agenzia di rating statunitense ha rivisto al ribasso, da stabile a negativo, l’outlook sui rischi degli istituti d’oltre Muraglia. La revisione è stata dettata principalmente dall’aumento delle sofferenze e dei prestiti, nonostante il rallentamento della crescita economica del Paese asiatico. «Il rischio di credito del Paese potrebbe continuare a peggiorare», scrive Qiang Liao, autore dell’analisi. «Crediamo ci sia una possibilità su tre che l’esposizione delle banche cinesi verso il settore non finanziario e verso quello non pubblico superi il 150% del pil nei prossimi due anni».
I risultati del primo semestre diffusi all’inizio di settembre, dai quali emerge un rallentamento della crescita dei profitti per i cinque principali istituti cinesi, offrono uno spaccato delle difficoltà del sistema creditizio. Frena la China Construction Bank, i cui profitti sono cresciuti dello 0,9% contro il 9,5% dello stesso periodo di un anno fa, e frena la Agricultural Bank (+0,7% contro 12,6%). Un altro fattore di instabilità è rappresentato dai possibili contraccolpi del mercato immobiliare. «I rischi al ribasso per il mercato abitativo cinese rimangono elevati nonostante segnali di stabilizzazione nelle maggiori città», continua l’analisi di S&P. «Nonostante una ripresa dei prezzi e dei volumi di vendita nelle maggiori città nei primi sei mesi del 2015, riteniamo che il mercato abitativo cinese resti molto esposto alle correzioni, dato l’eccesso di offerta in molti piccoli centri dopo anni di boom nelle costruzioni».
La scorsa settimana era stata Moody’s a segnalare le pressioni crescenti sia sulla qualità degli asset sia sui margini. Preoccupa in particolare il peso dei crediti deteriorati. I dati ufficiali indicano un’incidenza dei non performing loans dell’1,45% sul totale degli impieghi. Il governo cinese ha più riprese evidenziato come la percentuale sia inferiore a quelle riscontrate in altri Paesi. Come sottolinea il settimanale Caixin, l’ammontare delle sofferenze potrebbe essere tuttavia sottostimato. Lo scrive la stessa Moody’s sottolineando di aver riscontrato un numero crescente di crediti in scadenza da almeno 90 giorni, non catalogati come npl.
Il settore bancario tradizionale si trova inoltre costretto a fare i conti con lo sviluppo della finanza online e dei servizi forniti da attori online puri, come Alibaba con il servizio di pagamenti Alipay oppure come Tencent con Tenpay. A breve potrebbe entrare in questa partita anche Apple, che ha registrato una società nella zona di libero scambio commerciale di Shanghai lo scorso 10 giugno e punta a sbarcare con il proprio servizio di pagamenti in rete. Di questi giorni è quindi la notizia che due banche della Cina continentale, la Merchant e la Ningbo Bank, hanno annunciato una politica di commissioni zero per le proprie transazioni online domestiche. Tale politica è sponsorizzata anche dal vicegovernatore della banca centrale Fan Yifei, che in una recente intervista ha ricordato che i nuovi attori del mercato operano già con commissioni vicine allo zero, esortando quindi gli istituti tradizionali ad adeguarsi.
Andrea Pira, MilanoFinanza 22/9/2015