Luciana Grosso, D, la Repubblica 19/9/2015, 19 settembre 2015
BAMIYAN RINASCE IN 3D
Il mondo inorridì quando, nel marzo del 2001, i talebani guidati da una cieca furia iconoclasta ridussero in polvere i Buddha di Bamiyan, due colossali statue antiche di 1500 anni (sacre per i fedeli buddhisti che un tempo abitavano la zona). Le statue, le due più grandi riproduzioni di Buddha conosciute al mondo, erano state fatte brillare perché ritenute blasfeme e in quanto riproducevano una divinità indigesta al regime di Kabul. Poi, la storia ha preso un’altra direzione, c’è stata una guerra e i talebani oggi non hanno più in mano l’Afghanistan. Niente, però, ha potuto restituire al mondo la bellezza di quelle due sculture e ogni tentativo di ricostruzione è caduto nel vuoto. Ora la coppia di miliardari e viaggiatori cinesi Zhang Xinyu e Liang Hong ha deciso che i Buddha possono tornare almeno a essere visibili: così hanno finanziato un progetto per riprodurre l’immagine delle statue distrutte in 3D. La prima proiezione, con il benestare dell’Unesco e delle autorità afghane, è stata vista da centinaia di abitanti della regione e curiosi. E ha permesso, soprattutto ai ragazzi che dei Buddha avevano solo sentito parlare, di farsi un’idea della loro bellezza e imponenza. Ora c’è chi propone di farne un’installazione permanente.
Luciana Grosso