Roselina Salemi, D, la Repubblica 19/9/2015, 19 settembre 2015
SCRIVIMI SE MI VUOI
Sembrava un fenomeno giovanile, ragazzi disinibiti o che tentano di esserlo mandando messaggi espliciti o foto – il petto, la coscia, un tatuaggio sul posteriore – e invece, sorpresa, il sexting (fusione di sex e texting) piace moltissimo anche a fasce più adulte. A chi vive relazioni avventurose e usa con disinvoltura i social network e ai classici fidanzati-conviventi.
Uno studio di Relate, Marriage Care and Relationships Scotland su 6mila persone ha scoperto che fino ai 35 anni è diffusissimo. Lo pratica il 50%, considerandolo un’ottima cosa, la spezia che aggiunge sapore e sorpresa a una ricetta troppo tradizionale. Nelle coppie di lungo corso (18%) ha un impatto positivo sulla dinamica del desiderio. Insomma, sessaggiare, neologismo di grande successo, è normale come dare il bacio della buonanotte su Skype. Poi lo studio spiega che si fa sexting più tra fidanzati (49%) che tra sposati (29%) moltissimo tra amanti e meno tra mariti e mogli (ma una coppia su 5 continua anche dopo 15 anni di matrimonio).
Pensate a quante fantasie erotiche partono da uno smartphone con WhatsApp e lasciano una scia immateriale nei server: 400 milioni di messaggi ogni 24 ore, quasi un’enciclopedia del desiderio, se fosse possibile compilarne una. Il corteggiamento è messo a nudo, la possibilità di equivoco ridotta a zero, i sensi sollecitati. Meglio adesso o quando a una certa intimità si poteva solo alludere con eleganti giri di parole? Umberta Telfener, psicologa e psicoterapeuta autrice del saggio La manutenzione dell’amore (Castelvecchi) pensa che il sexting possa essere utile: «È un modo per essere presenti nella vita dell’altro, fantasticare insieme, introdurre stimoli creativi, ma è un antipasto, non tutta la cena. Se non si crea vera intimità, condividiamo immagini private senza nemmeno conoscerci. È diverso invece per chi sente il peso della routine. La relazione stabile genera sicurezza ma può spegnere il desiderio, che invece ha bisogno di rivitalizzarsi di continuo. Se internet aiuta a spezzare la monotonia, a inventare nuovi giochi – l’erotismo ha una forte componente di gioco – va benissimo».
Una conferma arriva dalla ricerca della Drexel University di Philadelphia presentata al meeting annuale dell’American Psychological Association. Degli 870 volontari (18-82 anni) l’88% ha mandato o ricevuto messaggi e foto sexy. Sette su dieci dichiarano che il sexting ha rafforzato il legame di coppia. La terapista e counselor Denise Knoeles assicura: «Messaggi e foto erotiche possono migliorare un rapporto noiosamente prevedibile. Funziona. Non è detto che le fantasie debbano essere realizzate davvero, ma servono a creare tensione sessuale, a riscoprire la persona che abbiamo accanto. Un esempio? Sessaggiate nella stessa stanza, prigionieri di un’interminabile cena con parenti, progettando qualcosa di eccitante per dopo... ».
A giudicare dai numeri, gli italiani si impegnano. Secondo il brand antivirus McAfee il 49% della fascia 45-54 anni riceve contenuti a sfondo sexy, mentre alcuni sondaggi come il Global Sex Survey quantificano l’attività media di sexting ricevuti o spediti tra le sette e le dieci volte alla settimana. Il linguaggio base e gli acronimi si imparano in fretta: TC300 non è il modello di un’auto, ma la contrazione di 300 Thread Count sheets just washed, cioè un invito a infilarsi tra lenzuola fresche di bucato. Potete rispondere FDMCCV (acronimo italiano di Fa Di Me Ciò Che Vuoi), IWSN (I Want Sex Now, Voglio fare sesso adesso), CVD (Ci Vediamo Dopo). O anche OOM+ (ora o mai più) e se ricevete in risposta un XOXO (baci e abbracci) MMIE (mi mandi in estasi) o SDG (su di giri) si va alla grande. GNOC (Get Naked On Camera) è invece un’esplicita richiesta di foto nuda. In questo caso si usa Snapchat che, per evitare pentimenti tardivi, distrugge il messaggio appena aperto, come nei film di spionaggio. Non è sicurissima (la schermata può sempre essere fotografata), ma è già qualcosa. Come dice Irene Cao, notissima autrice della trilogia hot Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio, il sexting è «un racconto erotico che leggi e scrivi allo stesso tempo. Un gioco che connette fantasia e realtà: sai che quello che scrivi può accadere». Il brivido, il desiderio. Questo è il lato positivo, terapeutico, ma se la storia finisce, o arriva un terzo incomodo? Gli scatti rubati dal cellulare di Scarlett Johansson (il destinatario era l’ex marito Ryan Reynolds) sono stati messi in circolazione da un hacker, i filmini porno di Paris Hilton e Kim Kardashian con ex preistorici sono ancora on line. E proprio una galeotta foto di sexting (professore universitario sposato ha una relazione con studentessa e la mette incinta) è al centro della serie di Shonda Rhimes Le regole del delitto perfetto. La parte del corpo che il marito inquieto spedisce alla ragazza poteva anche non essere identificabile, ma la tappezzeria della camera sì...
Qui si apre un capitolo pericoloso circa le azioni di revenge-porn: fidanzati che diffondono filmati piccanti girati con l’ex e sconfinano nel cyberbullismo e nel ricatto. O se anche non lo fanno, provocano serie angosce nella donna che teme di vedersi trasformata in un’involontaria attrice hard. Ne parla il corto Take Control, di Marco Bitonti, presentato fuori concorso al Festival di Cannes e ispirato a una vicenda vera.
«Il sexting», spiega Telfener, «va praticato sapendo cosa significa e non con leggerezza. È sempre un gesto estremo, come se non ci fosse un inconscio. Non garantisce il passaggio dal desiderio all’erotismo, che richiede l’unione di realtà, immaginazione e simbolismo. Invece, perché abbia senso, deve essere il punto di partenza di un dialogo basato su valori emotivi condivisi. Se viene usato per creare una risposta, alzando il tiro, diventa pura provocazione. Eppure è diffusissimo, per una ragione: l’intimità vera fa paura. Deleghiamo la comunicazione alla tecnologia, al “mi piace/non mi piace”. Potremmo virtualizzare tutto, avere una storia via webcam, intensa, anche senza alcun contano fisico. Prendiamo il sexting per quello che è: uno strumento, utile a migliorare una relazione». E se siete timidi la rete è un pozzo di frasi fatte. Esempio: «Ora che la giornata è andata, l’ultima cosa che resta da farmi sei tu» (meglio accompagnare con foto maliziosa). Altro che giri di parole.