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 2015  settembre 22 Martedì calendario

MANIACALE

«Sono un ragazzo che ha una passione e la coltiva. Resto al campo dalle 9.30 alle 12, poi dall’una e mezza alle cinque, anche se non c’è allenamento: lavoro in palestra e sul campo. Non merito l’immagine classica del calciatore superficiale, sono maniacale» (Riccardo Saponara).

DROGA «Ho capito che solo allenare mi poteva riportare l’adrenalina del campo, della competizione. Quando smetti ti manca troppo, ne hai bisogno, come una droga. Ti manca anche lo stress, la tensione del viaggio in pullman dall’albergo allo stadio. Mentre la vivi ti sembra negativa, ma entrare a San Siro per una partita di Champions è un’emozione unica» (Alessandro Nesta, ora allenatore del Miami Fc).

OSTAGGI «Non è mica colpa dei tanti stranieri se il nostro calcio vive un momento di profonda crisi. Il problema è che il sistema così com’è tiene ancora ragazzi di vent’anni ostaggio delle squadre “Primavera”. E quelli che finiscono in prestito in Lega Pro non tornano più alla casa madre. Così, la maggior parte in poco tempo si perde nel dilettantismo o abbandona» (Simone Perrotta, oggi “sindacalista” del pallone).

ALTI E BASSI «È quello che ho imparato nella mia breve vita di 27enne, ci sono sempre alti e bassi, non è mai tutta in salita o tutta in discesa, è fondamentale sapere gestire i momenti di difficoltà. Fa la differenza nella crescita non solo personale ma anche di chi ti sta vicino» (Danilo Gallinari).

BAMBINE «In campo io ero più calma e disciplinata. Anche come carattere: timida, parlavo poco, non rispondevo mai all’allenatore. Flavia invece era già esuberante, aperta, impulsiva. Quando vincevo lei s’incazzava e spaccava la racchetta. A New York, il 12 settembre, non eravamo più le bambine di Brindisi e Taranto» (Roberta Vinci, parlando di Flavia Pennetta).

MOTORI «È nell’interesse della Formula 1: se la Ferrari vuole che ci sia ancora la Red Bull nel Mondiale, deve darci i motori. Marchionne, un uomo di larghe vedute e vero sportivo, ha indicato all’inizio dell’anno che gli sarebbe piaciuto fare un passo del genere» (il team principal della Red Bull Christian Horner).

PALLE «Se avessi fatto passare Sainz, mio padre mi avrebbe dato un calcio nelle palle» (Max Verstappen e l’ordine di scuderia a cui ha disobbedito).