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 2015  settembre 22 Martedì calendario

LE SCOSSE DEL TERREMOTO A WOLFSBURG NON SONO FINITE

La frode dei diesel Volkswagen è un terremoto che ha fatto cadere ieri Volkswagen in Borsa ma che potrebbe avere, nei prossimi giorni e settimane, conseguenze a largo raggio. Quali?
La multa
Dal punto di vista finanziario, il colpo per Vw sarà forte ma non mortale. Difficilmente le autorità Usa, per quanto irritate dal comportamento dei tedeschi e desiderose di fare la voce grossa, rischieranno di mandare al tappeto un gruppo che - non dimentichiamolo - è da qualche anno anche un costruttore americano, con la fabbrica di Chattanooga da cui escono le Passat per il mercato locale. La multa sarà quindi probabilmente superiore al record inflitto a Toyota nel 2010 (1,2 miliardi di dollari) ma nettamente al di sotto degli ipotetici 18 miliardi di dollari. È vero che nel caso Vw c’è una frode volontaria, ma la stessa General Motors è stata punita di recente con una sanzione di 900 milioni di dollari per il caso dei blocchetti di accensione difettosi che ha provocato oltre 100 vittime.
La reputazione
La multa non è però l’unica conseguenza negativa per Vw. C’è il costo dei richiami, che potrebbe essere comunque consistente (c’è chi si spinge ad ipotizzare un obbligo di riacquisto); le eventuali cause per danni; e non da ultimo l’impatto sulla reputazione di Volkswagen, che potrebbe essere danneggiata anche qui in Europa. «Il comportamento di Vw sa di un’officina di periferia che vuol far passare la revisione a una carcassa, più che del gruppo automobilistico che ha il maggior budget mondiale di ricerca e sviluppo» scrive Arndt Ellinghorst, analista di Isi Evercore.
Chi pagherà?
Ancora da decifrare sono le conseguenze interne a Volkswagen sul piano manageriale, ma è chiaro che la posizione del numero uno Martin Winterkorn si fa sempre più traballante. Per ora non è emersa nessuna ipotesi sulle responsabilità, ma non è da escludere che ai probabili ingegneri e capi dipartimento si risalga fino al vertice della piramide manageriale. Il mandato di Winterkorn alla guida del consiglio direttivo dovrebbe in teoria essere rinnovato fino al 2018, e il via libera era previsto proprio venerdì dal consiglio di sorveglianza. Ma la convocazione del presidium per domani rimette tutto in gioco. Si noti che, viste le difficoltà recenti del gruppo, qualche analista ha suggerito che un eventuale nuovo terremoto al vertice potrebbe avere un impatto positivo.
Il settore
Più incerto è l’impatto sul settore. In Germania si sono già levate le prime voci di politici preoccupati che lo scandalo porti un duro colpo alla credibilità dell’intera industria, che è di gran lunga la più grande d’Europa ed è il maggior datore di lavoro privato del Paese. Anche per questo le pressioni per una rapida “pulizia” al vertice di Vw crescono di ora in ora. Le concorrenti tedesche di Vw - Bmw e Mercedes - sono finora completamente estranee alla vicenda, ma potrebbero subire un danno indiretto negli Usa se dovessero crollare le vendite di motori diesel (come conferma il calo in Borsa anche dei loro titoli).
I motori diesel
La popolarità del motore a gasolio è storicamente bassa negli Usa e rischia ora di subire un colpo mortale. Volkswagen e soci stavano cercando da anni di rilanciarlo con la campagna sul “Clean diesel”, campagna che aveva trovato un autorevole sostegno proprio nell’Epa, l’ente americano per la protezione dell’ambiente. Quattro anni fa, all’inaugurazione della fabbrica Volkswagen di Chattanooga, Ray LaHood - ministro dei Trasporti - definì il Clean diesel «un pilastro della politica energetica Usa». Chi potrebbe approfittarne ora, fra gli altri, è l’arcirivale Toyota, che da vent’anni scommette sui motori ibridi (a benzina ed elettrico) come soluzione per ridurre consumi ed emissioni.
Software über alles
Qualche lettore di mezza età si ricorderà quando, negli anni 70, i motorini da 50cc di cilindrata venivano consegnati con un carburatore “strozzato” e venivano poi “truccati” cambiando le dimensioni del condotto di alimentazione. Il caso dei motori diesel Volkswagen non è in fondo molto diverso, ma è stato realizzato tramite il software della centralina del motore:?un mezzo meno costoso e più difficile da smascherare. Al Salone di Francoforte di questi giorni, tra le parole d’ordine c’erano la digitalizzazione dell’auto e i rischi che ciò comporta per il potenziale accesso all’auto da parte di hacker. Nel caso di Vw gli “hacker” erano all’interno...