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 2015  settembre 20 Domenica calendario

TASSE NON PAGATE PER 91,4 MILIARDI

La montagna da scalare è ancora alta. Il tax gap misurato dall’ultima versione del rapporto sull’evasione fiscale allegata alla nota di aggiornamento al Def ripropone il problema dell’evasione fiscale in Italia in tutte le sue enormi proporzioni.
Il valore medio delle imposte sottratte a tassazione (Iva, Irpef e Ires su imprese e lavoro autonomo e Irap) nel periodo 2007-2013 ammonta a circa 91,4 miliardi. A guardare il bicchiere mezzo pieno è riscontrabile un miglioramento rispetto al precedente periodo 2001-2006 quando la “distanza” era quasi di 93,6 miliardi. Se però si fa riferimento al rapporto con il Pil (sterilizzando l’impatto delle pubbliche amministrazioni) stiamo parlando di una quota del 6,6 per cento. Una stima un po’ rozza ma che comunque fa capire gli ordini di grandezza in campo è che, proiettando il dato delle riscossioni da lotta all’evasione da tributi erariali 2014 (11,7 miliardi) sull’ultimo tax gap, la quota recuperata si ferma intorno al 13%, nonostante il trend in aumento degli ultimi anni.
Questo dimostra quanto il problema sia radicato e tutt’altro che facile da superare. Del resto, la distribuzione regionale «sia in termini di assoluti che in intensità – come ammette l’ultima release del rapporto predisposto dal Mef – si presenta fortemente eterogenea». E se nelle regioni settentrionali si registrano i valori assoluti più elevati, in quelle meridionali si manifestano livelli di intensità che sfiorano il 60 per cento. Tradotto in altri termini 60 centesimi di gettito per ogni euro regolarmente versato. La cartina di tornasole dell’evasione italiana (ma non solo).
Il monitoraggio effettuato dalla Comissione europea mette in evidenza come la media 2012-2013 del gap Iva rapportato all’Iva potenziale oscilli tra il 4% di Finlandia e Paesi Bassi a un massimo del 42% della Romania. L’Italia è, purtroppo, subito a ridosso dei valori top, preceduta solo da Romania, appunto, Lituania, Slovacchia e Grecia. Ancor più preoccupante il dato in valore assoluto che per il nostro Paese è di 26 miliardi di euro con tutti gli altri partner europei nettamente distaccati: Germania (24 miliardi), Regno Unito (16 miliardi) e Francia (19,5 miliardi).
Ma la questione non riguarda solo le imposte “connesse” alla produzione. Nel 2013 il tax gap Imu (differenza tra imposta teorica e imposta effettiva senza considerare terreni, fabbricati rurali strumentali e aree fabbricabili) è stato del 28,1%, ossia pari a 5,5 miliardi di euro, con un picco massimo in Calabria del 40,6 per cento.
M.Bel. e G.Par., Il Sole 24 Ore 20/9/2015