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 2015  settembre 22 Martedì calendario

Oggi mi avvalgo del grande privilegio che Dio mi ha concesso: essere un vecchio signore intellettualmente libero, economicamente e professionalmente non ricattabile, dotato di memoria storica ancora accettabile, che può scrivere su un giornale libero, un editore liberale, un direttore rispettoso delle diverse sensibilità

Oggi mi avvalgo del grande privilegio che Dio mi ha concesso: essere un vecchio signore intellettualmente libero, economicamente e professionalmente non ricattabile, dotato di memoria storica ancora accettabile, che può scrivere su un giornale libero, un editore liberale, un direttore rispettoso delle diverse sensibilità. Questo pezzo l’ho scritto nella notte che è seguita alla serata di domenica, concluso lo spoglio dei voti delle terze elezioni greche del 2015. Ho volutamente evitato di ascoltare o leggere i commenti dei colleghi della stampa italiana e internazionale. Considero i tweet degli sputi della mente, così a caldo ho postato questo “Tsipras ce l’ha fatta, sarà il quarto a scopa della Troika”. Alcuni follower birbanti volevano che anziché scopa scrivessi rubamazzo. Mi pareva poco elegante. La storia della Grecia “europea” si è conclusa, quegli idioti di cittadini greci c’hanno messo nove mesi e tre votazioni ma finalmente hanno capito, autonomamente, come dovevano votare (il 49% che non ha votato dovrebbe vergognarsi, si è dimenticato che potrebbero chiudere nuovamente gli sportelli bancari?). Ora gli eurocrati e la stampa serva possono scrivere, con sussiego, che il voto popolare ha emesso la sua sentenza definitiva, e la bassa affluenza è l’amara consolazione dei trombati. A futura memoria, racconto alcuni flash, non autorizzati e superficiali, della storia greca del dopoguerra. Come dicono i CEO nei Consigli di Amministrazioni delle grandi corporation “diamo per letto il verbale”, pure noi diamo per conosciuto tutto ciò che è successo: sconcezze di ogni genere, di sinistra e di destra, prima della richiesta di ingresso nella mitica Europa. E’ ormai acquisito che i “numeri” per entrare in Europa furono falsificati dalla Classe Dominante greca dell’epoca (era un “nazareno” ante litteram, dove destra e sinistra si confondevano), ma non avendo la professionalità necessaria (oggi bisogna rivolgersi a consulenti specializzati persino per delinquere) si rivolsero al top dell’eccellenza mondiale per questo tipo di operazioni, Goldman & Sachs, che a sua volta supportava pure Bruxelles. G&S è da sempre l’utero in affitto nel quale vengono riprodotti i leader della politica, dell’economia, del management occidentale (a quelli scartati viene assegnato il Nobel) e la stanza di compensazione di ogni azione politico-economica. Le Monde, quando raccontò la deposizione di Berlusconi del 2011, per due degli attori, Draghi e Monti, ex G&S, coniò una locuzione molto suggestiva: il loro “lato ombra”. Ecco, il caso Grecia è un gomitolo di “lati ombra”: le forniture militari (obsolete) di Germania e Francia (con persino un sommergibile non idoneo a immergersi), il salvataggio dei crediti delle banche francesi e tedesche, e potrei continuare all’infinito avvalendomi dei miei ritagli di giornale. Di contro, i greci hanno banchettato con i quattrini degli altri Paesi europei, praticando ogni tipo di sconcezza. Se l’Europa fosse stata una cosa seria avrebbe dovuto fare un repulisti interno radicale di tutti i suoi “lati ombra” (umani e procedurali), abbandonare quindi la Grecia al suo destino. Ciò non è avvenuto perché l’Europa stessa non solo è “tutta e costantemente all’ombra”, ma è in via di decomposizione (sarà l’immigrazione a darle il colpo finale?). Domenica abbiamo assistito alla farsa finale, la “normalizzazione europea” del Paese, con la maggioranza, come vuole il protocollo, a due partiti artificiali (evirati), uno cosiddetto di sinistra, Syriza, uno cosiddetto di destra, Nuova Democrazia, esattamente come il PSE e il PPE. Per fingere che c’è una Destra e una Sinistra, Tsipras governerà con il partito (di destra) Anel, e Nuova Democrazia andrà formalmente all’opposizione. In fondo il modello italiano: Renzi-Alfano (con Verdini di scorta) e Berlusconi finto oppositore. Tutto si tiene, come dicono i colti. Lo confesso, per uno nato nell’anno top del Fascismo (1934), i risultati elettorali in diretta sono, anche a ottant’anni, un momento di pathos. Domenica sera ho provato lo stesso pathos della finale Pennetta-Vinci.