Massimo Sideri, Corriere della Sera 20/9/2015, 20 settembre 2015
SE LA LIRA DIGITALE SARDA È UN SUCCESSO A METÀ
Ora che il Sardex, la «moneta» sarda che ha permesso di sopperire alla crisi di liquidità a livello locale, è stata scoperta anche dal Financial Times , si potrebbe cadere nella tentazione un po’ provinciale di guardare con orgoglio a un successo italiano. Perché un successo, questo va detto, lo è stato: in questi anni di difficoltà economiche che in Sardegna si sono fatti sentire in maniera più accentuata, il Sardex è stato usato per oltre 30 milioni di transazioni. In Sardegna con questa sorta di moneta digitale che fa da riferimento per il baratto (la stessa lira, termine che viene da libbra, fu introdotta in epoca carolingia come moneta di riferimento virtuale per il soldo d’argento) si possono pagare l’idraulico, il commercialista, la pizza. Provare per credere.
Per aiutare i fondatori del Sardex a trovare delle vie alternative (o «disruptive», come vuole il dizionario californiano dello startupper di successo) è stata anche la mentalità isolana dei sardi, abituati storicamente a trovare delle soluzioni interne per sopperire all’isolamento: basti pensare all’ottima birra Ichnusa, prodotta perché era troppo difficile importarne altre, o alla singolarità del partito Sardista negli anni Ottanta.
In qualche maniera nel Sardex — e non suoni come una critica ma piuttosto come uno stimolo — è anche possibile scorgere i limiti delle start up italiane, troppo abituate a pensare ai confini geografici come a una zavorra che non permette a queste nuove mongolfiere digitali di spiccare veramente il volo. Per dire: un ipotetico «californiex» avrebbe potuto sicuramente godere di ben altri ecosistemi e di finanziamenti milionari che in Italia sono poco più di un miraggio. Ma di certo non sarebbe nato per soli californiani. Mentre qui molte start up vengono pensate timidamente solo per l’Italia.
Il deserto finanziario in cui questi neoimprenditori devono muoversi è oggettivo: in tutto il Paese vengono investiti 80 milioni l’anno. In Israele si procede per miliardi. Ma in attesa di una maggiore lungimiranza da parte degli investitori, il Sardex provi a diventare l’«Universix».