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 2015  settembre 20 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 56

(Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia)

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QUEL PATTO SUL SUDTIROLO –
Errori.«Il guaio della recente storia sudtirolese è che spesso i torti sono stati corretti con altri torti, i vecchi errori con nuovi errori» (Alexander Langer, intervista a Storia illustrata, 1987).
Trattato. Il 10 settembre 1919, dieci mesi dopo la fine della prima Guerra Mondiale, Austria e Italia firmarono il trattato di pace di St. Germain-en-Laye che fissò il confine settentrionale del nostro Paese seguendo la linea geografica dello spartiacque delle Alpi, al Brennero, e non come avrebbe voluto l’allora presidente americano Thomas Woodrow Wilson seguendo il principio di nazionalità.
Cittadini. Con il trattato di St. Germain l’Austria perse 200mila cittadini.
Italiana. «Renderemo italiana quella regione, perché è italiana; italiana geograficamente, italiana storicamente» (Benito Mussolini, discorso alla Camera dei deputati del 6 febbraio 1926).
Totalitarismo. «Secondo Hannah Arendt il totalitarismo è una forma di dominio radicalmente nuova, perché non si limita a distruggere le capacità politiche dell’uomo isolandolo in rapporto alla vita pubblica, come facevano le vecchie tirannie e i vecchi dispotismi; ma tende a distruggere anche i gruppi e le istituzioni che formano il tessuto delle relazioni private dell’uomo, estraniandolo così dal mondo e privandolo fino del proprio io» (dal Dizionario di politica di Bobbio, Matteucci e Pasquino).
Italianizzazione. L’Italianizzazione del Sudtirolo avvenne in tre fasi. La prima, dal 1922 al 1935, prevedeva tra l’altro il divieto di parlare il tedesco, la soppressione dei giornali in tedesco, l’italianizzazione della toponomastica, la messa al bando di associazioni e partiti tedeschi. La seconda fase, dal 1935 al 1938, facilitò la creazione, a sud di Bolzano, di un’area industriale dove alcune grandi industrie piemontesi e lombarde, grazie agli incentivi di regime, spostarono la loro produzione o iniziarono nuove attività. La terza fase, dal 1938 al 1939, vide l’arrivo dei nazisti.
Hitler. «È mia irrevocabile volontà e mio desiderio futuro che il popolo tedesco consideri intoccabile il confine delle Alpi che la natura stessa ha posto tra i nostri due Paesi» (Adolf Hitler, maggio 1938).
Sudtirolesi. Il 22 giugno 1939 venne firmato a Berlino un patto italo-tedesco che consentì ai sudtirolesi di «optare fino al 31 dicembre 1939 per la cittadinanza germanica con l’obbligo dell’espatrio, o per il mantenimento della cittadinanza italiana, rinunciando a qualsiasi diritto di tutela del loro carattere etnico».
Opzione. Dei 246.036 aventi diritto all’opzione nella provincia di Bolzano inclusa la Bassa Atesina, 211.799 optarono per la cittadinanza germanica e 34.237 per il mantenimento di quella italiana. Fra coloro che avevano optato per la Germania, 75mila espatriarono.
Tedeschi. I tedeschi volevano i sudtirolesi per arruolarli nell’esercito tedesco. Ma «nonostante tutte le minacce, 276 sudtirolesi si rifiutarono di combattere per Hitler, che aveva tradito la loro patria». Dall’8 settembre 1943 fino alla fine della guerra 24 altoatesini furono fucilati per resistenza al regime nazista, 166 furono deportati nei campi di concentramento, 140 imprigionati.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 20/9/2015