Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 19/9/2015, 19 settembre 2015
IL SUPERMANAGER DELLA MUSICA CLASSICA
«Molti amici mi hanno scritto che ancora più della mia storia professionale ammirano come mi sono ritirato. Ma nessuno, a cominciare da me stesso, immaginava che in questa nuova fase della mia vita sarei diventato un impresario di musica classica», sorride Antonio Belloni, ideatore di «Sulle Note», una formula di lezioni-concerto che, volutamente senza sponsor né soldi pubblici, in sole due stagioni ha conquistato a Milano un pubblico di veri appassionati.
Belloni, 65 anni, rampollo dell’alta&sobria borghesia genovese (studi all’istituto Arecco dei gesuiti, lezioni di pianoforte dall’età di 7 anni, smash al Park tennis, laurea in Economia da 110 e lode ) si è costruito un solida carriera di supermanager. Dopo aver lavorato a Parigi e Londra nella Merzario, azienda a quei tempi della sua famiglia, a Milano Marco Tronchetti Provera lo vuole amministratore delegato di Camfin. Poi, 1998, e per 8 anni chiave nella storia del gruppo di Novara è, accanto a Mario Drago ai vertici di De Agostini, Toro Assicurazioni, Lottomatica. Infine, 2006, entra in 3C Partners, uno dei più antichi e principali fondi europei di private equity.
«Dopo tanti anni di grandi soddisfazioni e forte impegno sentii che era venuto il momento di staccare per seguire le mie passioni e anche cercare di restituire un po’ della fortuna che ho avuto dalla vita. Era più logico provarci a 60 che a 75 anni». Con 18 mesi d’anticipo, Belloni comunica la decisione ai suoi partner. È giugno 2011. Per coincidenza negli stessi giorni va in pensione anche sua moglie, Francesca Manca, magistrato a Milano. A settembre comincia la sua nuova vita dal pianoforte rimasto per anni chiuso in casa. «A Genova andavo dalla leggendaria maestra Martha Del Vecchio, tra i suoi allievi ricordo bene Dino Ciani (l’artista scomparso in un incidente nel 1974, a soli 33 anni, ndr). Io non ero così dotato. Anzi. Facevo una fatica bestia. Ho ripreso a studiare con Elena Zuccotto, che con infinita pazienza ha fatto con me un lavoro pazzesco. Avevo le dita dure come cemento e molti errori d’impostazione mai corretti».
Pianista, compositrice, presidente dell’associazione «Albero della Musica» (uno dei nuclei dell’orchestre e cori giovanili nati sulla scia dell’esperienza del venezuelano Antonio Abreu), Zuccotto un bel giorno, finita una sonata di Mozart, mostra al volenteroso allievo le immagini di una lezione-concerto tenuta al teatro Dal Verme dal pianista Emanuele Ferrari, eclettico musicologo, laurea in Filosofia e prof al dipartimento di Scienze umane per la Formazione dell’Università Bicocca. «Rimasi fulminato», ricorda Belloni. «Qualità del suono e incredibili doti di comunicatore. Emanuele porta alla comprensione profonda della musica scomponendo un brano, frase per frase, battuta per battuta. Il tutto con un linguaggio per nulla palloso, attraverso un continuo, trasversale gioco di richiami, aneddoti, rimandi».
Affascinato dal geniale Ferrari, nel marzo 2013 Belloni decide di organizzare una serata per amici. Un test per vedere se lanciare questa formula. Rischioso? «Più che altro per la mia faccia! Ma, come dice qualcuno, la difficoltà nella vita professionale è sempre quella di non impegnarsi nelle cose facili perché sono capaci di farle tutti e non impegnarsi nelle cose difficili perché è una perdita di tempo. Meglio tentare quelle improbabili». Creata l’Associazione no profit «Sulle Note», Belloni, dopo le prime 2 serate overbooking, ha trovato un teatro, il Litta, con 200 posti disponibili per gli abbonati (40 euro l’iscrizione più 100 a serata). Altro che Scala! Il 22 ottobre partirà la terza stagione: il maestro Emanuele Ferrari suonerà e spiegherà la «Danza Ungherese n.1 in sol minore» di Brahms. In sala le rosse poltrone (i posti sono liberi) accolgono un pubblico che detesta certa mondanità.
Operazione d’élite? Replica Belloni: «Dal primo giorno siamo in pareggio economico. Non ho voluto sponsor né soldi pubblici inaffidabili e rarefatti, ma dalla terza lezione ho fatto registrare le serate: ora sono trasmesse sul canale Classica di Piero Maranghi. Per dirla come Piero, noi facciamo della militanza a favore della musica classica!».
Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 19/9/2015