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 2015  settembre 19 Sabato calendario

SENZA LUCE, IN 80 CON QUATTRO BAGNI CHIUSO IL CARA LAGER IN CALABRIA

Abusi edilizi e false documentazioni. E poi locali senza certificati di agibilità e allacci precari alle reti fognarie. Un anno dopo la sua istituzione, il Cara di Aprigliano, provincia di Cosenza, chiude. Finiscono indagati il proprietario dell’immobile e il presidente della cooperativa, Carmelo Rota, che è anche assessore Pd nella giunta comunale. Tra gli ospiti molti hanno affrontato il viaggio dalla Somalia. Si sono pigiati l’uno sull’altro in questo palazzetto fatiscente per dodici mesi. Un puntino di calce bianco e rosso disperso nella Sila Grande. In tutto sessanta persone, ma per qualche mese erano arrivate a essere anche ottanta. Quattro bagni, niente elettricità, niente riscaldamento: siamo nella Calabria montuosa, dove l’inverno nevica e le temperature scendono sotto lo zero.
Quando ieri mattina la squadra mobile di Cosenza è arrivata per lo sgombero, nella struttura c’erano solo venti ospiti della cooperativa Sant’Anna di Pedace che gestiva il Cara. Molti erano già stati trasferiti in agosto dopo una rivolta, l’ennesima. La Questura allora si era convinta che le condizioni del centro fossero incompatibili con l’accoglienza, spostandone alcuni nelle strutture vicine.
Le undici donne che vi alloggiavano erano sistemate nel seminterrato, uno spazio angusto senza finestre. Gli uomini si erano divisi tra le camerate e i vani scala. Quattro bagni in tutto. Cosenza lontana oltre cinquanta chilometri. Una ventina per il centro abitato più vicino, tutti curve e budelli. Una zona «scusagna», la definiscono in dialetto calabrese, buona per gli amanti da sedile. L’orizzonte da lì è una corriera: un viaggio di andata e un viaggio di ritorno per andare a mendicare nel capoluogo.
PRESSIONI SUI GIORNALISTI
A fine luglio si era dimessa una mediatrice culturale, dopo una primavera e un’estate di tensioni, in polemica con la Sant’Anna. Tra i soci della Coop c’è Marco Morrone, gemello omozigote del presidente del consiglio comunale di Cosenza e figlio dell’onorevole Ennio Morrone, uomo forte di Forza Italia in Calabria, oggi capogruppo nel consiglio regionale. Il rapporto tra Morrone, figlio, e Rota è strettissimo. Per capire: la Sant’Anna è appaltatrice di servizi per le cliniche private dei Morrone.
Mentre di Morrone padre alla cittadella regionale di Germaneto si sussurra che «si stia ammorbidendo con il presidente della Regione Oliverio, forse medita il grande salto nel Pd, ne ha bisogno per continuare a lavorare con le sue cliniche». Alle quali tutta la famiglia tiene moltissimo.
Una giornalista cosentina che aveva tentato di indagare su una serie di vertenze per licenziamento racconta di aver ricevuto intimidazioni. «Marco Morrone mi ha invitata in un bar di sua proprietà e mi ha spiegato che non potevo pubblicare il pezzo. Il mio editore è una persona libera. Ma davanti a questa persona, che ha il gemello presidente del consiglio comunale, non potevamo fare nulla: avevamo dei contratti in ballo con il Comune e rischiavamo di perdere tutto. Avevo anche intervistato un dipendente: l’hanno licenziato in tronco».
@unodelosBuendia
Francesco Maesano, La Stampa 19/9/2015