Lara Crinò, il venerdì 18/9/2015, 18 settembre 2015
LE VIE DELL’IMMAGINAZIONE SU GOOGLE MAPS NON CI SONO
Ai tempi di Google Maps per viaggiare non servono le cartine e per conoscere com’è fatto il pianeta basta connettersi alla rete. Eppure per immaginare «l’Altro da sé», il luogo in cui vive, la via che ci può portare dal famigliare all’ignoto, nulla è più affascinante di una mappa. Non è allora un caso che la mostra Giro del mondo in 70 mappe. Tre secoli di tesori cartografici nella letteratura per ragazzi, alla Biblioteca Civica di Verona fino al 10 ottobre, prenda il via durante Tocatì (www.tocati.it) il festival internazionale dei giochi di strada che in questo weekend anima strade e piazze della città veneta. Entrambe le iniziative infatti mettono in gioco la creatività e l’immaginazione dei piccoli, spesso schiacciata da una quotidianità domestica troppo ricca solo di tecnologia. Con questa mostra, le cui opere arrivano dalla più importante biblioteca per ragazzi a livello internazionale, quella di Monaco di Baviera, la scommessa è aprire lo sguardo di bambini e adulti esponendo le meraviglie cartografiche della letteratura per l’infanzia di tutti i continenti.
Si tratta sia di mappe di luoghi reali sia di immagini di strade, città e paesi inventati. È il caso di alcune delle «chicche» esposte: un’edizione del L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson corredata dall’illustrazione disegnata dall’autore; e ancora la cartina di A. A. Milne per Winnie the Pooh e i disegni di J.R.R. Tolkien per i suoi Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, che hanno ispirato molta della successiva narrativa fantastica. Un universo grafico da scoprire che porta con sé un messaggio speciale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, a volere fortemente l’istituzione della biblioteca di Monaco di Baviera fu la giornalista Jella Lepman. Grande promotrice della lettura infantile, era convinta che non ci fosse arma migliore per debellare definitivamente dalle menti più giovani le idee razziste e di predominio propagandate durante il Terzo Reich. Una lezione più che mai valida e cruciale anche nell’Europa di oggi.