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 2015  settembre 18 Venerdì calendario

OTTANT’ANNI DOPO IN TURCHIA SI VENDE LA CASA DI TROZKIJ


ISTANBUL. L’annuncio si presenta come tanti altri: vendesi elegante villa storica, 950 metri quadrati più altri 3550 di giardino intorno, 18 stanze distribuite su tre piani nella splendida e placida cornice di Buyukada, la più grande delle Isole dei Principi al largo di Istanbul. Ma l’attrattiva principale dell’edificio, spiega l’agenzia immobiliare, è un’altra: comprerete la casa dove ha vissuto Lev Trozkij. Fuggito dall’Unione Sovietica, il pensatore e rivoluzionario che era entrato in un mortale conflitto con Stalin si trasferì in Turchia cercando rifugio nell’arcipelago, tradizionale meta vacanziera della nobiltà di Istanbul dove tutt’oggi le auto sono vietate. Lì si stabilì per quattro anni, dal 1929 al 1933, prima di continuare le peregrinazioni che lo condussero in Messico. Ma la sua permanenza è rimasta nella memoria degli abitanti dell’isola e dei turisti di tutto il mondo. Secondo le stime di alcuni studiosi sarebbero almeno 10 mila quelli che ogni anno, soprattutto d’estate, decidono di fare un’escursione a Buyukada in cerca della casa di Trozkij. Con esito spesso deludente, visto che la villa si trova da tempo in stato di abbandono, seminascosta da una fitta vegetazione. Ad accogliere i visitatori, solo uno stretto vialetto poco curato e un cartello di pericolo dell’alta tensione. Dopo aver chiesto invano al ministero della Cultura e del Turismo turco di acquistarla e farne un museo, la famiglia locale che la possiede ha deciso di metterla in vendita. Per la cifra di 4,4 milioni di dollari sarà quindi possibile dormire nelle stanze dove Trozkij alloggiava con la seconda moglie Natalija, il nipote Seva e le guardie del corpo, o immergersi nel silenzio degli angoli in cui scrisse la sua Storia della rivoluzione russa. Nonché, assicurano a Buyukada, utilizzare la vasca per le aragoste che si dice venne costruita dallo stesso rivoluzionario sovietico.
Ma trovare un acquirente pare non sia facile. E non solo per il prezzo. Costruita alla metà dell’Ottocento dall’architetto Nikola Demades e nota anche come villa Yanaros, la struttura necessita oggi di importanti lavori di restauro – si stima un costo di almeno 800mila euro – ed è sottoposta a vincolo architettonico. Intoccabile è per esempio la facciata, che dovrà mantenere il suo aspetto originario. Ma pure sul suo utilizzo finale a scopi privati non è detta l’ultima parola. Dopo che la villa è stata acquistata dagli attuali proprietari, un nuovo piano regolatore l’ha qualificata come area di interesse culturale, aprendo la strada al suo impiego come museo. «Chiunque intenda comprare questa casa deve appartenere a una famiglia di filantropi, avere molti soldi ed essere devoto all’arte così da poter restaurare la casa e poi renderla disponibile per gli amanti della cultura» assicura il sindaco dell’isola Atilla Aytaç, del partito di opposizione socialdemocratica Chp.
A risolvere il dilemma dell’acquirente ci sta provando un gruppo di studiosi che ha avviato una campagna di raccolta fondi per trasformare definitivamente la villa in un museo. Iniziativa che secondo loro potrebbe far aumentare sensibilmente il numero di visitatori, finora spinti fin lì soprattutto dalle curiosità segnalate nelle guide e non da un vero percorso turistico. Intanto un primo esperimento è già arrivato con la Biennale di Istanbul, inaugurata il 5 settembre scorso, che ha scelto la villa di Buyukada come una delle sue location e tra le opere propone anche quella dell’artista William Kentridge, un’installazione multicanale «ispirata dal passaggio di Trozkij in Turchia».