Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 18 Venerdì calendario

DIECI «Entrare nelle migliori 10 al mondo. Sono partita per l’America che ero oltre il 50, ora sono nelle 20

DIECI «Entrare nelle migliori 10 al mondo. Sono partita per l’America che ero oltre il 50, ora sono nelle 20. Il mio tennis è diverso da tutte le altre, a volte funziona a volte no, ma se mantengo questo livello posso arrivare dove ormai non speravo più. Solo Francesco ci credeva» (Roberta Vinci). CASINI «Io e Vanda ci siamo lasciati indietro tutti i casini e abbiamo pensato solo alle nostre vite. Va benissimo. E sarà stata lei, sarà stata la vita in famiglia, ma io ora sono un uomo e un calciatore migliore» (Mauro Icardi). CONTO «Ho 25 anni, non sono più un bambino. E ho buttato via già troppe occasioni. E poi c’è la vita. Quella non la programmi. E quando ti presenta il conto all’improvviso, è li che cambi. Sono le situazioni che ti fanno maturare. Si tratti della gioia di capire cosa vuol dire essere padre o del dolore di perderlo, un padre» (Mario Balotelli). TROVATELLO «Mio nonno paterno era un trovatello, abbandonato alla nascita nella “ruota” piazzata sulla porta dei conventi dove venivano lasciati i neonati dalle mamme che non potevano o volevano tenerli. Mio nonno fu cresciuto appunto dalle suore, che gli diedero per cognome il nome di un animale, come si usava dalle mie parti a quei tempi. Castori è venuto fuori così» (l’allenatore del Carpi Fabrizio Castori). TRISTE «Ho trascorso un ultimo anno tremendo in Ucraina: giocavo poco e con l’avvicinarsi della guerra anche la vita fuori dal campo era diventata difficile. Ero sempre triste, teso, mia madre mi chiamava e mi diceva: “ritorna a casa”. A Genova ho trovato un paradiso: una bella città, il mare, un’ottima squadra» (il centrocampista brasiliano della Samp Fernando). RIMPIANTI «Ho sempre trovato la rabbia e le giuste motivazioni per ricominciare. Il rimpianto? Lo stop di Napoli: con Zeman partii benissimo, poi la mazzata. Quell’anno il torneo iniziò con un mese di ritardo, la preparazione col boemo non finiva mai. Ricordo Edmundo, mi lasciò un biglietto: “Vieni in Brasile, sarai sempre mio ospite”» (i rimpianti da giocatore del tecnico del Frosinone Roberto Stellone). PERCHE’? «Nella mia carriera ho sempre dovuto rispondere solo a me stesso. I portieri è meglio che facciano altro che allenare, vediamo il calcio in un modo distorto perché ci siamo sempre esaltati solo per la nostra bravura. Di tutto il resto ce ne siamo, bene o male, sempre fregati. Perché iniziare ora? (Sepp Maier, numero uno della Germania campione d’Europa nel 1’2 e del mondo nel ’74).