R.Boc., Il Sole 24 Ore 18/9/2015, 18 settembre 2015
CRESCITA IN ITALIA DIMEZZATA SE IL PIL IN CINA CRESCE SOLO DEL 4%
«Non dire quattro...» recita il proverbio. Il quattro da non dire, perché rovinerebbe anche le prospettive di crescita italiana, è in questo caso il numero, temuto da molti, della crescita cinese. Che cosa succederebbe all’economia mondiale se la Cina andasse incontro a una decelerazione molto più forte di quella stimata in questo momento dal suo governo?Il CsC ha fatto un po’ di calcoli e ha scoperto che se quest’anno l’incremento del Pil di Pechino dovesse attestarsi al 4% dopo il 7,3 del 2014, lo sviluppo globale scenderebbe al 2,3%: si arriverebbe cioè a sfiorare quel tasso di crescita minimo che di solito corrisponde a una recessione internazionale. Per l’Italia, spiega il rapporto, si avrebbe una decurtazione di 0,5 punti percentuali nella crescita del prodotto interno lordo: si arriverebbe cioè a un dimezzamento della crescita attualmente stimata.
Perché? Perché il contributo dell’economia cinese alla crescita mondiale è divenuto, nel corso del tempo, molto rilevante: nel 2014 è stato pari a 1,2 punti percentuali, ossia più di un terzo del 3,4% totale. La Cina, per dimensioni e legami commerciali con il resto del mondo, è divenuta cruciale nel determinare lo scenario internazionale, è stato ricordato ieri. Un suo rallentamento è fisiologico, perché ha raggiunto livelli di reddito più elevati. Ma, adesso, la chiave di volta è «nel delicato passaggio del testimone della crescita da export e investimenti a consumi, in presenza di debiti privati molto elevati». Il Centro studi della Confindustria conta, come fa la maggior parte dei previsori internazionali, che tutto questo avvenga senza inciampi e stima una crescita cinese al 6% nel 2015.
Ma se invece dovesse materializzarsi quello spettro che è circolato sui mercati finanziari durante l’estate, lo spettro dell’atterraggio brusco, le cose non andrebbero bene neanche nel resto del mondo. Con un tasso di sviluppo della Cina al 4% il suo contributo alla crescita globale si ridurrebbe nel complesso di 1,1 punti percentuali ; lo sviluppo dei Paesi avanzati si ridurrebbe dello 0,7%; quello dei Paesi emergenti non asiatici fletterebbe addirittura dell’1,8 per cento.