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 2015  settembre 18 Venerdì calendario

DOMINGUEZ SPINGE L’ITALIA: «CI STUPIRA’. MA UNO COME ME...»

Diego Dominguez, 49 anni, ex mediano di apertura dell’Italia e oggi commentatore per Sky, cosa possiamo aspettarci da questa Italrugby nella Coppa del mondo che inizia oggi?
«Lo dico per esperienza, a volte quando le cose non vanno bene può essere un vantaggio per il gruppo. La squadra si unisce nelle difficoltà, può dare più di quello che dà normalmente. E credo succederà così all’Italia, il gruppo sarà solido e questo gli farà fare bellissime partite».
Quindi la squadra che abbiamo visto nelle amichevoli non è la vera Italia.
«Per me no. Quella che ha giocato contro il Galles già gli si assomiglia di più».
Può essere l’anno giusto per passare i benedetti gironi, nonostante l’inizio in salita domani con la Francia?
«È dura. I francesi sono in un momento buono, l’Irlanda è una delle outsider. Sarà fondamentale la prestazione contro la Francia, il tuo atteggiamento nelle altre 3 partite dipende quasi tutto da quella».
Come giudica il lavoro di Brunel?
«È bravo, lo ha dimostrato in tutti i club in cui è stato. Purtroppo non ha avuto tanti giocatori di qualità».
Allan le piace?
«A questi giocatori bisogna dare 5, 6, 7 partite consecutive per vedere veramente quanto valgono. Fino adesso ha fatto una partita poi lo toglievano, mezzo tempo di un’altra e poi ancora in panchina, così è durissima, invece serve fiducia».
Può essere il suo erede?
«Direi che il mio erede manca ancora».
Perché fatichiamo a far emergere il talento?
«Perché i giocatori sono formati male. Un’apertura non può formare un pilone, un’apertura la forma un’apertura. Serve gente che ne capisca».
Se l’avessero chiamato per fare il ct?
«Non bisogna forzare le tappe (ride, ndr)».
A tal proposito, quando inizia a Tolone?
«Full time il 1° gennaio, intanto come assistant coach fino a giugno, poi da head coach. Sono già carico».
La favorita ai Mondiali?
«Sulla carta la Nuova Zelanda. Però non hanno mai vinto in Coppa lontano da casa e in tanti non sono più giovani, questo può favorire le varie outsider: Inghilterra, Francia, Irlanda e Australia». Quanto manca per rivedere un’Italia capace di lottare con le big? «Spero non molto...».