Paolo Siepi, ItaliaOggi 17/9/2015, 17 settembre 2015
PERISCOPIO
Suv multato e Renato Zero s’incazza con i vigili. Gli ha fatto vedere i sorcini verdi! Gianni Macheda.
Papa Francesco: «Se i conventi sono alberghi, paghino le tasse». Adesso sì che si rischia lo scisma. Il rompi-spread. MF.
Il bene lo fa chi fa bene il proprio lavoro. Giuliano Ferrara. Il Foglio.
Salvini ha dato del verme a Renzi? È difficile prendere sul serio il leghista, ma contento lui... Per me, invece, Renzi potrebbe essere un animale rapido, veloce: mi fa venire in mente un furetto. Andrea Romano, deputato pd, a Un giorno da Pecora. RadioRai.
Metamorfosi - Per colpa dei comunisti gli ungheresi (e non solo loro) sono diventati fascisti. Jena. La Stampa.
Il nuovo che avanza. Forse avanza perché inutilizzabile? Alberto Ronchey, Fin di secolo in fax minore. Garzanti, 1995.
Quello che è successo l’8 settembre al parlamento europeo in commissione Femm (diritti della donna e l’uguaglianza di genere) è molto grave, in quanto si palesa una volontà di non affrontare argomenti come lo stoning (la lapidazione) nei confronti delle donne, frutto delle assurde regole dettate dalla sharia, o più in generale sul ruolo della donna all’interno della cultura islamica. Eppure è doveroso, da parte dell’Ue, condannare e agire in modo concreto contro questa e altre forme di tortura che colpiscono principalmente le donne, e che avvengono in paesi terzi con i quali si stringono accordi economici ma anche all’interno della stessa Europa. Daniela Aiuto, europarlamentare del Movimento 5 stelle.
Fedele Confalonieri è un uomo di equilibrio, non di mediazione, come spesso viene descritto. La mediazione la fa quello che parla per ultimo, ed è una roba da sensali. L’equilibrio invece è una scienza, è la capacità di saper fermare la pallina nel punto in cui si vuole. E senza che gli altri se ne accorgano. Paolo Del Debbio, conduttore tv (Salvatore Merlo). Il Foglio.
Le donne non si vestono più da guerriglieri, da idraulici o da panettieri. I bambini hanno ricominciato a beccarsi, quando è il caso, qualche ceffone. La scuola cerca di rappattumare i suoi cocci, ma perde tempo a discutere sull’ora di religione. Saverio Vertone, Viaggi in Italia. Rizzoli, 1988.
La natura non fa nulla di inutile. Brunello Cucinelli, in occasione della sua Collezione Donna Primavera Estate 2016.
Vado a vedere Schumacher una volta a settimana. Io e Michael siamo uniti da anni di sofferenza. Nel ’97 Michael stava per diventare campione del mondo, ma Villeneuve cercò di sorpassarlo e lui lo buttò fuori apposta. Venne eliminato e fu uno scandalo planetario. Da eroe diventò il peggior uomo del mondo. Io gli stetti molto vicino, non capisco chi volta le spalle alla gente che cade. Nel ’98 eravamo in testa e perdemmo all’ultima gara. Nel ’99 ci fu quell’incidente a Silverstone: Schumacher si ruppe la gamba e saltò cinque Gp. Poi nel 2000, finalmente, Michael diventò campione del mondo. Mentre saliva sul podio, gli dissi: «Ora la nostra vita sarà diversa. Ora si vince». E la gara dopo avevo la stessa ambizione, la stessa fame. È la nostra natura. Jean Todt, ex numero uno della Ferrari, presidente della Fia (Beatrice Borromeo). il Fatto.
Alla Normale di Pisa mi ero appassionato all’archeologia grazie alla sapienza di Ranuccio Bianchi Bandinelli e alla storia dell’arte, con Matteo Marangoni. Un personaggio davvero insolito che aveva girato tutta l’Europa. Frequentato i migliori musei. Visto e conosciuto le cose più belle. Sempre con una libertà di pensiero unica. La sua passione per i dipinti (il modo che aveva di leggere i quadri) mi fu utile quando con la mamma decidemmo di visitare a Londra il British Museum. Fu allora che, per la prima volta, mi imbattei nel favoloso mondo egizio. Fu allora che pensai che quelle collezioni magnifiche sarebbero state parte della mia vita. E quando, grazie alla borsa, andai a Parigi, cominciai a frequentare l’ambiente degli egittologi. Sergio Donadoni, egittologo, cent’anni (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Dopo il successo di Sapore di mare Dino Risi mi volle in Dagobert e mi trattò malissimo. Io ce la mettevo tutta e non capivo. Giravamo quasi sempre all’alba. Alla Magliana, alle sei di mattina, bardati con dei costumi del ’600. Risi fu cattivo. Spietato. Ero intimidita, stretta in un cast tra Coluche, Serrault e Tognazzi e lui mi aveva puntata. Urlava dal megafono: «Sei una cagna». Soffrii molto. Credevo avesse ragione. Isabella Ferrari, attrice (Malcom Pagani). il Fatto.
Le immagini del documentario sul canale Ard, la prima rete pubblica tedesca, ripercorrono il primo vertice fra Schäuble e Varoufakis a Berlino, il 5 febbraio 2015. Si vede un emozionato Varoufakis che sale le scale dell’austero palazzone nazista in cui, dopo il trasloco da Bonn a Berlino, si è insediato il ministero delle finanze tedesco, si avvicina al suo interlocutore e quasi si inchina per stringergli la mano: «Dottor Schäuble». «Chiamami Wolfgang», gli risponde lui. «Tra ministri ci diamo del tu». Sembra l’inizio di un disgelo e, invece, il tempo di confrontare i dossier e l’incontro si chiude con la famosa frase di Schäuble in conferenza stampa: «Siamo d’accordo nel definirci in disaccordo». Pierluigi Mennitti. Il Foglio.
Giorni fa un cinghiale era finito in un corso d’acqua a Castano Primo, vicino a Malpensa. Angosciati, per ore, vigili, campieri, guardie ecologiche comunali e volontari, trascurarono ogni altro obbligo e tentarono il disperato salvataggio («potrebbe morire di infarto», si lanciò l’allarme). Maurizio Crippa. Il Foglio.
Nei party, dalle tue parti, ti apparti. Stefano Bartezzaghi. ilvenerdì.
Ieri la Dia mi ha dato in affido giudiziario dei pesci tropicali trovati nella casa di un boss della delinquenza. Essendo lui stato arrestato, il suo acquario è stato affidato a me. La prima cosa che ho fatto è andare a buttarli nel Lambro. Quando mi chiederanno conto per metterli all’asta dico che me li hanno rubati. Poi non lamentiamoci se nel Lambro le specie ittiche autoctone non ci sono più. Io stesso vado alle manifestazioni di Legambiente per lamentarmi. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
Milly Carlucci non parteciperà al prossimo film di Stanley Kubrick, perché nessuno gliel’ha chiesto. Amurri e Verde, News. Mondadori, 1984.
Amiamo i potenti nella misura in cui possono giovarci. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 17/9/2015