Guido Castellano, Panorama 17/9/2015, 17 settembre 2015
SONO IO LA REGINA DELL’USATO ITALIANO
Avere una seconda opportunità è il sogno di tutti. Poter riprovare a vincere una gara, ritentare un esame fallito, riconquistare una fidanzata, riprendere a vivere lasciando il passato alle spalle, sono desideri che, almeno una volta, hanno attraversato la mente di ciascuno di noi. Non possiamo negarlo.
«Ma se per le persone avere una seconda chance è difficile o impossibile, per le cose è tutta un’altra storia: gli oggetti, infatti, riescono a raccontare una seconda, una terza e anche una quarta vita» spiega a Panorama Melany Libraro, general manager di Subito, il sito di compravendita numero uno in Italia. «Modificare il destino degli oggetti è facile: basta venderli. Così, dall’oggi al domani, cambiano città, casa e famiglia. Continuano a vivere e non finiscono la loro carriera pensionati in cantina o al cimitero in discarica. È una pratica che agli italiani piace molto: basti pensare che quasi una persona su due ha venduto o comprato almeno una volta una cosa usata» precisa Libraro. «Stiamo parlando di 30 milioni di persone».
La compravendita di oggetti di seconda mano è un nuovo mercato, ma assolutamente non di nicchia. Negli Stati Uniti ha già una definizione precisa: «Second hand economy». Un fenomeno che anche in Italia si è trasformato in una realtà importante. «Il volume d’affari generato nell’ultimo anno da questo settore si attesta sui 18 miliardi di euro» racconta Libraro. «Una cifra enorme, che corrisponde all’1 per cento del prodotto interno lordo nazionale».
Quasi la metà di questo immenso mercato (il 46 per cento) è generato online. E il sito che Melany Libraro dirige, la piattaforma Subito, ha nove milioni di inserzionisti lungo lo Stivale che aggiungono oltre 100 mila annunci ogni mese e concludono un affare ogni cinque secondi scegliendo tra quasi sei milioni di offerte. Per intenderci, in Italia Subito è molto più cliccato anche del colosso delle aste online eBay.
Analizzare, secondo il suo punto di vista, i comportamenti digitali del popolo della second hand economy permette, quindi, di fare una radiografia del Paese reale. Quello che sta uscendo dalla crisi anche grazie alla creatività.
Ma qual è il segreto di Subito? «Non tratteniamo una percentuale su ogni oggetto venduto (cosa che invece accade con eBay e altri siti simili, ndr) e non chiediamo valanghe di dati personali per registrarsi. Lo si fa con pochi clic anche dallo smartphone. Più della metà del nostro traffico arriva da dispositivi mobili. Se si vuole vincere su questo terreno non ci devono essere ostacoli tecnologici, bisogna essere semplici e immediati. Noi guadagniamo con la pubblicità» spiega Libraro che ha applicato al suo sito il metodo Google, società per cui ha lavorato negli Stati Uniti come marketing manager internazionale. «Noi però non siamo interessati a creare profili delle persone. Ci interessa, piuttosto, mettere in contatto la gente. Aiutarla a concludere affari. Alla nostra piattaforma accedono più di 20 milioni di utenti ogni settimana che cliccano sulle nostre pagine oltre un miliardo di volte ogni mese da ogni parte d’Italia. Perciò siamo molto ricercati sia dalle aziende, che vogliono fare campagne mirate e localizzate capillarmente sul territorio, sia dalle persone comuni che desiderano vendere bene e in fretta i loro prodotti. E per riuscirci sono disposti a pagare per aumentarne la visibilità».
Una strategia che lo scorso anno ha prodotto 19 milioni di euro di fatturato e generato 30 posti di lavoro. «Siamo in 102, ma se continua così nel 2016 aumenteremo ancora» dice Libraro.
Ma non è solo Internet che trae beneficio dal mondo dell’usato. In Italia, tra mercatini e negozi vintage, le imprese che campano grazie alla second hand economy sono 3.500 per un totale di 10 mila persone impiegate. I dati di una ricerca Doxa raccontano di un Paese che, a causa della crisi, ha finito di essere snob senza smettere di consumare. Anzi. «Oggi un italiano su tre compra e vende oggetti online» svela Libraro.
Interessanti le motivazioni. «Per risparmiare (71 per cento dei casi) o per liberarsi dal superfluo ma, allo stesso tempo, è cambiato l’approccio ai consumi. È diventato più smart. Per tre italiani su cinque è un modo intelligente ed eco-sostenibile di fare acquisti» aggiunge Libraro. «La second hand economy sta ridefinendo il paradigma sociale dei consumi, assegnando all’usato un ruolo centrale nell’economia domestica» spiega la dirigente quarantenne che, prima di rientrare in Italia per guidare Subito (a settembre compirà un anno in questa società) ha vissuto oltre 10 anni all’estero tra Gran Bretagna e Stati Uniti lavorando anche in Vodafone, Cisco e Skype.
Ma che cosa si compra e si vende online? «Di tutto, ma proprio di tutto», racconta Libraro. «C’è chi si libera del passeggino, di una collezione di fumetti o di una lavatrice ma, è da non credere, ci sono anche tante persone che commerciano letame per concimare i campi. Abbiamo anche molte inserzioni di trattori. C’è poi chi ha messo in vendita tutti i suoi averi per cambiare vita ed emigrare in un altro Paese. E non sono pochi. Un grande fetta di inserzioni è fatta da chi vende case (30 per cento) e automobili (14 per cento). Grazie alla nostra vetrina virtuale, siamo diventati il più grande concessionario e agenzia immobiliare d’Italia. Subito è usato dal 67 per cento dei rivenditori che vogliono liberarsi dei veicoli usati restituiti da chi acquista il nuovo. In media vendiamo un’auto al minuto».
E le case? «Vengono conclusi 750 affari ogni giorno» aggiunge Libraro: «il 47 per cento delle agenzie immobiliari italiane ormai ha una sua vetrina su Subito». L’altra metà delle inserzioni se la contendono oggetti d’arredamento, casalinghi, elettrodomestici, abbigliamento e accessori e specialmente tutto quello che riguarda i bambini. «Culle, giocattoli e passeggini hanno almeno tre o quattro vite» svela Libraro. Mentre solo l’11 per cento delle persone pubblicano inserzioni di elettronica (smartphone, tablet, audio video).
«Gli italiani hanno abbracciato una diversa filosofia del consumo» conclude Libraro: «Grazie a vendita e riuso possono risparmiare e togliersi degli sfizi». Alla faccia della crisi.