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 2015  settembre 16 Mercoledì calendario

UNA TRECCANI PER L’ARCHIVIO DI RADIO RADICALE

Un enorme patrimonio, testimonianza della storia. Questo è stato il leit motiv della presentazione dell’archivio di Radio Radicale, presso la Sala Igea dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana a Roma. Un appuntamento coordinato da Mattia Feltri, che ha sottolineato la grande utilità dell’archivio nella ricostruzione storica e, soprattutto, nella lettura nell’attualità. Concetto che si ritrova anche nelle parole dell’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato, intervenuto come relatore.
«L’archivio di Radio Radicale – ha spiegato – è l’archivio del Paese, non solo della politica, ma della società nel suo complesso, per questo è un patrimonio che va preservato e custodito. Anche attraverso di esso, infatti, si realizza quel ‘diritto alla conoscenza’ per il quale Marco Pannella è impegnato da tanto tempo». E proprio il fondatore e leader dei Radicali italiani ha insistito sulla «complessità di una storia, che va compresa». Ciò è possibile attraverso l’archivio, un bagaglio che il leader radicale vorrebbe mettere a disposizione «della classe dirigente, non solo italiana ma europea».
Pannella ha inoltre ricordato la sua affinità intellettuale con Gabriella Fanello, curatrice per l’archivio per molti anni che nel ’92 passò dall’esperienza della Dc a quella radicale. Di Gabriella Fanello, recentemente scomparsa, ha tracciato un ritratto il figlio, Francesco Marcucci, approfondendo anche alcuni aspetti tecnici dell’archivio di Radio Radicale; a partire da alcuni numeri che ne fotografano il contenuto: 430 mila registrazioni, 196 mila diversi oratori, 12 mila sedute parlamentari, 20 mila conferenze stampa e 85 mila interviste.
Un patrimonio in continua evoluzione. E il futuro? Un passaggio in proposito, lo fa Massimo Bray, già ministro dei beni culturali del governo Letta e attualmente Direttore Generale della Treccani, che ha sottolineato la necessità di «difendere gli archivi» come patrimonio di memoria e di ricerca. Per questo ha auspicato che «queste due istituzioni», la Treccani e l’archivio di Radio Radicale «possano incontrarsi».
Sul punto ha posto l’accento anche Giuliano Amato, che si è detto convinto che tra la Treccani e Radio Radicale è possibile instaurare una forma di collaborazione. L’archivio di Radio Radicale, proprio per la sua grande ricchezza di documenti, ha spiegato Amato, è una realtà che può «autovalorizzarsi».