Lorenzo Vendemiale, La Gazzetta dello Sport 16/9/2015, 16 settembre 2015
BALCONI
Vietato guardare la partita dal balcone: a Frosinone la tradizione di riunirsi in casa per seguire la squadra del cuore diventa una questione di ordine pubblico. Al punto che la Questura invierà una diffida agli amministratori di condominio per limitare il fenomeno: quei «portoghesi» che non pagano il biglietto, se in numero eccessivo, rischiano di trasformarsi in un pericolo. Le strutture potrebbero cedere, meglio evitare. Il caso è nato dopo il derby di sabato scorso con la Roma: tutto esaurito il Matusa, tanti altri a guardare il match dai palazzi circostanti, come spiega Gerardo D’Aprile, tifoso ciociaro da 40 anni: «Mi è capitato spesso di farlo, è la storia del nostro stadio».
Un piccolo impianto dalla capienza insufficiente (meno di 10mila posti) per una città da 46mila abitanti, in festa per la storica promozione in Serie A. Ma tutt’intorno sorgono diversi edifici che si affacciano sul terreno di gioco. Una decina in totale, come in piazza Martiri di Villa Rotonda, alle spalle della gradinata Sud. E ora che è riesplosa la passione per i gialloblù, c’è la fila per avere un posto vista stadio. «C’è gente che fa trasferte di centinaia di chilometri e poi non riesce a vedere i match casalinghi. Ci avevano promesso un nuovo impianto, ma nulla. Arrangiarsi a volte è l’unica soluzione».
Alle forze dell’ordine, però, non è sfuggita la presenza di questi tifosi. E il questore Filippo Santarelli, preoccupato dalle possibili conseguenze, ha deciso di intervenire. Niente più partite sul balcone, dunque. Almeno a Frosinone, perché quello del Matusa non è un caso unico. A Siena il Franchi è circondato da condomini, uffici e alberghi. Nel 2012 a Vercelli una signora ospitò nel suo appartamento affacciato sul Piola due tifosi della Ternana rimasti senza biglietto. A Castellammare, le serali della Juve Stabia diventano occasione per guardare la partita in casa davanti a una cena, magari di pesce. A Frosinone no. E i tifosi protestano. «Per noi – conclude Gerardo – ogni partita in Serie A è una festa. Vietare a priori questa aggregazione non è giusto. Poi è chiaro che bisogna evitare situazioni pericolose. Ma vedere le partite, fra amici, da casa, ci piaceva. Speriamo di poterlo fare ancora».