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 2015  settembre 15 Martedì calendario

SCUOLA, PARTENZA CON INCOGNITE

A Catanzaro l’accoglienza degli alunni al rientro tra i banchi dopo le vacanze estive si è svolta solo per le prime classi. Le altre aule sono invece rimaste vuote per l’indizione di assemblee sindacali. Situazione “difficile” anche in Campania. Per il resto l’anno scolastico, per oltre 8 milioni di ragazzi, è iniziato regolarmente, senza particolari agitazioni e blocchi delle attività. Ma un altro test importante ci sarà oggi, con l’avvio delle lezioni in altre regioni, e potrebbero esserci disagi maggiori, soprattutto a Roma e a Firenze (qui c’è un’assemblea sindacale indetta per tutta la provincia).
La prima campanella è suonata con circa 38mila docenti precari stabilizzati, un investimento di tre miliardi di euro l’anno, risorse in più per edilizia e funzionamento degli istituti. Il premier, Matteo Renzi, ha sottolineato che dopo un lungo periodo di tagli, sull’istruzione finalmente «si investe»; e il ministro, Stefania Giannini, ha aggiunto che tutto questo sforzo è stato fatto perché gli studenti siano «protagonisti». Il governo ha evidenziato le principali novità in arrivo con la riforma, che entra ufficialmente in vigore: gli insegnanti avranno un bonus di 500 euro netti per acquistare libri, biglietti per teatri e concerti, corsi di approfondimento e formazione; per gli studenti è previsto un potenziamento di alcune materie, matematica, lingue, arte, musica, diritto ed economia, la possibilità di individuare insegnamenti opzionali (nelle superiori), e si rafforza il collegamento con il mondo del lavoro, con il decollo dell’alternanza e dei laboratori territoriali per l’occupabilità (questa misura viene finanziata con 45 milioni).
I sindacati non smettono però di protestare, e i primi collegi docenti stanno boicottando l’avvio del processo di valutazione degli insegnanti (in tutti i principali paesi del mondo si giudica da decenni l’operato dei docenti, in Italia ancora no). L’argomento di maggior frizione con l’esecutivo è il maxi-piano assunzionale: per i sindacati si sposteranno migliaia di insegnanti; la “supplentite” quindi non sparirà, e per effetto anche delle misure varate nella legge di Stabilità 2015, che ha ridotto l’utilizzo di personale precario per brevi periodi, si rischierà di avere classi sovraffollate. Il ministro Giannini ha ribattuto che si sposterà una minima parte dei professori neo-assunti (10-15% del totale degli immessi in ruolo, che saranno in tutto circa 93mila) e che lo si dovrà fare perché «ci si muove dove sono gli studenti». Alle proteste sindacali, si sono aggiunte anche le polemiche politiche: in una scuola elementare di Brescia due classi sono composte di soli studenti stranieri, e il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha subito rilanciato l’idea di un “tetto” per gli alunni stranieri nelle aule (tuttavia è ancora in vigore il limite del 30% introdotto dall’ex ministro, Mariastella Gelmini, che comunque prevede deroghe).
Il punto è che finora il dibattito sulla «Buona Scuola» si è incentrato su temi “quantitativi”; mentre è del tutto mancata l’attenzione all’aspetto qualitativo dell’insegnamento, che adesso è fondamentale mettere al centro. Visti soprattutto i scarsi risultati dei nostri ragazzi, evidenziati da tutte le principali indagini nazionali e internazionali. In quest’ottica, il governo deve subito riprendere a bandire, con regolarità, i concorsi per salire in cattedra (a dicembre il ministro Giannini ha annunciato una nuova selezione per oltre 60mila posti – vedremo se l’impegno verrà rispettato), con l’obiettivo di ringiovanire il corpo docenti, favorendo l’ingresso di giovani preparati. La qualità dell’istruzione va poi collegata con gli sbocchi occupazionali, valorizzando le competenze utili a trovare un impiego. E va potenziato l’inglese, puntando su docenti madrelingua ed esperti (senza accontentarsi di maestri “formati” dopo poche settimane di corso intensivo).
Tutto questo perché la scuola deve avere come unico fine «il valore che essa crea per gli studenti», e non può essere perenne terreno di scontro, come evidenziato più volte nei giorni scorsi dal Sole24Ore. L’esigenza di guardare agli studenti e alle loro necessità è condivisa da Francesca Puglisi ed Elena Centemero, responsabili Scuola, rispettivamente, del Pd e di Fi. Anche per il leader dei presidi (Anp), Giorgio Rembado, «la scuola è per chi la frequenta e non per chi ci lavora». Ma cosa ne pensa il sindacato? «Non c’è dubbio che la scuola è per i ragazzi – risponde il numero uno della Cisl Scuola, Francesco Scrima –. Noi contestiamo la legge 107 e l’arroganza del governo che ha evitato ogni confronto di merito. Sulle assunzioni, in particolare, serviva maggior buonsenso per evitare disagi e problemi che sono sotto gli occhi di tutti».
Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 15/9/2015

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(vedi immagine allegata)

TUTTI GLI STUDENTI, REGIONE PER REGIONE
Totale
Alunni Classi Alunni con disabilità
Piemonte 539.583 25.284 13.827
Lombardia 1.185.662 53.729 34.525
Veneto 606.894 28.526 15.710
F. V. Giulia 145.635 7.323 3.198
Liguria 174.869 8.110 5.455
E.Romagna 544.819 24.318 15.233
Toscana 482.264 21.882 12.259
Umbria 119.763 5.771 3.390
Marche 216.482 9.999 6.294
Lazio 741.633 34.183 23.224
Abruzzo 178.193 8.686 6.115
Molise 40.834 2.107 1.167
Campania 920.964 44.814 23.091
Puglia 618.221 28.154 15.907
Basilicata 82.558 4.247 1.745
Calabria 290.635 15.163 6.591
Sicilia 763.529 36.742 22.874
Sardegna 209.387 10.864 5.847
Italia 7.861.925 369.902 216.452


Alunni, classi, alunni con disabilità per regione. Anno scolastico 2015/2016
Fonte: ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca