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 2015  settembre 16 Mercoledì calendario

Sono un lettore selettivo dei principali quotidiani italiani. De La Stampa leggo Molinari (Gerusalemme) e Zatterin (Bruxelles), entrambi analisti di livello internazionale, in base all’umore, ogni giorno dal Corriere e da Repubblica colgo fior da fiore, del Giornale, perso il grande Lorenzetto, mi aggrappo a Porro e a Bechis di Libero

Sono un lettore selettivo dei principali quotidiani italiani. De La Stampa leggo Molinari (Gerusalemme) e Zatterin (Bruxelles), entrambi analisti di livello internazionale, in base all’umore, ogni giorno dal Corriere e da Repubblica colgo fior da fiore, del Giornale, perso il grande Lorenzetto, mi aggrappo a Porro e a Bechis di Libero. Di Italia Oggi leggo tutto (ovvio), così del Foglio, delle “renziadi” leggo solo quelle (mitiche) di Maria Teresa Meli. Del Fatto Quotidiano leggo Padellaro, Travaglio, Bruno Tinti, un ex Procuratore imprestato al giornalismo (di lui apprezzo il perfetto italiano, la chiarezza di esposizione, l’essere “londinese”). Volendo scrivere del viaggio lampo di Renzi a N.Y. mi sono letto ciò che passava il convento dei media e di internet. La migliore analisi l’ho trovata oggi (ieri per chi legge) sul Fatto, a firma appunto di Bruno Tinti. Eccone uno stralcio. “….le regole, da sole, non servono: occorre che i cittadini abbiano un "minimo etico" che li induca a rispettarle. Ma in Italia così non è. Renzi in visita a New York ne è l’esempio lampante. La regola da rispettare è l’art. 314 del codice penale: Il pubblico ufficiale (Renzi) che, avendo per ragione del suo ufficio la disponibilità di cosa mobile altrui (l’aereo di Stato), se ne appropria e ne fa uso momentaneo è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Secondo la Cassazione (Sez 6, 41587, 19/6/2013) il peculato si caratterizza principalmente per le finalità di tutela del patrimonio della Pubblica Amministrazione e dell’interesse alla legalità, efficienza e imparzialità della sua attività. Ritenere che la presenza di Renzi alla finale degli US Open tra due italiane sia funzionale alla legalità e all’efficienza dell’attività della PA è dissennato. I costi dell’operazione, come documentato da Il Fatto, sono tra 150.000 e 200.000 euro. La trasferta ha comportato la rinuncia del Presidente del Consiglio a presenziare alla Fiera del Levante, evento strategico per l’economia del Sud. La sua presenza alla finale del torneo era irrilevante sotto il profilo istituzionale. Dunque Renzi ha commesso un reato, non ha rispettato le regole e, prova evidente di carenza del "minimo etico", si è autoassolto con arroganza. Su un altro piano, non è probabile che Renzi abbia avuto la faccia di bronzo di volare a New York perché tifoso di tennis: il gioco non valeva la candela. Ma lo spot pubblicitario sì che la valeva. Milioni di persone che lo vedono, ascoltano i suoi commenti scontati, lo considerano uno sportivo (da poltrona) dinamico ed entusiasta, proprio come loro. Tutto questo conterà al momento delle elezioni. … questa strategia non ha nulla a che fare con "l’interesse della PA alla legalità, efficienza e imparzialità della sua attività"; molto invece con un suo interesse privato. Altra circostanza che qualifica l’illegalità delle sue azioni.” Difficile dissentire, specie per chi non possiede un’idonea preparazione giuridica. Credo che Renzi abbia preso la decisione in buona fede, senza alcuna analisi di opportunità giuridica. L’evento si inseriva nel suo schema mentale puerilmente semplificatorio, a fine carriera la fortuna aveva riconosciuto a due giovani donne le loro grandi doti, lui era giovane e Premier, andare a festeggiare gli pareva giusto, così la sua storytelling si arricchiva di un’altra pagina. Renzi è uomo del suo tempo, ha il profilo umano, etico, culturale richiesto oggi per gestire un paese di serie B. Applicando la mitica frase kennediana ai Premier europei (voi comprereste un’auto usata da uno così? ), Matteo Renzi è come gli altri, tutti fatti con lo stampino, con lo stesso linguaggio (verbale e del corpo) da cacciaballe acculturati, il loro mondo è polarizzato, manicheo, sono i nipotini dei muscadin. Caro Bruno, il tuo pezzo è rivolto a un mondo scomparso, i politici a cui tu fai riferimento come modello sono da tempo personaggi storici. Uno dei primi slogan coniato da Matteo Renzi sintetizzava già il suo programma: “l’Italia deve fare l’Italia” , non significa nulla ma suonava bene, lui è quell’Italia confusa che ci ritroviamo, la vuole motivare, mica cambiare, lui è irrequieto, allevato per essere ape, volare dal castagno all’eucalipto, dall’acacia al cardo, questa frenesia lo porta a produrre il millefiori, il tipico miele dei discount. E agli italiani sta bene così, sia quelli che lo votano, sia i suoi detrattori, tutti si sentono migliori di lui, lui non lo sa, ma qua sta la sua forza. E a differenza di Berlusconi lui non fa i suoi interessi, è onesto, governa per togliersi delle soddisfazioni fanciullesche, stupire quelli del cerchio magico: l’elicottero per sciare, seduto accanto a Marchionne facendo ciao con la manina molle agli operai di Melfi, l’aereo di stato per il tennis, la maglia di Gomez alla Merkel, cazzeggiare ogni settimana all’Expo. Questo passa e vuole il convento. editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri