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 2015  settembre 15 Martedì calendario

CORBYN È LA RISPOSTA A UN DISAGIO VERO CHE LE SUE RICETTE PERÒ AGGRAVEREBBERO

Il nuovo segretario del partito laburista inglese, Jeremy Corbyn, è stato trionfalmente eletto, nel corso di primarie aperte, con il 59,9% dei voti, asfaltando i suoi tre concorrenti che sono finiti nella polvere. Era il tipico perdente. Che nessuno immaginava sarebbe salito sul podio. In 33 anni consecutivi da deputato, Corbyn si è sempre seduto nell’ultima fila in Parlamento dove si è incanutito tra l’indifferenza dei suoi colleghi che lo hanno sempre sopportato come uno di quegli stravaganti personaggi che si mettono in piedi su una sedia ad Hyde Park per concionare contro l’intero mondo.
Per dare un’idea del personaggio (che da oggi però deve essere considerato un leader) basti dire che ha votato 300 volte contro le indicazioni del suo partito. Bersani ha fatto tanto fracasso ma deve aver votato contro il partito un paio di volte. E non ne sono sicuro. Corbyn è uno di fronte al quale Nichi Vendola sembra di estrema destra. Corbyn infatti è contro tutto. Persino contro la monarchia che, in Uk, è venerata, anche perché non fa niente e spende molto meno del presidente della repubblica italiana. Poi ce l’ha con gli Stati Uniti, con i quali (ammesso o non ammesso) la Gran Bretagna, di sinistra o conservatrice, è ancora legata con il cordone ombelicale di una relazione che non è mai venuta meno.
Odia Israele (e con questo è in linea con l’establishment radical chic di sinistra inglese) e stravede per Hamas e per il Venezuela (entrambi non si vede che insegnamenti possano fornire per l’Uk se non la ricetta per un disastro). È euroscettico (altri lo definiscono eurotiepido). È inoltre, in paese di ubriaconi inveterati (a base di boccali di birra e bicchieri di whiskey), addirittura astemio. Un termine sconosciuto in Gran Bretagna, tant’è che, andando a sfogliare i vocabolari più voluminosi, di termini per esprimere questa incomprensibile (per gli inglesi) astinenza, se ne sono trovati addirittura due: abstemious (chiaramente d’importazione e derivazione dal latino) e teetotaller (di evidente origine sassone). In aggiunta a ciò è anche vegano.
Come mai un personaggio di questo tipo, così fuori dal suo tempo, ha sbaragliato tutto e tutti? Perché, nel corso delle ultime elezioni, i conservatori di David Cameron avevano letteralmente sbaragliato i laburisti. Gli iscritti socialisti, non trovando spiegazioni a questo tracollo, hanno ritenuto che esso fosse dovuto al fatto che il labour si era spostato troppo a destra. Da qui, adesso, la barra tutta a sinistra. Giusto però per cambiare verso, sperando di stare meglio, come quando, stando a letto, si preme su una ferita che fa male.
Anche in Uk inoltre, come in Europa, il vento della mondializzazione e della finanziarizzazione esasperata si abbatte sul serio sui ceti medio-bassi. Da qui uno stato di disagio diffuso che però Corbyn propone di curare con medicamenti antichi e ammuffiti che si erano già dimostrati, non solo inadeguati, ma anche controproducenti. Corbyn infatti propone di nazionalizzare tutto ciò che è stato privatizzato da Thatcher e Blair. Si propone inoltre di aprire le miniere di carbone che erano già antieconomiche con il prezzo del greggio alle stelle e che adesso, col prezzo del petrolio alle stalle, aprirebbero profonde voragini nei conti pubblici.
Propone poi il suo modello di vita come un esempio da imitare. Non guida e non possiede l’automobile ma solo una bici. Se venisse imitato farebbe crollare il pil che, piaccia o non piaccia, dipende dal mondo delle quattro ruote in maniera rilevante. Corbyn inoltre si veste come un pezzente: è orgoglioso della sua T-shirt che, dice lui, «costa solo 2 euro». Ma se tutti facessero così crollerebbe l’intera filiera dell’abbigliamento. Diserta i ristoranti, ma anche questi creano un sacco di posti di lavoro soprattutto per la manodopera poco qualificata.
Corbyn inoltre ha come modello il Venezuela, un paese che, pur galleggiando sul petrolio, ed essendo quindi un Eldorado (nonostante i prezzi calati del greggio), a seguito delle ricette comuniste di Hugo Chàvez prima e di Nicolàs Maduro, adesso, ha dovuto ricorrere al libretto del razionamento (la libreta) e ha i supermercati vuoti di merci dove fare la coda in attesa di riuscire ad acquistare il poco che è in vendita è diventato un mestiere.
Per concludere, l’elezione di Corbyn testimonia un disagio reale da parte dei 100 mila socialisti (e non solo) che, pagando 3 sterline, lo hanno eletto perché faccia uscire il Paese da un crisi che sembra non avere sbocchi. Ma è anche un leader fuori dal suo tempo che, anche come stile di vita, anziché trovare delle soluzioni per il futuro, preferisce guardarsi alle spalle, sperando di ricreare un passato che non può ritornare e che comunque non era roseo come Corbyn lo dipinge. Del resto uno che si propone di far tornare la gente nelle miniere, nel 2015, per di più sovvenzionate dallo Stato, non ha grandi prospettive davanti. La sua elezione è un segno di disperazione. Non certo una soluzione.
Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 15/9/2015